Quinto Fuzio Lusio Saturnino

Quinto Fuzio Lusio Saturnino (in latino: Quintus Futius Lusius Saturninus; 2 a.C. circa – tra 43/44 e 47) è stato un magistrato e senatore romano, console dell'Impero romano.

Quinto Fuzio Lusio Saturnino
Console dell'Impero romano
Nome originaleQuintus Futius Lusius Saturninus
Nascita2 a.C. circa
Mortetra 43/44 e 47
FigliQuinto Fuzio?
GensLusia
Gens d'adozioneFutia
Consolatoluglio-agosto 41 (suffetto)

Biografia

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Il nome di Saturnino è stato per lungo tempo frainteso. Un'epigrafe della città dalmata di Salona[1] tramanda, infatti, il suo nome in maniera del tutto erronea come Quinto Eutezio Lusio Saturnino: gli studiosi hanno poi corretto il primo nomen in Lutezio[2][3], ma solamente grazie ad una nuova rilettura di una tavoletta cerata puteolana[4] è stato possibile definire il suo vero nome come Quinto Fuzio Lusio Saturnino.

Saturnino sembra essere stato in origine un membro dell'élite cittadina già senatoria delle città campane di Nuceria o Venafrum[5][6][7][8], poi adottato dalla gens Futia[5], di origine quasi certamente cassinate[5][8][9][10].

Della carriera di Saturnino, quasi nulla è noto. L'unico incarica attestato, però, lo vede al vertice dello stato romano: Saturnino fu infatti console suffetto insieme a Marco Seio Varano per i mesi di luglio e agosto di un anno da identificare quasi certamente con il 41[1][4][5][11], sostituendo, probabilmente come primi consoli designati da Claudio[12], gli ultimi consoli caligolei Gneo Senzio Saturnino e Quinto Pomponio Secondo[12].

Qualcosa di più si sa della sua morte: Seneca, nella sua Apocolocyntosis, lo inserisce infatti tra gli amici di Claudio che attendono il princeps nell'oltretomba per vendicarsi della loro ingiusta morte[13], mentre Tacito riporta, tra le accuse che portarono all'esilio del delator Publio Suillio Rufo nel 58, che fu proprio il delatore a trarre alla rovina Saturnino[14]. È stato ipotizzato che Saturnino possa essere stato condannato a morte da Messalina e dai liberti imperiali nel 43[3][15], nei postumi della fallita rivolta di Lucio Annio Viniciano e Lucio Arrunzio Camillo Scriboniano del 42[15][16], ma, allo stato attuale della documentazione, è possibile affermare solo che morì tra 43/44 e 47[5][17][18].

Incerta è la relazione di Saturnino con il console della seconda metà del principato di Claudio (forse nel 50) Quinto Fuzio[19]: è certo che appartenessero alla stessa famiglia[19], ed è stato proposto che potessero essere padre e figlio, oppure fratelli[20].

  1. ^ a b CIL III, 8753.
  2. ^ F. Miltner, Lutetius 1, in RE XIII.2 (1927), col. 2097.
  3. ^ a b PIR2 L 449 (Petersen).
  4. ^ a b TPSulp. 70 = AE 1984, 228.
  5. ^ a b c d e A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 506-507.
  6. ^ A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, p. 506 nota 284.
  7. ^ G. Camodeca, L'età romana, in Storia del Mezzogiorno, I.2, Napoli 1991, pp. 7-79, in particolare p. 69.
  8. ^ a b G. Camodeca, L'archivio puteolano dei Sulpicii, Napoli 1992, p. 245 nota 32.
  9. ^ O. Salomies, Senatori oriundi del Lazio, in H. Solin (ed.), Studi storico-epigrafici sul Lazio antico, Roma 1996, pp. 23-127, in particolare pp. 47-48.
  10. ^ A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 505-506.
  11. ^ G. Camodeca, L'archivio puteolano dei Sulpicii, Napoli 1992, pp. 240-245.
  12. ^ a b A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 414-416.
  13. ^ Seneca, Apocolocyntosis, XIII, 5.
  14. ^ Tacito, Annales, XIII, 43, 2.
  15. ^ a b A. Galimberti, La rivolta del 42 e l'opposizione senatoria sotto Claudio, in M. Sordi (ed.), Fazioni e congiure nel mondo antico, Milano 1999, pp. 205-215.
  16. ^ S.H. Rutledge, Imperial Inquisitions, London-New York 2001, p. 165.
  17. ^ G. Camodeca, L'archivio puteolano dei Sulpicii, Napoli 1992, p. 241 nota 13.
  18. ^ P. Buongiorno, Claudio. Il principe inatteso, Palermo 2017, p. 122.
  19. ^ a b A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 505-506.
  20. ^ G. Camodeca, L'archivio puteolano dei Sulpicii, Napoli 1992, pp. 245ss.

Bibliografia

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  • F. Miltner, Lutetius 1, in RE XIII.2 (1927), col. 2097.
  • PIR2 L 449 (Petersen).
  • G. Camodeca, L'archivio puteolano dei Sulpicii, Napoli 1992, pp. 240-245.
  • A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 506-507.