Roma (opera)

opera di Jules Massenet

Roma è un'opera in cinque atti di Jules Massenet su un libretto francese di Henri Caïn basato sull'opera teatrale Rome vaincue di Dominique-Alexandre Parodi. Fu eseguita per la prima volta all'Opéra de Monte Carlo il 17 febbraio 1912.

Roma
Poster di Georges Rochegrosse per la produzione originale.
Titolo originaleRoma
Lingua originaleFrancese
GenereOpera
MusicaJules Massenet
LibrettoHenri Caïn
Fonti letterarieRome vaincue di Dominique-Alexandre Parodi
Atticinque
Epoca di composizione1911–1912
Prima rappr.17 febbraio 1912
TeatroOpéra de Monte Carlo
Personaggi
  • Lentulus, tenore
  • Fabius Maximus, baritono
  • Fausta, soprano
  • Lucius Cornélius, basso
  • Posthumia, contralto
  • Junia, soprano
  • Vestapor, baritono
  • La grande Vestale, soprano
  • Galla, soprano
  • Caïus, baritono
  • Un vecchio, baritono
  • Coro: senatori, sacerdoti, vergini vestali, popolo.

Roma è stata l'ultima opera di Massenet ad essere eseguita in anteprima nel corso della sua vita. Tre opere furono successivamente presentate postume in anteprima: Panurge (1913), Cléopâtre (1914) e Amadis (1922). L'opera non è rimasta nel repertorio operistico moderno, ma è stata recentemente ripresa e registrata dal Teatro la Fenice di Venezia.

Ruolo Registro voce Cast della prima,[1] 17 febbraio 1912
(Direttore: Léon Jehin)
Lentulus tenore Lucien Muratore
Fabius Maximus baritono Jean-François Delmas
Fausta soprano Marija Nikolaevna Kuznecova
Lucius Cornélius basso Pierre Clauzure
Posthumia contralto Lucy Arbell
Junia soprano Julia Guiraudon
Vestapor baritono Jean Noté
La grande Vestale soprano Éliane Peltier
Galla soprano Doussot
Caïus baritono Kozline/Skano
Un vecchio baritono Gasparini
Coro: senatori, sacerdoti, vergini vestali, popolo.

La storia si svolge nell'antica Roma, in seguito al trionfo cartaginese nella battaglia di Canne. Fausta, figlia di Fabius, ha permesso che si spegnessero i fuochi sacri nel Tempio di Vesta, profanando il santuario. Dopo i tentativi falliti di sfuggire al suo destino di venire sepolta viva avvolta in un velo nero, Fausta torna a Roma per accettare la sua punizione. Mentre viene condotta all'esecuzione, sua nonna cieca, Posthumia, le consegna la daga di Fabius. Le mani di Fausta sono però legate e Posthumia deve uccidere sua nipote per salvarla dalla sepoltura ed espiare il sacrilegio.

  1. ^ (EN) Spartiti liberi di Roma (Massenet, Jules), in International Music Score Library Project, Project Petrucci LLC.

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