San Liberatore
San Liberatore (... – ...) fu un martire cristiano, venerato come santo da tutte le Chiese che ne ammettono il culto. È generalmente commemorato quale vescovo e martire, benché sia molto dubbio che fosse vescovo. La memoria liturgica è da ricordare nel giorno 15 maggio.
San Liberatore | |
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Un dipinto datato 1844 raffigurante san Liberatore martire in abito vescovile (opera di Cesare Nardi, chiesa nuova di Casperia) | |
Martire | |
Nascita | entro il III secolo |
Morte | entro il IV secolo |
Venerato da | tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi |
Ricorrenza | 15 maggio |
Patrono di | Civitacampomarano, Collestatte, Magliano Sabina, Torrecuso |
Agiografia
modificaNulla di veramente sicuro si sa di tale santo[1], ragion per cui il suo nominativo non figura nel Calendario dei santi né nel Martirologio romano, pur comparendo in alcuni vecchi almanacchi di genere religioso (ad esempio nel Catalogo generale dei santi redatto dal teologo Filippo Ferrari nel 1625,[2] o nel Martirologio spirituale composto dal filologo Luigi Novarini nel 1628)[3].
Da lungo tempo e in diversi testi, inclusa la Bibliotheca sanctorum[4] che a sua volta si basa sugli studi del Lanzoni[5], si è comunque ipotizzato che san Liberatore possa identificarsi con sant'Eleuterio (in greco Eleuthérios significa appunto "Liberatore"), presbitero illirico vissuto dapprima a Roma con la madre Anzia, poi vescovo di Eca in Apulia, quindi rientrato a Roma e condannato a morte unitamente alla madre dall'imperatore Adriano il 18 aprile 130 (almeno secondo quanto registrato nell'agiografia latina, poiché esistono numerose altre versioni piuttosto discordanti)[6]. Tale congettura ha suscitato però severe critiche, innanzitutto perché il giorno del martirio non coincide con quello della ricorrenza liturgica, oltre al fatto che le fonti più antiche non qualificano san Liberatore come vescovo. È dunque possibile che si tratti di due santi diversi, tanto più che l'equivalenza delle due denominazioni non è attestata in alcun documento; inoltre i tempi e i luoghi di origine dei rispettivi culti sembrerebbero anch'essi differenti[7]. Del resto la stessa storicità di sant'Eleuterio di Eca è alquanto controversa, non potendosi escludere che un vescovo locale di nome Eleuterio sia stato scambiato per un omonimo santo martire; quest'ultimo, se non avesse origini orientali, potrebbe eventualmente corrispondere a san Liberale di Roma, martirizzato nel 269 sotto Claudio il Gotico e abbastanza popolare in Occidente, benché il giorno della memoria liturgica comunque non collimi[6].
Secondo un'altra ipotesi san Liberatore sarebbe stato invece uno dei numerosi martiri del tardo impero romano, forse vittima delle grandi persecuzioni di Diocleziano avviate il 23 febbraio 303 e proseguite poi per almeno un biennio[8]. Un martirologio in scrittura beneventana di epoca medievale (codice: Vaticano latino 5949) riporta infatti san Liberatore martire nel 15 maggio, senza definirlo vescovo e senza riferimenti territoriali[9]. Tale manoscritto era stato stilato, con ogni verosimiglianza, sul finire del XII secolo nello scriptorium di Santa Sofia in Benevento (ove le reliquie del santo sarebbero state precedentemente traslate dopo essere state riesumate da un luogo ignoto), o più probabilmente nello scomparso monastero di Santa Maria di Gualdo Mazzocca presso Foiano di Val Fortore (laddove il martirologio stesso fu custodito almeno fino al 1505 per poi essere definitivamente trasferito nella biblioteca vaticana)[10].
In definitiva, seppur in mancanza di atti originali, la condizione di martire è attestata quantomeno nel suddetto martirologio, mentre quella di vescovo poggia fondamentalmente sulla tradizione costante ma tardiva, oltre che su varie leggende agiografiche[11] rivelatesi presto inconsistenti o antistoriche[12]. Nel 1680 i Bollandisti, a seguito di una specifica inchiesta, confermarono l'assoluta autenticità del martirologio, reputando comunque probabile che san Liberatore fosse vescovo (oltre che "confessore in Italia" e "martire sepolto in Benevento")[9]. Su tale base, oltre che sulla scorta di un panegirico storico tardo-ottocentesco, l'Enciclopedia universal ilustrada europeo-americana (data alle stampe nel 1907) descriveva san Liberatore come "vescovo di Benevento e martire"[13]. Di contro, tanto l'Encyclopédie théologique (edita nel 1850) quanto l'Enciclopedia dell'ecclesiastico (pubblicata nel 1879) si attenevano scrupolosamente al testo del martirologio, definendo san Liberatore "martire a Benevento" senza alcun riferimento al vescovato[14][15].
Culto
modificaSan Liberatore è venerato principalmente nell'entroterra dell'Italia centro-meridionale[9], benché in alcune località sia meglio noto come San Liberato (dal latino ecclesiastico Sanctus Liberator)[16]; in altri luoghi è stato invece effettivamente confuso con alcuni santi dal nome simile[17] o così soprannominati[18], o finanche con il santissimo liberatore Gesù Cristo.[19]
Il culto di san Liberatore potrebbe essersi propagato a partire dall'omonimo sacrario di Benevento, ove festeggiamenti in suo onore sarebbero attestati fin dal 1031[8]; all'uopo, alcuni frammenti delle sue reliquie ivi custodite sarebbero stati occasionalmente traslati nei diversi luoghi in cui era venerato[16]. Tra i vari edifici religiosi a lui intitolati spiccano il duomo di Magliano Sabina (di cui è santo patrono) e il santuario di San Liberatore presso Ariano Irpino.[20]
Note
modifica- ^ Girolamo Bascapè, Efemeridi sacre di maggio, Napoli, 1691, Bonis Stampatore Arcivescovale, p. 299.
- ^ (LA) Filippo Ferrario, Catalogus generalis Sanctorum, Venezia, 1625, Joannes Guerilius, p. 30.
- ^ Luigi Novarini, Martirologio spirituale, Venezia, 1628, Giovanni Salis Editore, p. 168.
- ^ Filippo Caraffa, Bibliotheca sanctorum, vol. 8, Città Nuova Editrice, p. 17.
- ^ Francesco Lanzoni, Le diocesi d'Italia dalle origini al principio del secolo VII (PDF), vol. 1, Faenza, 1927, Stabilimento grafico F. Lega, p. 256 (archiviato il 3 marzo 2022).
- ^ a b Giorgio Otranto, Per una storia dell'Italia tardoantica cristiana, 2010, Edipuglia, pp. 255-258, ISBN 978-88-7228-596-1 (archiviato il 9 settembre 2024).
- ^ Raffaele Mastriani, Dizionario geografico-storico-civile del regno delle Due Sicilie, vol. 3, 1838, pp. 89-91.
- ^ a b Enrico Isernia, Istoria della città di Benevento dalla sua origine fino al 1894, vol. 1, 2ª ed., Benevento, 1895, A. D'Alessandro e figlio Editori, p. 152.
- ^ a b c (LA) Acta Sanctorum Maii, vol. 14, 1680, pp. 465, 264, 438.
- ^ Valentino Pace e Emma Condello, Il Martirologio di Santa Maria di Gualdo, cod. Vat. lat. 5949: una testimonianza di cultura e storia di area beneventana verso la fine del XII secolo (PDF), collana Ricerche di storia dell'arte, n. 50, 1993, pp. 77-88, ISSN 0392-7202 (archiviato il 12 gennaio 2025).
- ^ In un testo del 1577 si nomina un san Liberatore vescovo, nato o sepolto nel territorio dei Peligni (odierno Abruzzo), senza però l'indicazione del martirio e del giorno della commemorazione, esattamente all'opposto del martirologio ove invece si registra il martirio nel 15 maggio ma senza alcun accenno al vescovato: (LA) Davide Romei, Quinque divi custodes ac praesides urbis Surrenti, Napoli, 1577, Giuseppe Cacchio Editore, p. 409.
In una cronaca del 1590 si narra inoltre di un san Liberatore martire e vescovo di Ariano agli inizi del IV secolo, benché in realtà le origini della città di Ariano e dell'omonima diocesi siano alto-medievali: Giovanni Battista Capozzi, Cronica della città di Ariano, a cura di Ortensio Zecchino, Centro studio verginiani, 1984, Edizioni Padri Benedettini, p. 16. - ^ Nicola Flammia, Storia della città di Ariano, Ariano di Puglia, 1893, pp. 158-159, OCLC 886285390.
- ^ (ES) Enciclopedia universal ilustrada europeo-americana, vol. 30, 1907, p. 428.
- ^ (FR) Jacques Paul Migne, Encyclopédie théologique, vol. 41, 1850, Ateliers Catholiques du Petit-Montrouge, p. 267.
- ^ Vincenzio D'Avino e Antonio Pellicani, Enciclopedia dell'ecclesiastico, vol. 4, 3ª ed., Torino, 1879, Pietro Marietti Editore, p. 384.
- ^ a b Francesco Paolo Sperandio, Sabina sagra e profana antica e moderna, 1790, Zempel, pp. 302-304.
- ^ Angelo Grieco, San Liberatore e San Liberato: due santi ed un solo culto a Massa Lubrense, a cura di Antonino Fienga, 2017, Con-fine Edizioni, ISBN 9788896427750.
- ^ Luca Varzulli, Le tradizioni religiose di Riofreddo (archiviato il 28 agosto 2021).
- ^ Iole Carlettini, La decorazione pittorica medievale di S. Liberatore alla Maiella (PDF), p. 69 (archiviato il 19 maggio 2024).
- ^ Tommaso Vitale, Storia della regia città di Ariano e sua diocesi, Roma, Stamperiia Salomoni, 1794, pp. 188-189.
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