Santa Giustina Vigona

frazione di Mirandola

Santa Giustina Vigona, nota anche come Santa Giustina e in passato chiamata semplicemente Vigona è una località abitata del comune di Mirandola, in provincia di Modena.

Santa Giustina Vigona
frazione
Santa Giustina Vigona – Veduta
Santa Giustina Vigona – Veduta
Chiesa di Santa Giustina Vergine e Martire
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Modena
Comune Mirandola
Territorio
Coordinate44°54′18.56″N 11°04′00.35″E / 44.905156°N 11.066765°E44.905156; 11.066765 (Santa Giustina Vigona)
Abitanti700[2]
Frazioni confinantiMirandola, Quarantoli, Tramuschio
Altre informazioni
Lingueitaliano, mirandolese
Cod. postale41037
Prefisso0535
Fuso orarioUTC+1
Cod. catastaleF240
Patronosanta Giustina vergine e martire
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Santa Giustina Vigona
Santa Giustina Vigona

Sede di parrocchia della diocesi di Carpi,[1] la località è nota poiché durante l'assedio della Mirandola del 1511 vi si acquartierò papa Giulio II, che rischiò di morire colpito da un colpo di artiglieria sparato dal castello dei Pico. La palla di cannone che sfiorò il papa è oggi conservata presso il santuario della Madonna di Loreto.

Storia modifica

Fino al XVI secolo il Borgo di Santa Giustina, chiamato anche Borgo di Sotto o Borgo Franco, si trovava in origine a circa un chilometro più a sud dell'attuale posizione, nel luogo in cui sorge l'attuale lottizzazione "Corte Alta" vicina al cimitero di Mirandola.[3] Nel borgo, che nel 1460 venne restaurato e circondato di mura, era presente l'antico convento dei frati Agostiniani, la chiesa di Santa Maria Maddalena e la canonica degli Scopetini.[4]

 
Il proiettile che sfiorò Papa Giulio II durante l'assedio alla Mirandola nel 1511, donato come ex voto al Santuario di Loreto.

L'8 gennaio 1511 papa Giulio II giunse da Bologna per dare l'assedio alla Mirandola, acquartieradosi il successivo 13 gennaio presso il convento agostiniano. Il giorno 17 un proiettile "grande come una testa d'uomo" sparato da una mezza colubrina da Mirandola colpì la cucina della canonica, situata a fianco della camera in cui alloggiava il papa, ferendo 4 soldati, di cui uno gravissimo. A guerra finita il proiettile venne donato dal papa come ex voto per essere scampato alla morte al Santuario di Loreto,[5] dove è tutt'oggi appesa all'interno della Santa Casa di Nazareth[6][7][8][9], sul lato meridionale.[10] L'episodio fu la chiave di volta del celebre assedio, che durava ormai da parecchi mesi: il papa prese il comando delle truppe e sferrò di persona l'attacco vincente alla fortezza di Mirandola. Al termine dell'assedio, l'intero borgo di Santa Giustina venne raso al suolo da Gianfrancesco II Pico, quale condizione di resa dell'assedio, e ricostruito a Vigona,[4] Il nuovo convento venne nuovamente demolito nel 1537 da Galeotto I Pico,[11] mentre i padri agostiniani rimasero a Santa Giustina Vigona per un secolo, finché nel 1611 si trasferirono all'interno delle mura della Mirandola nel nuovo convento di San Salvatore,[12] pur mantenendo in Vigona un sacerdote del loro ordine con funzione di parroco.[13] La parrocchia di santa Giustina passò quindi il 30 maggio 1653 ai frati Secolari,[14] che fecero rifiorire il convento, tanto da istituire un seminario dell'ordine secolare nel 1690 durante il dominio di Alessandro II Pico, che fece costruire una nuova chiesa, ultimata nel 1715.[11] Il convento venne restaurato due volte, nel 1715 dopo i danni dovuti allo scoppio del torrione del castello dei Pico e poi per riparare il grave incendio il 1º dicembre 1716. Tuttavia, il 22 luglio 1768 l'intero complesso religioso venne raso al suolo dai regolari.[11] Nel 1821 la parrocchia, facente parte della diocesi di Reggio Emilia, fu aggregata alla diocesi di Carpi. La chiesa di santa Giustina fu ricostruita nel 1850.[13]

Nel 1788 sono registrati 467 abitanti ed una superficie complessiva di 3998 biolche.[15] Nel 1929 sono attestati 961 residenti,[16] mentre nel 1945 è registrata una popolazione di 1.121 abitanti.[17]

Il 17 novembre 1944 la località subì un bombardamento aereo, che causò la morte del parroco don Amadio Po.[18]

Come tutta la bassa modenese e le zone limitrofe, anche Santa Giustina Vigona è stata duramente colpita dal Terremoto dell'Emilia del 2012. I danni maggiori si registrarono soprattutto nella chiesa e nella sala parrocchiale e negli edifici rurali storici (casolari e fienili). Il 17 ottobre 2021, è stata riaperta al culto la chiesa parrocchiale, la seconda, dopo la Chiesa di Santa Maria Maggiore, nel territorio di Mirandola a "risorgere" dalle macerie del sisma del 2012.

Monumenti e luoghi d'interesse modifica

La chiesa parrocchiale di Santa Giustina vergine e martire, già demolita nel 1512 dopo l'assedio di Giulio II, venne ricostruita nell'attuale sede.[3] Ulteriormente riedificata per volontà dell'ultimo duca estense Francesco V, la chiesa si presenta a navata unica.[3] Al suo interno erano presenti tre dipinti, raffiguranti la titolare Santa Giustina di pittore anonimo emiliano del XVII secolo, un Angelo annunziante dello Scarsellino (probabilmente parte di un precedente quadro smembrato) e una Deposizione con San Sebastiano e San Rocco di Teodoro Ghisi,[19] ora esposti al museo diocesano di Carpi. L'archivio storico parrocchiale conserva documenti dal 1584 al 1994.[20]

Note modifica

  1. ^ a b Parrocchia di Santa Giustina in Santa Giustina Vigona di Mirandola, su carpirinasce.it. URL consultato il 24 marzo 2018 (archiviato dall'url originale l'8 luglio 2018).
  2. ^ [1]
  3. ^ a b c Vilmo Cappi, Guida storica ed artistica della Mirandola e dintorni, Lions Club della Mirandola, 1981, p. 148.
  4. ^ a b Veronesi, p. 52.
  5. ^ Giuseppe Sacchi, Loreto, in Copia archiviata, Cosmorama pittorico, Milano, Tipografia del Cosmorama, 1835, p. 373. URL consultato il 24 marzo 2018 (archiviato il 1º agosto 2017).
  6. ^ Orazio Torsellini, Che Giulio Secondo da un colpo di bombarda scampato honorò con doni la Santa Casa, in Copia archiviata, De l'historia della ssma. Maria di Loreto libri V, traduzione di Bartolomeo Zucchi, Venezia, Domenico Imberti, 1604, pp. 124-127. URL consultato il 24 marzo 2018 (archiviato il 1º agosto 2017).
  7. ^ Gaetano Ferri, La santa casa di Nazareth e la città di Loreto descritte storicamente e disegnate (PDF), Macerata, Tipografia Giuseppe Cortesi, 1853, p. 17. URL consultato il 24 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2017).
  8. ^ Autonio Gaudenti, Storia della Santa Casa di Loreto, esposta in dieci brevi ragionamenti fra un sacerdote custode di S. Casa, ed un divoto pellegrino: coll'aggiunta delle rarità più osservabili nel tempio lauretano, Loreto, Eredi Sartori, 1790, p. 112. URL consultato il 24 marzo 2018 (archiviato il 1º agosto 2017).
  9. ^ Vincenzio Murri, Dissertazione sulla identità della Santa Casa di Nazarette ora venerata in Loreto. Con una nuova aggiunta di tutte le rarità, e doni preziosi, che si conservano nel tesoro di questo santuario, Loreto, Stamperia di Alessandro Carnevali, 1791, p. 108. URL consultato il 24 marzo 2018 (archiviato il 1º agosto 2017).
  10. ^ Vincenzo Murri, Relazione istorica della Prodigiose Translazioni della Santa Casa di Nazarette ora venerata in Loreto, a cura di Lucio Gianuizzi, Loreto, Fratelli Rossi, 1841, p. 146. URL consultato il 24 marzo 2018 (archiviato il 1º agosto 2017).
  11. ^ a b c Girolamo Tiraboschi, Notizie biografiche in continuazione della Biblioteca Modonese, vol. 2, Forni editore, 1835, p. 168. URL consultato il 24 marzo 2018 (archiviato il 25 marzo 2018).
  12. ^ Fabrizio Anceschi, San Possidonio: un santo, un territorio, Centro internazionale di cultura Giovanni Pico della Mirandola, 1999, p. 141.
  13. ^ a b Parrocchia di Santa Giustina vergine e martire in Vigona, su SIUSA, MiBACT.
  14. ^ Il primo parroco secolare fu nel 1654 don Giuseppe Gagliardi.
  15. ^ Lodovico Ricci, Corografia dei territori di Modena, Reggio, e degli altri stati già appartenenti alla casa d'Este, Soliani, 1788, pp. 253-254. URL consultato il 24 marzo 2018 (archiviato il 24 marzo 2018).
  16. ^ Annuario generale, Touring club italiano, 1929, p. 595.
  17. ^ Il pescatore reggiano, Reggio Emilia, Bizzocchi, 1945, p. 219. URL consultato il 24 marzo 2018 (archiviato il 24 marzo 2018).
  18. ^ Mino Martelli, Una guerra e due resistenze, 1940-1946: opere e sangue del clero italiano nella guerra e nella Resistenza su due fronti, Edizioni Paoline, 1977, p. 272.
  19. ^ Arte cristiana, n. 850-855, Scuola beato angelo, 2009, p. 113.
  20. ^ Gli archivi parrocchiali recuperati. Diocesi di Carpi, su Soprintendenza archivistica per l'Emilia-Romagna. URL consultato il 24 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 24 marzo 2018).

Bibliografia modifica

  • Giovanni Veronesi, Quadro storico della Mirandola e della Concordia, Mirandola, Tipolito Golinelli, 1990.

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

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