La sarabanda è una danza lenta di carattere solenne in 3/4 o in 3/2 con accento sul secondo tempo, con la caratteristica di avere il secondo ed il terzo tempo della battuta spesso legati, così da produrre un ritmo particolare di semiminime e di minime alternate. Le semiminime sono ritenute corrispondere ai passi trascinati nella danza.

Si pensa che tale danza abbia origine spagnola come vorticosa danza d'amore, ma si presuppone che questa derivi a sua volta dall'Arabia o dalla Persia. Il nome appare per la prima volta in America Centrale: nel 1539, una danza denominata Zarabanda è menzionata in un poema scritto a Panama da Fernando Guzmán Mexía. Probabilmente la danza divenne popolare nelle colonie spagnole, prima di attraversare l'Oceano Atlantico e raggiungere la Spagna. Nonostante venisse bandita nel 1583 perché ritenuta oscena, essa venne frequentemente citata nella letteratura del periodo (per esempio nelle opere di Miguel de Cervantes e di Lope de Vega).

Più tardi essa divenne un movimento tipico della suite barocca: per esempio, tutte le sei Suite per violoncello solo di Johann Sebastian Bach contengono una sarabanda, come anche la Suite per orchestra n. 2. Molti altri musicisti italiani (Antonio Vivaldi, Arcangelo Corelli), inglesi (Henry Purcell) e tedeschi (Johann Pachelbel) hanno utilizzato molto questa danza nelle loro composizioni strumentali. Troviamo esempi più recenti in Ferruccio Busoni (Dott. Faust), Luigi Dallapiccola (Sarabanda, Fanfara e Giga), Albert Roussel (Suite in fa), Francis Poulenc (Sarabande per chitarra, 1960).

Celebri opere

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Bibliografia

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  • Ottó Károlyi, La grammatica della musica

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