Scilluc
Gli Shilluk[1] sono una popolazione del Sudan centrale e meridionale e si riferiscono a sé stessi come Chollo.

Occupano la zona dal bacino del Sobat al Nilo bianco, regione che ha come centro la città di Malakal, e vivono di agricoltura e allevamento. Vengono inoltre praticate la caccia e la pesca.
Parlano una lingua appartenente alla famiglia nilo-sahariana.
Nel 2002 la popolazione stimata era di circa 600.000 individui. Rappresentano il terzo gruppo etnico del Sudan.
Vivono in grandi villaggi di capanne coniche ed entrambi i sessi si dividono il lavoro agricolo. La struttura sociale tradizionale è organizzata in clan familiari, raggruppati in tribù tra loro confederate. Un re ereditario e divino (reth), scelto tra i figli del re precedente, rappresenta l'eroe Nyikang, grande cacciatore e primo re, e simboleggia l'intero popolo, mentre i villaggi sono retti da capi eletti. Nella loro religione hanno un dio supremo e praticano il culto degli spiriti degli antenati. Attualmente tuttavia la maggior parte della popolazione ha adottato il Cristianesimo.
La regione in cui vivono è oggetto di un conflitto armato iniziato nel 2003 tra lo SPLA (Sudanese People's Liberation Army) e il governo. Una parte della popolazione è stata costretta ad abbandonare i propri villaggi e a rifugiarsi in città, a scapito della propria autosufficienza alimentare.
NoteModifica
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Collegamenti esterniModifica
- Shilluk, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- Renato Boccassino, Carlo Tagliavini, SCILLUK, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1936.
- shilluk, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- (EN) Scilluc, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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