Sima Samar

avvocata afghana

Sima Samar (Jaghori, 3 febbraio 1957) è un'avvocatessa e attivista afghana. Si batte per i diritti delle donne e i diritti umani e opera nel sociale.

Sima Samar
سیما سمر
Sima Samar

Ministra per la Condizione delle Donne in Afghanistan
Durata mandato22 dicembre 2001 –
22 giugno 2002
PresidenteHamid Karzai
Predecessorecarica non presente
SuccessoreHabiba Sarabi

Dati generali
Partito politicoTruth and Justice Party

È stata Ministra per la Condizione delle Donne in Afghanistan dal dicembre del 2001 al 2003. Attualmente è la presidente della Commissione Indipendente Afghana per i Diritti Umani (AIHRC) e dal 2005 al 2009 è stata, inviata speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Sudan dal 2005 al 2009.[1] Nel 2011 è stata membro del partito Verità e Giustizia, recentemente fondato.

Biografia modifica

Sima Samar nacque a Jaghori, nella provincia di Ghazni in Afghanistan e appartiene all'etnia Hazara, una delle più perseguitate del paese.[2] Ottenne la laurea in medicina nel febbraio 1982 all'Università di Kabul. Praticò medicina in un ospedale governativo a Kabul, ma dopo pochi mesi fu costretta a fuggire per la sua incolumità verso la sua città natale, Jaghori, dove fornì trattamenti medici a pazienti delle remote regioni dell'Afghanistan centrale. Attualmente è direttrice della Commissione per i diritti umani in Afghanistan.

Carriera modifica

Nel 1984, il regime comunista arrestò suo marito e Sima Samar fuggì in Pakistan insieme al suo giovane figlio. Successivamente fu dottoressa nel reparto rifugiati nel Mission Hospital. Stanca della totale assenza di strutture per la salute delle donne afghane, nel 1989 istituì l'Organizzazione Shuhada e la Clinica Shuhada a Quetta, Afghanistan. L'Organizzazione Shuhada era dedicata alla fornitura di cure mediche alle donne e ragazze afghane, alla formazione di personale medico e all'istruzione. Negli anni seguenti ulteriori ambulatori furono aperti in tutto il territorio dell'Afghanistan.

Dopo aver vissuto come rifugiata per oltre un decennio, nel 2002, Sima Samar ritornò in Afghanistan per assumere un posto di rilievo nell'Amministrazione Transitoria Afghana capeggiata da Hamid Karzai. Nel governo transitorio, è stata prima Vicepresidente e poi Ministra per la Condizione delle Donne. È stata costretta a consegnare le dimissioni dal suo ruolo dopo aver ricevuto minacce di morte e di vessazioni per aver messo in discussione le leggi islamiche conservatrici, in particolare le leggi coraniche, durante un'intervista rilasciata in Canada a un giornale persiano. Nel Loya Jirga (Grande Consiglio) del 2003, parecchi estremisti religiosi sottoscrissero un annuncio su un giornale locale in cui definirono Sima Samar il Salman Rushdie dell'Afghanistan.

Attualmente è capo della Commissione Indipendente Afghana dei Diritti Umani (AIHRC). Nel 2010 ha istituito il Gawharshad Institute of Higher Education, che ha attirato più di 1200 studenti.[1] Lei è uno delle quattro protagoniste nel documentario di Sally Armstrong Daughters of Afghanistandel 2004. Il documentario mostra il lavoro di Sima Samar come Ministra per le Politiche Femminili e mostra la sua successiva perdita di potere.

La dottoressa Samar rifiuta pubblicamente di accettare che le donne siano tenute in isolamento rispetto alla vita pubblica e parla apertamente contro la pratica di indossare il burqa (che le copre dalla testa ai piedi), imposta inizialmente dai mujahideen fondamentalisti e poi dai talebani. Ha anche attirato l'attenzione sul fatto che molte donne afgane soffrano di osteomalacia, un indebolimento delle ossa causato da una dieta inadeguata. L'indossare il burqa riduce infatti l'esposizione della pelle alla luce solare e aggrava ulteriormente la situazione delle donne che soffrono di osteomalacia.

Politica modifica

È diventata membro del partito Verità e Giustizia, formato nel 2011.

Premi e riconoscimenti modifica

Sima Samar ha ricevuto numerosi premi internazionali[3] per il suo impegno per i diritti umani e la democrazia, fra cui:

  • 1994 Premio Ramon Magsaysay per la Direzione della Comunità;
  • 1995 Premio Global Leader for Tomorrow from the World Economic Forum in Svizzera;
  • 1998 Premio 100 Heroines, ricevuto negli Stati Uniti;
  • Il Premio Paul Grunninger per i diritti umani, ricevuto dalla fondazione Paul Grunninger, nel marzo 2001 in Svizzera;
  • Il Premio Voices of Courage, ricevuto dalla commissione femminile per le donne e i bambini rifugiati, nel giugno 2001 a New York;
  • Il Premio John Humprey Freedom, Rights & Democracy, nel 2001 in Canada, 2001;[4]
  • Ms. Magazine, Donna dell'Anno a favore delle donne afgane, USA dicembre 2001;
  • Il Premio Donna del Mese, Toronto, Canada, dicembre 2001;
  • Il Premio Best Social Worker, ricevuto dalla fondazione Mailo Trust, a Quetta, in Pakistan nel marzo 2001;
  • Il Premio Internation Human Rights, conferito dal gruppo International Human Rights Law, Washington DC aprile 2002;
  • Il Premio Freedom, conferito dalla Women's Association for Freedom and Democracy, Barcellona luglio 2002;
  • Lawyers Committee for Human Rights, New York, ottobre 2002;
  • Il premio Perdita Huston Human Rights 2003;
  • Il premio Profile in courage nel 2004;
  • Classificata per A Different View's 15 Champions of World Democracy nel gennaio 2008;[5]
  • Peace Prize of the City of Leper (Ypres) Belgio 2008;
  • Il Premio Asia Democracy and Human Rights, dicembre 2008;[6]
  • Geuzenpenning 2011;
  • Right Livelihood Award, 2012[7]
  • Il Premio Madre Teresa per la Giustizia Sociale, nel novembre 2012;[8]
  • Dottorato Onorario dalla Salem State University, nel maggio 2013;
  • Allard Prize for International Integrity nel 2013, Finalista del premio CDN$25,000.[9]

Onorificenze modifica

«Attraverso decenni di difficoltà politiche, repressione e grave pericolo personale, Sima Samar ha costantemente difeso i diritti umani in Afghanistan e in tutto il mondo. Medico di professione e schietto difensore dei diritti delle donne, ha contribuito a istituire scuole e cliniche mediche per ragazze e donne in Afghanistan e nei campi profughi in Pakistan. Dopo la caduta del regime talebano, è stata vice primo ministro e ministro per gli affari delle donne nel governo ad interim dell'Afghanistan. In questi e altri ruoli, anche come presidente della Commissione indipendente per i diritti umani dell'Afghanistan, ha contribuito a gettare le basi per un cambiamento di vasta portata nell'amministrazione della giustizia sociale. È l'ex relatrice speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani in Sudan, ha lavorato a stretto contatto con i funzionari canadesi in molti dei suoi sforzi e ha vinto numerosi premi internazionali per i diritti umani.»
— nominata il 25 maggio 2009, investita il 17 novembre 2010[10][11]

Note modifica

  1. ^ a b (EN) Gawharshad Institute of Higher Education, in Wikipedia, 22 febbraio 2019. URL consultato il 24 febbraio 2019.
  2. ^ Copia archiviata, su shuhada.org.af. URL consultato il 24 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2019).
  3. ^ Honors listed in citation for the 2003 Perdita Huston Human Rights Award, su perditahustonaward.com. URL consultato il 24 febbraio 2019 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2006).
  4. ^ John Humphrey Freedom Award 2009, su dd-rd.ca, Rights & Democracy, 2010. URL consultato l'11 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 27 settembre 2011).
  5. ^ A Different View, Issue 19, gennaio 2008.
  6. ^ The Asia Democracy and Human Rights Award, su tfd.org.tw. URL consultato l'8 maggio 2012.
  7. ^ Alternative Nobel Prize to Hazara Human Rights Activist Sima (...) - Kabul Press کابل پرس, su kabulpress.org. URL consultato il 30 dicembre 2016.
  8. ^ Mother Teresa Awards 2012, su motherteresaawards.org, Mother Teresa Awards: A Harmony Foundation Initiatives. URL consultato il 15 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2014).
  9. ^ Allard Prize Recipient and Honourable Mentions, su Allard Prize for International Integrity, Peter A. Allard School of Law. URL consultato il 17 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2015).
  10. ^ (EN) Sito web del Governatore Generale del Canada: dettaglio decorato.
  11. ^ Governor General announces 60 new appointments to the Order of Canada, su gg.ca, 1º luglio 2009 (archiviato dall'url originale il 5 luglio 2009).
  12. ^ (EN) Sito web del Governatore Generale del Canada: dettaglio decorato.

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Controllo di autoritàVIAF (EN61273857 · ISNI (EN0000 0000 4444 6494 · LCCN (ENno2005026196 · GND (DE1188371053 · J9U (ENHE987007422386605171 · WorldCat Identities (ENlccn-no2005026196