Tumbarinos

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Sos tumbarinos sono i tamburini che animano il paese di Gavoi, comune della provincia di Nuoro, durante la manifestazione del carnevale.

Sos tumbarinos

La storia modifica

 
Sos tumbarinos in concerto

Il tamburo (tumbarinu 'e Gavoi), attestato a Gavoi assieme al piffero (detto anche pipiolu) già dal 1829, è oggi quasi scomparso negli altri paesi della Sardegna. [1] In questo caso parliamo di uno strumento musicale che risulta essere la vera maschera e il vero protagonista di questo carnevale barbaricino. Uno strumento il cui suono (su sonu) echeggia e ricorda la storia e il passato. Durante il carnevale la comunità ballava e si divertiva attraverso il ballo sardo, elemento immancabile delle feste, il concerto del coro e il suono degli strumenti musicali tipici quali appunto il tamburo e le launeddas.

Caratteristiche modifica

 
Piffero sardo del 1800

I tamburi sono costruiti a mano con pelli prevalentemente di pecora, di capra e di cane. Il vero protagonista di questo carnevale infatti è proprio il suono. Questi possono avere varia forma e possono presentare decorazioni di differente genere.

 
Sos tumbarinos - dettaglio tamburo

Al fianco del classico tamburo e a su pipiolu troviamo anche altri strumenti: Su triangulu (il triangolo) e su tumborro anche detto serraggia, strumento a corda realizzata con una vescica di maiale poggiata all'estremità di una canna e con funzione di cassa di risonanza. Una corda tesa, solitamente di crine di cavallo, viene poggiata sulla vescica e sfregata con un archetto di legno seghettato produce dei suoni.

Costumi modifica

Sos Sonadores (i suonatori in sardo) sono vestiti con l'abito in velluto e portano anche i gambales (gambali) e su bonette (la coppola).

La rappresentazione modifica

Tutto inizia nella giornata del giovedì grasso, detto zobia lardazzola. I sonadores escono dai rioni del comune per riunirsi in piazza. Lì inizia la vera festa con canti e balli. La notte del martedì grasso si chiude su carrasecare con su Zizarone, il fantoccio che raffigura il re del carnevale, gettato al rogo.

Note modifica

  1. ^ Antoniu Rubattu - Mascheras de su Carrasegare Sardu (PDF), su antoninurubattu.it. URL consultato il 10 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 10 dicembre 2017).

Bibliografia modifica

  • Museo della festa a cura del ministero. Progetto nato pochi anni fa sul sito internet di Rai International con il patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali.[1]
  • Maschere e carnevale in Sardegna, Franco Stefano Ruiu.[2] Archiviato il 5 marzo 2016 in Internet Archive.