Carnevale

periodo festivo che precede la Quaresima
Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Carnevale (disambigua).

Il Carnevale è una festa mobile e un periodo dell'anno cattolico/cristiano[1] che precede il tempo liturgico della Quaresima e prevede celebrazioni pubbliche a febbraio o all'inizio di marzo, includendo eventi come parate, giochi di strada e altri intrattenimenti, che combinano alcuni elementi di un circo.[2][3][4][5] Costumi e maschere consentono alle persone di mettere da parte la loro individualità quotidiana e sperimentare un accresciuto senso di unità sociale. I partecipanti spesso indulgono nel consumo eccessivo di alcol, carne e altri cibi che saranno messi da parte durante la prossima Quaresima. Questo festival è noto per essere un momento di grande indulgenza prima della Quaresima con il bere, l'eccesso di cibo e varie altre attività di indulgenza. Ad esempio, frittelle, zeppole, ciambelle e altri dolci vengono preparati e mangiati per l'ultima volta. Durante la Quaresima si mangiano meno prodotti animali e gli individui hanno la possibilità di fare un sacrificio quaresimale, rinunciando così a un certo oggetto o attività del desiderio.[6][7]

Carnevale
Carnevale a Roma nel 1650/1
Tiponazionale e/o internazionale
Periodoprecedente il Mercoledì delle ceneri
ReligionePaganesimo e Cristianesimo
Ricorrenze correlateQuaresima
Tradizioni profanesfilate di maschere, veglioni e balli in maschera, sfilate di carri allegorici
Tradizioni culinariedolci carnevaleschi

Altre caratteristiche comuni del Carnevale includono battaglie simulate con i coriandoli, espressioni di satira sociale, costumi grotteschi, e un generale capovolgimento delle regole e delle norme quotidiane. La tradizione italiana di indossare maschere risale al Carnevale di Venezia nel XV secolo e per secoli è stata un'ispirazione per il teatro greco e la commedia dell'arte.

Storia modifica

Etimologia modifica

Secondo la più accreditata interpretazione la parola 'carnevale' deriverebbe dal latino carnem levare ("eliminare la carne"),[8] [9]poiché indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di Carnevale (martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima[10][11][12][13]. In alternativa si è ipotizzato che il termine possa invece aver tratto origine dall'espressione latina carne levamen (avente l'analogo significato di "eliminazione della carne"), oppure dalla parola carnualia ("giochi campagnoli") o ancora dalla locuzione carrus navalis ("nave su ruote", quale esempio di carro carnevalesco)[14] se non addirittura da currus navalis ("corteo navale"), usanza di origine pagana e occasionalmente sopravvissuta fino al XVIII secolo tra i festeggiamenti del periodo[15]. Le prime testimonianze dell'uso del vocabolo "carnevale" (detto anche "carnevalo") vengono dai testi del giullare Matazone da Caligano alla fine del XIII secolo e del novelliere Giovanni Sercambi verso il 1400.[16]

I festeggiamenti maggiori avvengono il giovedì grasso[senza fonte] e il martedì grasso, ossia l'ultimo giovedì e l'ultimo martedì prima dell'inizio della Quaresima. In particolare il martedì grasso è il giorno di chiusura dei festeggiamenti carnevaleschi, dato che la Quaresima nel rito romano inizia con il Mercoledì delle ceneri.

Origine modifica

I caratteri della celebrazione del carnevale hanno origini in festività molto antiche, come per esempio le Dionisie greche e i Saturnali romani, durante le quali si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell'ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza. Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l'ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all'inizio del carnevale seguente.[17] Il ciclo preso in considerazione è, in pratica, quello dell'anno solare. Nel mondo antico romano la festa in onore della dea egizia Iside, importata anche nell'Impero romano, comporta la presenza di gruppi mascherati, come attesta lo scrittore Lucio Apuleio nelle Metamorfosi (libro XI). Presso i Romani la fine del vecchio anno era rappresentata da un uomo coperto di pelli di capra, portato in processione, colpito con bacchette e chiamato Mamurio Veturio[18].

Durante le antesterie passava il carro di colui che doveva restaurare il cosmo dopo il ritorno al caos primordiale.[19] In Babilonia poco dopo l'equinozio primaverile veniva riattualizzato il processo originario di fondazione del cosmo, descritto miticamente dalla lotta del dio salvatore Marduk con il drago Tiamat che si concludeva con la vittoria del primo. Durante queste cerimonie si svolgeva una processione nella quale erano allegoricamente rappresentate le forze del caos che contrastavano la ri-creazione dell'universo, cioè il mito della morte e risurrezione di Marduk, il salvatore.

Nel corteo c'era anche una nave a ruote su cui il dio Luna e il dio Sole percorrevano la grande via della festa - simbolo della parte superiore dello Zodiaco - verso il santuario di Babilonia, simbolo della terra. Questo periodo, che si sarebbe concluso con il rinnovamento del cosmo, veniva vissuto con una libertà sfrenata e un capovolgimento dell'ordine sociale e morale. Il noto storico delle religioni Mircea Eliade scrive nel saggio Il Mito dell'Eterno Ritorno: "Ogni Nuovo Anno è una ripresa del tempo al suo inizio, cioè una ripetizione della cosmogonia. I combattimenti rituali fra due gruppi di figuranti, la[20] presenza dei morti, i saturnali e le orge, sono elementi che denotano che alla fine dell'anno e nell'attesa del Nuovo Anno si ripetono i momenti mitici del passaggio dal Caos alla Cosmogonia"[21].

Più oltre Eliade afferma che "allora i morti potranno ritornare, poiché tutte le barriere tra morti e vivi sono rotte (il caos primordiale non è riattualizzato?) e ritorneranno giacché in questo momento paradossale il tempo sarà annullato ed essi potranno di nuovo essere contemporanei dei vivi".[22] Le cerimonie carnevalesche, diffuse presso i popoli indoeuropei, mesopotamici, nonché di altre civiltà, hanno perciò anche una valenza purificatoria e dimostrano il "bisogno profondo di rigenerarsi periodicamente abolendo il tempo trascorso e riattualizzando la cosmogonia".[23]

Eliade scrive che "l'orgia è anch'essa una regressione nell’oscuro, una restaurazione del caos primordiale; in quanto tale, precede ogni creazione, ogni manifestazione di forme organizzate".[24] L'autore aggiunge poi che "sul livello cosmologico l'orgia corrisponde al Caos o alla pienezza finale; nella prospettiva temporale, l'orgia corrisponde al Grande Tempo, all'istante eterno, alla non - durata. La presenza dell'orgia nei cerimoniali che segnano divisioni periodiche del tempo tradisce una volontà di abolizione integrale del passato mediante l'abolizione della Creazione.

La confusione delle forme è illustrata dallo sconvolgimento delle condizioni sociali (nei Saturnali lo schiavo è promosso padrone, il padrone serve gli schiavi; in Mesopotamia si deponeva e si umiliava il re, ecc.), dalla sospensione di tutte le norme, ecc. Lo scatenarsi della licenza, la violazione di tutti i divieti, la coincidenza di tutti i contrari, ad altro non mirano che alla dissoluzione del mondo - la comunità è l'immagine del mondo - e alla restaurazione dell'illud tempus primordiale ("quel tempo", il Grande Tempo mitico e a - storico delle origini; N.d.A.), che è evidentemente il momento mitico del principio (caos) e della fine (diluvio universale o ekpyrosis, apocalisse). Il significato cosmologico dell'orgia carnascialesca di fine d'anno è confermato dal fatto che al Caos segue sempre una nuova creazione del Cosmo"[25].

Il carnevale si inquadra quindi in un ciclico dinamismo di significato mitico: è la circolazione degli spiriti tra cielo, terra e inferi. Il Carnevale riconduce a una dimensione metafisica che riguarda l'uomo e il suo destino. In primavera, quando la terra comincia a manifestare la propria energia, il Carnevale segna un passaggio aperto tra gli inferi e la terra abitata dai vivi (anche Arlecchino ha una chiara origine infera). Le anime, per non diventare pericolose, devono essere onorate e per questo si prestano loro dei corpi provvisori: essi sono le maschere che hanno quindi spesso un significato apotropaico, in quanto chi le indossa assume le caratteristiche dell'essere "soprannaturale" rappresentato.

 
Oinochoe raffigurante la sfilata di un gufo armato durante la celebrazione delle Antesterie (410–390 a.C.).

Queste forze soprannaturali creano un nuovo regno della fecondità della Terra e giungono a fraternizzare allegramente tra i viventi. “Le maschere che incarnano gli antenati, le anime dei morti che visitano cerimonialmente i vivi (Giappone, mondo germanico, ecc.), sono anche il segno che le frontiere sono state annientate e sostituite in seguito alla confusione di tutte le modalità. In questo intervallo paradossale fra due tempi (= fra due Cosmi), diventa possibile la comunicazione tra vivi e morti, cioè fra forme realizzate e il preformale, il larvale”.[26] Il carattere infernale e diabolico delle maschere è riconoscibile in particolare in certe maschere come il già citato Arlecchino (maschera policroma e fiammante vestito a losanghe policrome), Pulcinella (volto metà bianco e metà nero e camice bianco), Zanni (tunica e calzoni bicolori). Tra le maschere regionali italiane che maggiormente testimoniano l'origine infero-demoniaca ci sono i mamuthones e gli issohadores in Sardegna.[27] Alla fine il tempo e l'ordine del cosmo, sconvolti nella tradizione carnevalesca, vengono ricostituiti (nuova Creazione) con un rituale di carattere purificatorio[28] comprendente un "processo", una "condanna", la lettura di un "testamento" e un "funerale" del carnevale[29] il quale spesso comporta il bruciamento del "Re carnevale" rappresentato da un fantoccio (altre volte l'immagine - simbolo del carnevale è annegata o decapitata). Tale cerimonia avviene in molte località italiane, europee ed extraeuropee (sulla morte rituale del carnevale si veda anche Il ramo d'oro di James George Frazer[30]). Il processo e la messa a morte del Carnevale, sul quale si addossano tutti i mali della comunità, è la parodia di un vero e proprio processo con imputato, avvocato difensore, pubblico ministero ed altri personaggi. Il Carnevale fa testamento, ma altre volte il testamento viene fatto da un suo equivalente.[31]

“La ripetizione simbolica della cosmogonia, che segue all'annientamento simbolico del mondo vecchio, rigenera il tempo nella sua totalità[32].[33]

Più prosaica l'analisi dell'antropologo sociale James C. Scott, che individua nel carnevale una parentesi volta a ribadire chi detiene in fondo il potere nel resto dell'anno, a guisa di panem et circenses.[34]

Nel XV e XVI secolo, a Firenze i Medici organizzavano grandi mascherate su carri chiamate "trionfi" e accompagnate da canti carnascialeschi, cioè canzoni a ballo di cui anche Lorenzo il Magnifico fu autore. Celebre è Il trionfo di Bacco e Arianna scritto proprio dal Magnifico. Nella Roma del regno pontificio si svolgevano invece la corsa dei barberi (cavalli da corsa) e la "gara dei moccoletti" accesi che i partecipanti cercavano di spegnersi reciprocamente.[35]

Nella storia dell'arte, famosa opera pittorica è la Lotta tra Carnevale e Quaresima del pittore olandese Pieter Bruegel il Vecchio.[36] Personaggi mascherati del carnevale veneziano sono presenti in vari dipinti del Settecento veneziano di Canaletto, Francesco Guardi e negli interni di Pietro Longhi. Il Carnevale non termina ovunque il Martedì grasso: fanno eccezione il Carnevale di Viareggio, il Carnevale di Ovodda[37], il carnevale di Poggio Mirteto, il carnevale di Borgosesia e il Carnevalone di Chivasso. Anche il Carnevale di Foiano della Chiana[38] termina la domenica dopo le Ceneri. In diversi Carnevali il martedì grasso si rappresenta, spesso con un falò, la "morte di Carnevale".

L'antica tradizione del carnevale si è mantenuto anche dopo l'avvento del Cristianesimo: anche a Roma stessa, capitale del Cristianesimo, la maggiore festa pubblica tradizionale è stata il Carnevale Romano fino alla sua soppressione negli anni successivi all'Unità d'Italia. In alcune aree centro-europee è maggiormente legato ad aree di tradizione cattolica rispetto a quelle protestanti, come nel caso della regione storica tedesca del Baden, divenuta parte del Land del Baden-Württemberg fin dopo l'avvento della Repubblica di Weimar.

Data modifica

L'inizio del periodo carnevalesco è tradizionalmente fissato il giorno successivo alla domenica del Battesimo del Signore[senza fonte]. Finisce il martedì precedente il mercoledì delle ceneri che segna l'inizio della quaresima, con l'eccezione del carnevale ambrosiano (che termina nel giorno di sabato, in quanto la Quaresima comincia dalla prima domenica) e della tradizione della Tabernella nell'arcidiocesi di Lucca (prima domenica di Quaresima). Il momento culminante si ha dal giovedì grasso fino al martedì, ultimo giorno di carnevale (Martedì grasso). Questo periodo, essendo collegato con la Pasqua (festa mobile), non ha ricorrenza annuale fissa ma variabile. In realtà la Pasqua cattolica può cadere dal 22 marzo al 25 aprile (calcolo della Pasqua) e intercorrono 46 giorni tra il Mercoledì delle ceneri e Pasqua. Ne deriva che in anni non bisestili martedì grasso cade dal 3 febbraio al 9 marzo. Per questo motivo i principali eventi si concentrano in genere tra i mesi di febbraio e marzo.

Data del martedì grasso
Anno Martedì grasso
2000 7 marzo
2001 27 febbraio
2002 12 febbraio
2003 4 marzo
2004 24 febbraio
2005 8 febbraio
2006 28 febbraio
2007 20 febbraio
2008 5 febbraio
2009 24 febbraio
2010 16 febbraio
2011 8 marzo
2012 21 febbraio
2013 12 febbraio
2014 4 marzo
2015 17 febbraio
2016 9 febbraio
2017 28 febbraio
2018 13 febbraio
2019 5 marzo
2020 25 febbraio
2021 16 febbraio
2022 1º marzo
2023 21 febbraio
2024 13 febbraio
2025 4 marzo
2026 17 febbraio
2027 9 febbraio
2028 29 febbraio
2029 13 febbraio
2030 5 marzo

Nel 1974 Joseph Ratzinger, il futuro Papa Benedetto XVI rimarcò che per i cattolici il Carnevale ha direttamente a che fare con il sentimento di "umanità" cristiana in quanto tale festa è "espressione di gioia"[39].

 
Il Carnevale di Bagolino

Nel mondo modifica

Europa modifica

  Lo stesso argomento in dettaglio: Carnevale in Italia.
Albania
Austria
Belgio
Croazia
Cipro
Danimarca
Francia
Germania
 
Germania: Carnevale di Monaco di Baviera
Grecia

Pur essendo un paese di tradizione ortodossa e non cattolica, anche in Grecia le celebrazioni carnevalesche sono molto diffuse. Alcune fonti sostengono che queste abbiano origine in antichi riti dionisiaci[40], ma i principali carnevali attualmente esistenti hanno avuto inizio soltanto tra il XIX secolo e l'inizio del XX secolo e prevalentemente in città con stretti legami culturali e commerciali con l'Italia, come Patrasso[41], oppure direttamente sotto secolare controllo veneziano, come nel caso di Retimo. Il periodo delle αποκριές (apokries, letteralmente "allontarsi dalla carne")[42] inizia dieci settimane prima della Pasqua ortodossa e culmina nelle feste mascherate e nelle sfilate di carri che si svolgono l'ultima domenica prima dell'inizio della quaresima.

Italia
 
Italia: Carnevale di Venezia


Portogallo
Regno Unito

Il Carnevale di Notting Hill, Londra (Regno Unito), festa che non si celebra nel periodo di Carnevale, ma in Agosto e dunque la sua relazione con il carnevale è solo nel nome, dovuto al fatto che la sfilata è guidata dai membri della comunità delle Indie occidentali londinesi.

Russia

Non essendo un paese di tradizione cattolica, ma ortodossa, non vi si celebra il Carnevale, al quale però corrisponde la festa di Maslenitsa, legata al digiuno ecclesiastico nella Chiesa ortodossa, corrispondente in parte alla quaresima cattolica[43].

Slovenia
Spagna
Svizzera
 
Svizzera: Carnevale di Bellinzona
Ungheria

America modifica

Argentina
Brasile
 
Brasile: Carnevale di Rio
 
Brasile: Carnevale di Recife
Bolivia
Canada
  • Carnevale di Quebec
Colombia
Cuba
Panama
Stati Uniti
 
2007 Carnevale di New Orleans
Trinidad e Tobago

Galleria d'immagini modifica

Note modifica

  1. ^ * Aa. Vv. Feste, danze e furori. Dal corteo dionisiaco al Carnevale, Gangemi Editore (pagina 15). ISBN 9788849273250.
    • Agata C. Amato, Francesco D'Agostino, Cento e una voce di filosofia dal diritto, capitolo "Carnevale", Giappichelli Editore, 2013 (pagina 37).
  2. ^ (IT) carnevale, su Wikizionario. URL consultato il 24 gennaio 2024.
  3. ^ (IT) Carnevale: Definizione e significato - Dizionario di Italiano, su Corriere della Sera. URL consultato il 24 gennaio 2024.
  4. ^ (IT) carnevale, su Vocabolario Treccani. URL consultato il 24 gennaio 2024.
  5. ^ (IT) Carnevale: le origini della festa più matta dell'anno, su Focus Junior. URL consultato il 24 gennaio 2024.
  6. ^ Rosanna Carrizzo, Carnevale: perché si chiama così? Le origini e le curiosità della festa, su The Wom Travel, 11 gennaio 2023. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  7. ^ Claudia Cornacchini, Il Carnevale e la Pasqua: come calcolare le date delle feste mobili?, su Periodico Daily, 19 febbraio 2022. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  8. ^ carnevale - Treccani, su Treccani. URL consultato il 13 gennaio 2024.
  9. ^ Carnevale, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  
  10. ^ Carnevale, in Grande Dizionario di Italiano, Garzanti Linguistica.
  11. ^ Il Devoto-Oli. Vocabolario della lingua italiana, Le Monnier.
  12. ^ Chiara Frugoni, Medioevo sul naso, editori riuniti, 2001, p. 78-83
  13. ^ La documentazione medievale propende per questa interpretazione; se ne fa qui di seguito un esempio per secolo: Antonio Pertile, Storia del diritto italiano ecc. Vol. III, p. 151. Padova, 1871. Dalla nota 19, anno 1117: … Et in carne levare unum caponum bonum crassum. Borgia II. 131. Atti dell’Accademia lucchese di scienze, lettere ed arti. Vol. 13. p. 440. Lucca, 1845. Dal doc. II, anno 1244: … a proximo venturo festo sancto Quirici usque ad proximum carnelevare… … et praedicto Carnelevare idem Alioctus dare debet Albertino praedicto de suis propriis dr. XX… Ib. Vol. 16, p. 145. Dalla prima missiva 3 marzo 1375: … Molto mi sono stati domandati di panni di madonna Lippa, ora in questo carnelevare, perché le spose ne vanno a marito come sapete, … Archivio della R. Società Romana di Storia Patria, Vol. 7, p. 131. Roma, 1884: Diario Nepesino, anno 1463: … Et fo ne la domenica de carnelevare… Ephemerides urbevetanae etc. Vol. II, p. 454. Bologna. Dal Diario di Ser Tommaso di Silvestro, anno, 1511: … et ogie che fu jovedì de carnelevare, a dì XXVII de lu mese de febraro 1551… … morì martedì a nocte del carnelevare, et ogie che fu lo primo dì de quaresima adì IIII de marzo 1511, fu sepellito…
  14. ^ Carnevale, su Etimo. URL consultato il 6 marzo 2018.
  15. ^ Oriana Maroni e Maria Luisa Stoppioni, Storia di Rimini, Il Ponte Vecchio, 1997, p. 129.
  16. ^ Dizionario Etimologico della Lingua Italiana di Manlio Cortelazzo e Paolo Zolli, ed. Zanichelli, Bologna.
  17. ^ Universo, De Agostini, Novara, 1966, Vol.III, pag.113
  18. ^ Giovanni Lido, De mensibus, 4,49
  19. ^ Alfredo Cattabiani,Calendario, Oscar Mondadori, 2009, p. 145
  20. ^ Alfredo Cattabiani, Calendario, Oscar Mondadori, 2009, pag. 146-147
  21. ^ Eliade, Le Mythe de l'éternel retour (Il Mito dell'Eterno Ritorno), p. 69, ed. Gallimard, folio essais.
  22. ^ Eliade, Il Mito dell'Eterno Ritorno, p. 78.
  23. ^ Eliade, Il Mito dell'Eterno Ritorno, p. 91.
  24. ^ Eliade, Trattato di Storia delle Religioni. La rigenerazione del tempo, pp. 362, ed. Universale Bollati Boringhieri, Torino, 2009
  25. ^ Eliade, Trattato di Storia delle Religioni. La rigenerazione del tempo, pp. 363, ed. Universale Bollati Boringhieri, Torino, 2009
  26. ^ Mircea Eliade, Trattato di storia delle religioni, ed. Universale Bollati Boringhieri, Torino, 2009, pag. 362
  27. ^ Nelle maschere assieme ai diavoli arrivano personaggi cornuti e selvatici, a ricordare il legame con l'antico mondo delle greggi e dei pascoli, con la natura e la sua fecondità. Tali maschere vengono indossate per allontanare gli spiriti del male. Nelle mascherate invernali europee poi non mancano mai i diavoli minacciosi e aggressivi aventi il compito di rompere il ghiaccio e risvegliare il popolo dal suo torpore. La Morte appare in genere alla fine delle sfilate dei carnevali alpini, seguita da personaggi mostruosi che accompagnano il corteo verso il rogo finale che rappresenta un momento di rinascita. Le maschere buffonesche invece si accompagnano regolarmente a donne anziane con lineamenti grottescamente distorti per mettere in burla la vecchiaia che è il preludio della morte. ("Carnevale", in Focus Storia, n. 112, febbraio 2016, pag. 20-23).
  28. ^ Dizionario Enciclopedico Italiano Treccani, vol. II, pag. 807.
  29. ^ Grande Dizionario Enciclopedico UTET, vol. IV, pagg. 106-107.
  30. ^ Il seppellimento del carnevale. James George Frazer, Il ramo d'oro, ed. Bollati Boringhieri, 2012, pag. 361-368. Nell'edizione Newton Compton, collana Mammut, cap. XXVIII.
  31. ^ Di questo secondo tipo di testamento sono testimonianza il Testamentum porcelli che risale al IV - V secolo a Roma; il Testamentum domini asini risalente al Medioevo. Il testamento dell'asino è oggi ancora vivo in Sicilia, in Calabria e in Francia nel Poitou. Nella penisola iberica sono noti i testamenti della volpe, del gallo e del gatto. In varie regioni italiane fa da testatore lo stesso personaggio del Carnevale e il testamento più antico di questo tipo è della metà del secolo XVI (Transito del tanto lascivo e desiato Carnevale). [v. "Carnevale" in Grande Dizionario Enciclopedico UTET, 1994, vol. IV, pag. 313-314.].
  32. ^ Mircea Eliade,Trattato di Storia delle Religioni, ed. Universale Bollati Boringhieri, 2009, Torino, pag. 365
  33. ^ È interessante altresì notare che vari significati cosmologici del Carnevale erano presenti anche nel Samhain celtico.
  34. ^ James C. Scott, Il dominio e l'arte della resistenza: i <verbali segreti> dietro la storia ufficiale, 2006, Eleuthera, Milano
  35. ^ Molti studiosi hanno rilevato una stretta relazione tra il carnevalesco capovolgimento delle convenzioni sociali, della normalità, e il romanzo cinquecentesco Gargantua e Pantagruele di Rabelais (si veda il saggio L'opera di Rabelais e la cultura popolare di Michail Bachtin). Per le avventure mirabolanti e grottesche presentano aspetti di "letteratura carnevalesca" anche il Baldus di Teofilo Folengo e il Morgante di Luigi Pulci, opere che poi influenzarono Rabelais.
  36. ^ Il seicentesco pittore tedesco Johannes Lingelbach (Scuola dei bamboccianti) è autore di un significativo quadro: Carnevale a Roma.
  37. ^ Sardegna Cultura - Grandi eventi - Carnevale - Ovodda, su sardegnacultura.it. URL consultato il 25 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2010).
  38. ^ Carnevale di Foiano - Carnevale di Foiano
  39. ^ La gioia del Carnevale spiegata da Joseph Ratzinger, in Famiglia Cristiana, 26/02/2017.
  40. ^ Il Carnevale in Grecia --> Grecia Vera!, su Grecia Vera, 20 febbraio 2024. URL consultato il 3 marzo 2024.
  41. ^ Feb 20, 2014 | Miscellanea, Destinazione Carnevale di Patrasso, su Punto Grecia, 20 febbraio 2014. URL consultato il 3 marzo 2024.
  42. ^ (EN) Jan 31, 2023 | Culture, Society, Apokries: The Greek Carnival, su Greek News Agenda, 31 gennaio 2023. URL consultato il 3 marzo 2024.
  43. ^ Russia Guide EDT/Lonely Planet. Lonely Planet Editore EDT srl, 2012. Vedi pagina 28

Bibliografia modifica

  • Claudio Corvino, Su le Maschere in Medioevo, De Agostini, II-III (2009).
  • Giovanni Ciappelli, Carnevale e Quaresima: comportamenti sociali e cultura a Firenze nel Cinquecento, Roma, Ed. Storia e Letteratura, 1997. ISBN 8890013877.
  • Mario Colangeli, Anna Fraschetti, Carnevale: i luoghi, le maschere, i riti e i protagonisti di una pazza, inquietante festa popolare, Lato side, 1982.
  • Maria Chiabò, Federico Doglio (a cura di), Il Carnevale: dalla tradizione arcaica alla traduzione colta del Rinascimento, convegno di studi, Roma 31 maggio/4 giugno 1989, Centro studi sul teatro medievale e rinascimentale, Union Printing Editrice, 1990.
  • Alessandro Ademollo, Il carnevale di Roma nei secoli XVII e XVIII.: Appunti storici con note e documenti, A. Sommaruga, 1883.
  • Filippo Clementi, Il carnevale romano nelle cronache contemporanee: con illustrazioni riprodotte de stampe e quadri dell'epoca, Settii, 1899.
  • Michail Bachtin, L'opera di Rabelais e la cultura populare: riso, carnevale e festa nella tradizione medievale e rinascimentale, Einaudi, 1995. ISBN 88-06-13803-0.
  • Mircea Eliade, Il Mito dell'Eterno Ritorno, Gallimard, 1969.
  • Mircea Eliade, Trattato di Storia delle Religioni, Universale Bollati Boringhieri, 2008.
  • Alfredo Cattabiani, Calendario, Oscar Mondadori, 2008.
  • James Frazer, Il Ramo d'oro, ed. Newton Compton.
  • Piero Gualtierotti, Re Gnocco: storia illustrata del carnevale di Castel Goffredo, Castel Goffredo, 1978.ISBN non esistente
  • Franco La Magna, Maschere di celluloide. Il carnevale nel cinema dalle origini ai nostri giorni , Acireale-Roma, Bonanno Editore, 2004, ISBN 8877961686.
  • Raffaele Corso, CARNEVALE, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1931.  

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