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Verso la metà del [[XVI secolo|Cinquecento]] apparvero i comici della [[Commedia dell'Arte]], addestrati alla mimica, alla vocalità, alle acrobazie e soprattutto al lazzo, per lo più improvvisato. In questa fase anche la donna appare sul palcoscenico e si formano le prime [[compagnia teatrale|compagnie]] girovaghe sui loro carri. La loro posizione sociale non fu elevata, e subirono l'ostilità della [[Chiesa cattolica|Chiesa]].<ref name="U"/> Contemporaneamente nacque anche la figura di attore stabile, fisso nella corte del signore, che rispetto al suo collega nomade, poteva disporre di una maggiore sicurezza economica e della possibilità di intraprendere studi. Tra i comici italiani dell'arte si misero in evidenza e divennero famosi: [[Tiberio Fiorilli]] chiamato anche [[Scaramuccia (maschera)|Scaramuccia]], maestro di [[Molière]], [[Silvio Fiorillo]], il primo [[Pulcinella]], [[Niccolò Barbieri]] detto il [[Beltrame]].
 
Se durante l'[[Illuminismo]] nacque una nuova concezione di attore, nell'[[XIX secolo|Ottocento]] si allargò il pubblico smanioso di divertirsi e di apprendere e di conseguenza l'attore assunse il ruolo di depositario dell'eleganza e della cultura, divenendo, per alcuni strati della popolazione, un idolo ammirato non tanto per il ruolo o per il personaggio, quanto per se stesso. Da qui nasce il fenomeno denominato del [[mattatore#Grande Attore|Grande Attore]]. Tra gli attori celeberrimi si annoverarono: in [[Francia]] [[Sarah Bernhardt]], in [[Inghilterra]] [[Edmund Kean]], in [[Italia]] [[Adelaide Ristori]], [[Tommaso Salvini]], [[Ernesto Rossi]] e la generazione successiva [[Eleonora Duse]], [[Ermete Zacconi]] e [[Ermete Novelli]] che meglio rappresentano il periodo chiamato del ''[[mattatore]]''.
 
Nel [[XX secolo|Novecento]] il fenomeno del divismo si trasferì dal teatro al cinema e alla [[televisione]] e gli attori contemporanei possono diventare modelli di costume, di linguaggio e di comportamento. Tra i principali attori del secolo, si ricordano: [[Greta Garbo]], [[Anna Magnani]], [[James Dean]], [[Rodolfo Valentino]], [[Marlene Dietrich]].
 
== Termine ==
Deriva dal [[Lingua latina|latino]] ''actor'', ossia colui che agisce. Nel passato, il termine ''attore'' era riservato agli uomini. Le donne incominciarono a recitare solo nel [[XVII secolo]], e allora si incominciò a usare il termine ''attrice''. Nell'antichità e nel [[Medioevo]], era considerato disdicevole per una donna salire sul palcoscenico e questa percezione continuò sino al [[XVII secolo]], quando a [[Venezia]] fu interrotta. Al tempo di [[William Shakespeare]], le parti femminili erano interpretate da uomini o ragazzi, sebbene vi sia qualche elemento per sospettare che vi fossero donne che recitavano (illegalmente) mascherate da uomini. Un attore normalmente recita un [[personaggio]]. Nel caso di una storia vera, o una storia di un personaggio storico romanzata, un attore può recitare un personaggio reale, o una sua versione romanzata, eventualmente se stesso. L'attore che interpreta personaggi fortemente tipicizzati si definisce [[caratterista]].
 
== Attrici in parti maschili ==