Storia di Lodi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→‎Il Regno d'Italia: prosa, lessico
Riga 172:
{{Doppia immagine verticale|sinistra|Lodi ponte Adda tram.jpg|Lodi teatro Gaffurio.jpg|220|Il [[ponte Napoleone Bonaparte|ponte sull'Adda]] percorso da un [[tram|convoglio tranviario]] a vapore|Il teatro di viale IV Novembre, intitolato a [[Franchino Gaffurio]]}}
 
Una della conseguenze più rilevanti della trasformazione industriale della città fu la presa di coscienza da parte della classe operaia: negli ultimi decenni del secolo ebbero luogo parecchi scioperi e si formarono le prime «leghe rosse» organizzate, che lottavano per difendere i diritti elementari dei lavoratori<ref name="agebassi102-103">{{cita|Bassi, ''Storia di Lodi''|pp. 102-103|agebassi}}.</ref>. Nel 1868 [[Enrico Bignami]] fondò il periodico [[socialismo|socialista]] ''[[La Plebe]]'', il primo a pubblicare gli scritti di [[Karl Marx]], [[Friedrich Engels]] e [[Benoît Malon]]; nel 1873 la sezione socialista laudense era la sola attiva in tutto il regno e inviò i propri delegati al VI congresso dell'[[Associazione internazionale dei lavoratori|Internazionale]] di [[Ginevra]], tant'è che il medesimo Engels ebbe a definire Lodi come «l'unico ''[[pied-à-terre]]'' del [[marxismo]] in Italia»<ref name="agebassi102-103"/>. Due anni più tardi, ''La Plebe'' inaugurò la propria redazione milanese, che vide il debutto giornalistico di [[Filippo Turati]]<ref name="agebassi103">{{cita|Bassi, ''Storia di Lodi''|p. 103|agebassi}}.</ref>. Parallelamente alalla partitofazione socialista si affermò anche il [[Dottrina sociale della Chiesa cattolica|movimento sociale cattolico]] che aveva come organo di stampa ''Il Lemene'', poi diventato ''[[Il Cittadino (quotidiano di Lodi)|Il Cittadino]]''<ref>{{cita|Bassi, ''Storia di Lodi''|p. 103-104|agebassi}}.</ref>. In quell'epoca Lodi era oltremodo vivace dal punto di vista culturale: oltre a quelli già citati, erano presenti numerosi altri periodici, tra cui ''Il Corriere dell'Adda'', ''Il Proletario'', ''Il Fanfulla'', ''La Zanzara'', ''L'Unione'', ''La Difesa'', ''Rococò'', ''Sorgete!'' e ''Il Rinnovamento''; inoltre nacque l'Archivio storico comunale, fu aperto al pubblico il Museo civico, i teatri in attività passarono da uno a quattro, vennero create nuove scuole superiori e si costituirono due enti di ricerca, ovvero l'Istituto sperimentale di caseificio e la Stazione sperimentale di praticoltura<ref name="agebassi100-107"/>.
 
Durante la [[presa di Roma]] e le [[guerra italo-turca|operazioni belliche coloniali in Libia]], segnatamente nella [[battaglia di Zanzur]] del 1912, si distinse il [[Reggimento "Cavalleggeri di Lodi" (15º)|Reggimento "Cavalleggeri di Lodi"]] del [[Regio Esercito]], che per un breve intervallo di tempo era stato di stanza in città; le imprese del reparto furono cantate da [[Gabriele D'Annunzio]] nel quarto libro delle ''[[Laudi|Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi]]''<ref group="A">{{cita libro|cognome=D'Annunzio|nome=Gabriele|wkautore=Gabriele D'Annunzio|titolo=[[Laudi|Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi]]. Libro quarto: Merope|anno=1912|citazione=Maremma, canto i tuoi cavalli prodi./ Tra sangue e fuoco ecco un galoppo come/ un nembo. È la Cavalleria di Lodi,/ la schiera della morte. So il tuo nome,/ o buon cavalleggero Mario Sola./ Giovanni Radaelli, so il tuo nome;/ Agide Ghezzi, è il tuo. "Lodi" s'immola./ E veggo i vostri visi di ventenni/ ardere tra l'elmetto ed il sottogola,/ o dentro i crini se il caval s'impenni/ contra il mucchio. Gandolfo, Landolina,/ alla riscossa! Tuona verso Henni./ Tuona da Gargaresch alla salina/ di Mellah, su le dune e le trincere,/ sulle cubbe, su fondachi, a ruina,/ sui pozzi, su le vie carovaniere./ La casa di Giamil ha una cintura/ di fiamma. Appiè, appiè, cavalleggere!}}</ref><ref name="agebassi102"/>. La [[prima guerra mondiale]], a causa della quale morirono 331 lodigiani e moltissimi altri rimasero mutilati o feriti, fu vissuta molto più tragicamente<ref>{{cita|Bassi, ''Storia di Lodi''|p. 107|agebassi}}.</ref>. Il conflitto contribuì anche a incrementare la consapevolezza del proprio ruolo da parte delle donne, che iniziarono a sostituire i loro mariti nei campi e nelle fabbriche; la poetessa [[Ada Negri]], figlia di un'operaia del lanificio, fu tra le fondatrici dell'[[Unione femminile nazionale]]<ref>{{cita|Bassi, ''Storia di Lodi''|pp. 108-109|agebassi}}.</ref>.
Riga 178:
Frattanto l'avvocato Riccardo Oliva{{ln}}esponente dell'[[Unione Elettorale Cattolica Italiana|UECI]], confluita poi nel [[Partito Popolare Italiano (1919)|PPI]]{{ln}}era diventato nel 1914 il primo [[Sindaco (Italia)|sindaco]] cattolico di Lodi; il suo mandato fu profondamente condizionato dall'emergenza bellica e da gravi difficoltà di natura finanziaria<ref>{{cita|Colombo|pp. 56-60|colombo}}.</ref>. Le consultazioni locali successive{{ln}}svoltesi nel 1920 a [[suffragio universale]] maschile{{ln}}premiarono invece il [[Partito Socialista Italiano|PSI]], permettendo a operai e artigiani di prendere parte al governo della città; la guida dell'amministrazione fu affidata allo scultore [[Ettore Archinti]], il quale promosse un ampio programma di riforme, interrotto però dalla [[XVII Congresso del Partito Socialista Italiano|scissione comunista]] e soprattutto dall'ascesa del [[fascismo]]<ref>{{cita|Colombo|pp. 60-62|colombo}}.</ref>. Le elezioni comunali del 1922 ebbero luogo poche settimane dopo la [[marcia su Roma]], in un clima di intimidazioni e violenze che avevano indotto i socialisti a non candidarsi: gli [[squadrismo|squadristi]] avevano infatti occupato con la forza il municipio, la caserma dei [[Arma dei Carabinieri|Carabinieri]], lo scalo ferroviario, il carcere e la sede della [[Confederazione Generale Italiana del Lavoro|CGIL]]; il nuovo sindaco fu il ragioniere Luigi Fiorini, eletto nella lista dei [[Blocchi Nazionali]], frutto dell'alleanza fra i [[liberalismo|liberali]] e gli stessi fascisti<ref>{{cita|Colombo|pp. 62-65|colombo}}.</ref>.
 
Sotto il [[Governo Mussolini|regime di Benito Mussolini]], Lodi perse importanza a livello istituzionale: gli organi democratici furono soppressi, il [[Circondario di Lodi|circondario]] fu abolito e il sindaco fu sostituito dallada figura delun [[podestà (fascismo)|podestà]], nominato dal governo per cinque anni e revocabile in ogni momento; a tutti i dipendenti dell'amministrazione fu inoltre imposta l'iscrizione al [[Partito Nazionale Fascista]]<ref>{{cita|Colombo|pp. 65-67|colombo}}.</ref>. Negli anni trenta si diffuse l'[[Razionalismo italiano|architettura razionalista]] e furono portati a compimento alcuni cantieri, tra cui quello del sottopasso stradale di via San Colombano; tuttavia il corposo piano di rinnovamento urbanistico preannunciato dalle autorità locali rimase in gran parte incompiuto e molti servizi pubblici furono ridimensionati oppure sospesi<ref>{{cita|Colombo|pp. 64-71|colombo}}.</ref>.
 
=== La seconda guerra mondiale e la Resistenza ===