Giuseppe Riva,<ref>In alcune opere con il padre risulta essere Giuseppe Amadio.</ref> era figlio d'arte (il padre [[Giovan Battista Riva|Giovan Battista]] era infatti un affermato pittore,) e di Teresa Medici,; anche il nonno paterno, Giovanni, era stato un pittore.<ref>{{cita libro|titolo=Dizionario biografico dei pittori bergamaschi|editore=Bolis|anno=2006|p=449-440}}.</ref><ref>Di Giovanni Riva, nato a Suisio nel 1795 e morto a Bergamo nel 1858, ci sono poche informazioni se non la sua presenza presso l'Accademia Carrara, seguendo i corsi di [[Giuseppe Diotti]], e alcune pitture conservate nel [[Monastero Matris Domini]]{{cita libro|titolo=I pittori Bermagaschi-L'Ottocento|autore=G. Agosti|anno=1993|p 309}}.</ref> Fu mandato a scuola presso l'[[Accademia Carrara]] nel 1872 per poi spostarsi a proseguire gli studi a Roma nel 1881, ella Real Accademia delle Belle Arti. Dopo il suo ritorno a Bergamo, nel 1883, il padre lo avvicinò al mondo delle commissioni private. Nel 1891 lavorò con [[Ponziano Loverini]] per la chiesa del [[Seminario vescovile Giovanni XXIII|seminario]] cittadino. Furono molte le sue opere eseguite per committenze in molte località del bergamasco e del torinese, quasi tutte di carattere religioso, alcuni di questi lavori furono venduti all'estero.
L'amministrazione comunale gli commissionò i ritratti di don Antonio Agliardi e del cardinale Felice Cavagnis. Di lui rimangono numerose opere eseguite fino al 1914, anche se probabilmente poi proseguì la sua attività artistica solo ad uso privato fino alla sua morte. Il Riva era una persona molto riservata, gli anni di studio seguiti a Roma furono per lui fondamentali, molte le sue opere che riportano i monumenti distrutti che vide nella città. Il 23 giungogiugno 1948 fu pubblicata la commemorazione di morte.<ref>{{cita libro|autore=Abbatista Finocchiaro|titolo=Pittori Bergamaschi - L'Ottocento|anno=1993|p=351}}.</ref>
