Maurice Ravel: differenze tra le versioni

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Orenstein e Zank commentano entrambi che, sebbene la produzione postbellica di Ravel fosse scarsa, con una media di una sola composizione all'anno, comprendeva alcune delle sue opere più belle.<ref>Orenstein (1967), p. 479; and Zank, p. 11</ref> Nel 1920 completò ''[[La valse|La Valse]]'', in risposta a una commissione di Diaghilev. Ci aveva lavorato a intermittenza per alcuni anni, progettando un pezzo da concerto, "una sorta di apoteosi del valzer viennese, mescolato con, nella mia mente, l'impressione di un fantastico, vortice fatale".<ref>''Quoted'' in Orenstein (2003), p. 32</ref> Fu respinto da Diaghilev, che disse: "È un capolavoro, ma non è un balletto. È il ritratto di un balletto".<ref>Nichols (1987), p. 118</ref> Ravel venne a sapere del verdetto di Diaghilev senza protestare o discutere, lasciò perdere e non ebbe più rapporti con lui.<ref>Orenstein (1991), p. 78</ref>{{#tag:ref|Secondo alcune fonti, quando Diaghilev lo incontrò nel 1925, Ravel si rifiutò di stringere la mano e uno dei due uomini sfidò l'altro a duello. Harold Schonberg cita Diaghilev come lo sfidante e Gerald Larner cita Ravel.<ref>Schonberg, p. 468; and Larner, p. 188</ref> Nessun duello ebbe luogo e nessun incidente di questo tipo è menzionato nelle biografie di Orenstein o Nichols, sebbene entrambi documentino che la rottura fu totale e permanente.<ref>Orenstein (1991), p. 78; e Nichols (2011), p. 210</ref>|group= n}} Nichols commenta che Ravel ebbe la soddisfazione di vedere il balletto messo in scena due volte da altri dirigenti prima della morte di Diaghilev.<ref>Nichols (2011), p. 210</ref> Un balletto danzato sulla versione orchestrale di ''Le tombeau de Couperin'' fu tenuto al [[Théâtre des Champs-Élysées]] nel novembre 1920 e a dicembre seguì la prima de ''La Valse''.<ref name="ln10">Lesure and Nectoux, p. 10</ref> L'anno seguente ''Daphnis et Chloé'' e ''L'heure espagnole'' furono ripresi con successo all'[[Opéra national de Paris|Opéra di Parigi]].<ref name="ln10" />
 
Nel dopoguerra vi fu una reazione contro le composizioni di vaste dimensioni di compositori come [[Gustav Mahler]] e [[Richard Strauss]].<ref>Orenstein (1991), p. 84</ref> Stravinskij, la cui ''[[Sagra della primavera]]'' era stata scritta per un'orchestra enorme, iniziò a lavorare su scala molto più piccola. La sua partitura del balletto del 1923 ''[[Les noces]]'' è scritta per voci e ventuno strumenti.<ref>[http://www.oxfordmusiconline.com/subscriber/article/opr/t114/e4740 "Noces, Les"], ''The Oxford Companion to Music'', Oxford Music Online, Oxford University Press, retrieved 11 March 2015.</ref> Ravel fu entusiasta del lavoro come scrisse in una sua lettera del 26 giugno 1923<ref>[https://archive.org/details/conversationswit00stra/page/73/mode/2up ''Conversations with Igor Stravinsky'' p.73]</ref> <ref>Igor Stravinskij, Robert Craft, p.45</ref>, anche se i suoi rapporti di amicizia con Stravinskij si stavano un po' deteriorando negli ultimi tempi; il fatto era comunque in sintonia con la moda del "dépouillement", lo "spogliamento" della stravaganza prebellica per rivelare gli elementi essenziali.<ref name="Kelly 2000, p. 25"/> Molte delle sue opere degli anni venti hanno una struttura notevolmente più sobria rispetto ai pezzi precedenti.<ref>Orenstein (1991), pp. 84, 186 and 197</ref> Altre influenze su di lui in questo periodo furono il [[jazz]] e l'[[atonalità]]. Il jazz era popolare nei [[Café-concert|cafés]] parigini e compositori francesi come [[Darius Milhaud]] ne inserirono elementi nelle loro opere.<ref>James, p. 101</ref> Ravel commentò che preferiva il jazz alla [[Grand opéra|Grand Opéra]]<ref>Nichols (2011), p. 289</ref> e la sua influenza si può ascoltare nella sua musica successiva.<ref>Perret, p. 347</ref> L'abbandono della tonalità convenzionale da parte di [[Arnold Schönberg]] ebbe anche eco in alcune delle musiche di Ravel come le ''[[Chansons madécasses]]''{{#tag:ref|"Canzoni del MadagascanMadagascar"|group= n}} (1926), che Ravel dubitava di aver potuto scrivere senza l'esempio di ''[[Pierrot Lunaire (Schönberg)|Pierrot Lunaire]]''.<ref>Kelly (2000), p. 24</ref> Altre sue opere importanti degli anni '20 comprendono l'arrangiamento orchestrale della suite per pianoforte ''[[Quadri di un'esposizione]]'' di Mussorgsky (1922), l'opera ''[[L'Enfant et les sortilèges]]''{{#tag:ref|"Il bambino e gli incantesimi"|group= n}} su libretto di Colette (1926), ''[[Tzigane]]'' (1924) e la ''[[Sonata per violino]]'' (1927).<ref name="ln10" />
 
Ritenendo la vita cittadina faticosa, Ravel si trasferì in campagna.<ref>Lesure and Nectoux, p. 45</ref> Nel maggio del 1921 si stabilì a Le Belvédère, una piccola casa ai margini di [[Montfort-l'Amaury]], a 50 chilometri ad ovest di Parigi, nel dipartimento di [[Yvelines]]. Accudito da una governante devota, la signora Revelot, visse lì per il resto della sua vita.<ref>Nichols (1987), p. 134; and [https://web.archive.org/web/20101018233221/http://www.ville-montfort-l-amaury.fr/La-maison-musee-de-Maurice-Ravel "La maison-musée de Maurice Ravel"], Ville Montfort-l'Amaury, retrieved 11 March 2015</ref> A Le Belvédère Ravel componeva e si occupava di giardinaggio, quando non andava a Parigi o all'estero per tenere dei concerti. Il suo programma di tournée aumentò considerevolmente negli anni 1920, con concerti in [[Gran Bretagna]], [[Svezia]], [[Danimarca]], [[Stati Uniti]], [[Canada]], [[Spagna]], [[Austria]] e [[Italia]].<ref name="ln10" />