Bombardamento navale di Genova (1941): differenze tra le versioni

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Il giorno dopo, 18 febbraio, sul quotidiano ''[[Il Secolo XIX]]'' venne pubblicata la notizia: «Ieri, sotto la direzione delle autorità militari preposte alla difficile e pericolosa operazione, è stato rimosso da S.Lorenzo il proiettile rimastovi inesploso la mattina del 9. A mezzo di una grue costruita appositamente da artiglieri e da operai specializzati nell'interno del Duomo, il proiettile, a cui era stata tolta la spoletta, è stato sollevato e caricato su un carrello con le ruote di gomma, quindi trasportato fuori della Chiesa, dove, a mezzi della grue dei Vigili del Fuoco, è stato susseguentemente trasbordato sopra un autocarro che si è poi diretto al mare. Il micidiale ordigno è stato poi caricato su una chiatta e trasportato al largo, dove è stato gettato in mare. La difficoltosa operazione è costata cinque ore di lavoro»<ref>Il Secolo XIX, ''Il proiettile di S. Lorenzo è stato rimosso e gettato in mare'', 18 febbraio 1941.</ref>.
 
Il 31 luglio dello stesso anno, un telegramma dell'Ufficio Tecnico Armi Navali, inviato al prefetto di Genova e classificato come ''Segreto'', informava che: «Giusta gli ordini dell'Altezza Reale il [[Aimone di Savoia-Aosta (1900-1948)|Duca di Spoleto]] è stata spedita a questo Navalarmi una granata perforante inglese scarica da 381 ricuperata a suo tempo in questa sede. Tale granata deve essere consegnata all'Ecc. il Prefetto affinché ne faccia a sua volta la consegna al parroco della chiesa di San Lorenzo. Poiché la granata è attualmente in possesso di questo Navalarmi si prega voler comunicare le modalità della consegna»<ref>Comunicazione protocollo 3904 dell'Ufficio Tecnico Armi Navali di Genova, firmata dal colonnello Mario Pasetti, protocollata presso la Prefettura di Genova come 269-9-1 del 31 febbraioluglio 1941.</ref>.
 
Le autorità militari e religiose italiane dunque decisero, a scopo propagandistico, di posizionare all'interno della chiesa un proietto inglese - per altro di tipo diverso da quello che colpì l'edificio il 9 febbraio - spacciandolo per quello originale, probabilmente confidando che la popolazione avesse dimenticato che l'originale era stato smaltito in mare aperto. Il telegramma che annunciava l'arrivo del proietto da Navalarmi imponeva il segreto sull'operazione proprio perché un proietto non originale non sarebbe stato testimone del "miracolo" e, quindi, non avrebbe avuto lo stesso valore psicologico. Falsa è anche la storia secondo la quale i proietti, anziché prodotti dalla Hadfield's Foundry di Sheffield, sarebbero stati realizzati dalla Ansaldo e venduti agli inglesi prima della guerra<ref>{{cita web|url=https://liguriaoggi.it/2018/02/09/la-bomba-inesplosa-nella-cattedrale-san-lorenzo/|titolo=La bomba inesplosa nella cattedrale di San Lorenzo|accesso=13 febbraio 2021}}</ref>.