Arte dei Correggiai: differenze tra le versioni

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{{Corporazione
|nomeArte=Arte degli Correggiai
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==Storia==
Una prima traccia della corporazione si ha nel 1305 quando gli scudai chiesero e ottennero il diritto di eleggere ogni tre anni un loro gonfaloniere all'interno della corporazione che raccoglieva altri mestieri legati all'arte della cavalleria. Nel 1379 ai fabbricanti di cinghie, selle e scudi si aggiunsero gli ottonai, provenienti dall'[[Arte di Por Santa Maria]], in quantio fabbricanti di fibbie e altri accessori in ottone e bronzo necessari alla guarnizione<ref name=GIU>Giuliani, cit.</ref>.
 
La prima sede dell'Arte fu la [[chiesa di Sant'Andrea (Firenze)|chiesa di Sant'Andrea]] in [[Mercato Vecchio]], come si legge negli statuti del 1338-1345; in seguito ebbe una propria [[Residenza dell'Arte dei Correggiai|residenza]] in [[via Lambertesca]], di cui resta ancora oggi il portale con gli stemmi<ref name=GIU/>.
 
I sellai fiorentini erano così famosi che nel 1328 il duca [[Carlo di Calabria]] ordinò loro la dotazione dei cavalieri al suo seguito<ref name=GIU/>.
 
[[file:Museo bardini, scudo con emblema della libertas.JPG|thumb|Uno scudo di produzione fiorentina con le insegne dei Priori di LibertùLibertà, decorato a pastiglia di gesso e con lettere dorate, 1390 ca., Museo Bardini]]
Il duca [[Alessandro I dei Medici]] nel 1534 decise di riformarne gli statuti, riducendole a semplici associazioni di mestiere, senza più alcuna rilevanza sul piano politico. L'"Università dei Maestri di Cuoiame" riunì gli appartenenti alle [[Arte dei Calzolai|Arti dei Calzolai]], [[Arte dei Galigai|Galigai]] e Correggiai. Era governata da sei consoli ed ebbe per protettrice la santissima Trinità; l'insegna adottata fu lo stemma bianco e nero già usato dai Cuoiai; nel 1561 venne annessa anche l'Arte Maggiore [[arte dei Vaiai e Pellicciai|dei Vaiai e Pellicciai]], per cui l'università assunse la denominazione di "Università dei Vaiai e Cuoiai"; la prima sede venne stabilita in [[via Lambertesca]] e nel 1562 fu spostata in [[via delle Terme]]<ref name=GIU/>.
 
Nel 1770 [[Pietro Leopoldo]] soppresse tutte le Arti istituendo la Camera di Commercio<ref name=GIU/>.
 
==Organizzazione interna==
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L'Arte era composta da tre gruppi principali: cinturai, sellai e scudai. Ciascuno di questi eleggeva un console, che governava in comunione con gli altri per tre mesi.
 
Le botteghe dei membri dell'arte erano sparse per la città. In particolare un tratto di [[via dei Calzaiuoli]] si chiamò via dei Brigliai perché vi si concentravano le bottghe dei produttori di briglie, redini e frustini, mentre i cinturai si trovavano soprattutto presso [[Santo Stefano al Ponte]] e i borsai tra [[ponte Vecchio]] e [[ponte di Rubaconte]]; scudai e tavolacciai (i tavolacci erano gli scudi più rudimentali) si trovavano invece soprattutto attorno a [[borgo San Lorenzo (via)|borgo San Lorenzo]], zona frequentatissima da soldati e armigeri per la presenza anche delle botteghe di [[Arte dei Corazzai e Spadai|spadai e corazzai]]<ref name=GIU/>.
 
===I correggiai===
Le cinture (corregge) non erano comunque solo quelle a uso di militari e cavalieri (per appendere lo [[Stocco (arma)|stocco]] o la [[spada]]), ma anche indispensabili per l'abbigliamento comune, poiché rgegevano gli abiti tipicamente lunghi e larghi e vi venivano appese le borse e le [[Scarsella (accessorio)|scarselle]]. Le cinture femminili erano chiamate "zone" e spesso rivestite di seta o velluto, se non di placche smaltate o [[niello|niellate]] negli esemplari più lussuosi<ref name=GIU/>.
 
===I sellai===
I sellai producevano vari tipi di selle, da quelle per i muli e quelle d'arcione per i cavalieri in guerra, o quelle dei [[palafreni]], per i viaggi e la caccia. I sellai producevano anche alcune parti dell'armatura,, come i bracciali e gli schinieri in cuoio "cotto" per la difesa rispettivamente di braccia e gambe. Il cuoio cotto era stato inventato in Francia, e consisteva in una lavorazione del cuoi bagnato di cera calda, messo nelle forme e poi cotto nella sabbia molto calda, diventando più rigido e resistente<ref name=GIU/>.
 
I sellai producevano anche le [[faretra|faretre]] e i [[turcasso|turcassi]] per le frecce di archi e balestre, i crocchi (cinture per caricare le balestre), collarini da soldato e collari da cani, sia per la guerra che per la caccia<ref name=GIU/>.
 
===Scudai e tavolacciai===
Scudaie tavolaccia producevano scudi in tutte le forme e dimensioni, da fante o da cavaliere, adatti per la guerra o per le giostre, da battaglia o da parata. La base era sempre un legno resitente, come l'[[olivo]] o il [[faggio]], con le assi saldamente assemblate con incastri e [[colla a caldo]]; lo scudo veniva poi ricoperto da una pelle dura, magari d'asino, su entrambi i lati, doppia sul lato esterno, fissata oltre che dalla colla da borchie e bullette (chiodi). Sul retro veniva attaccato il passante per l'avambraccio e una maniglia, solitamente in cuoio imbottito, e una cinghia aiutava sostenere con le spalle lo scudo. Lo scudo veniva poi dipinto (di solito a [[tempera]] su una base di colla e [[Gesso (materiale)|gesso]]) con insegne araldiche della famiglia, della città o dello schieramento. Gli esemplari più pregevoli avevano parti a rilievo (in [[Pastiglia (arte)|pastiglia]]), dorature e argentature<ref name=GIU/>.
 
Tra gli scudi più usati in guerra nel medioevo c'era il [[Palvese|pavese]], lungo rettangolo smussato, che poteva difendere dalle balestre; con la graduale diffuzione delle armature in metallo lo scudo si rimpicciolì o restò come segno di riconoscimento o da parata; nel XVI si era diffusa la [[rotella (scudo)|rotella]], di forma circolare, ma dalla seconda metà del secolo l'impiego delle armi da fuoco rese lo scudo obsoleto<ref name=GIU/>.
 
==Patronati==
La corporazione scelse come proprio protettore [[sant'Andrea]] perché si riunì inzialmente nella [[chiesa di Sant'Andrea (Firenze)|chiesa di Sant'Andrea]], poi dal 1331 la [[Santissima Trinità]], forse per la composizione "trina" della stessa corporazione, che veniva festeggiata la prima domenica dopo la [[Pentecoste]]. L'arte non possedeva una nicchia esterna in [[Orsanmichele]], ma partecipò alla decorazione dei pilastri interni con unaun ffrescoaffresco della ''Trinità'' riferibile a [[Niccolò Gerini]]<ref name=GIU/>.
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==