Nella prima fase del [[Ventennio fascista]], non è un oppositore al regime, preferendo la strada "degli studi politicamente sterilizzati e della libera professione" <ref>{{Cita pubblicazione|autore=Noberto Bobbio|anno=1969|titolo=L'itinerario di Tullio Ascarelli|rivista=Studi in memoria di Tullio Ascarelli|città=Milano|volume=I}}</ref>, preferendo mantenere un atteggiamento neutro nei confronti del regime. Questo non lo metterà al riparo dalle ricadute delle [[Leggi razziali fasciste]], soprattutto con l'emanazione del decreto legge del 5 settembre 1938<ref>{{Cita web|url=https://www.gazzettaufficiale.it/|titolo=Gazzetta Ufficiale|accesso=2 maggio 2022}}</ref> che espelle i professori ebrei dalle università. E'È così costretto a lasciare il paese. Dapprima fugge in Inghilterra; lì ottiene una posizione modesta presso la [[London School of Economics and Political Science]]. Deluso dal mancato riconoscimento suoi meriti, decide di recarsi in [[Francia]] dove prova a prendere i contatti con il movimento di [[Giustizia e Libertà]], e dove prova a diffondere le sue idee in termini di democrazia e libertà.
Il 6 giungogiugno del 1940 consegue un dottorato in diritto commerciale presso l'[[Università di Parigi]] nella speranza di poter ottenere un posto di docente. Dopo solo una settimana, il 14 giugno 1940, è costretto a fuggire di nuovo per via dell'[[Campagna di Francia|occupazione tedesca.]]. Attraversa la [[Spagna]], e poi il [[Portogallo]] per arrivare in [[Brasile]]. Durante l'esilio brasiliano gli viene offerta la cattedra all'[[Universidade de São Paulo]] e, contemporaneamente, avvia un importante studio legale.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Norberto Bobbio|titolo=Tullio Ascarelli (1), (2)|rivista=Belfagor|volume=19|numero=1|pp=546-565}}</ref> La sua attività scientifica è molto intensa: pubblica: ''Derecho mercantil'' (1940), ''Lucros extraordinarios e imposto de renda'' (1944), ''Problemas das sociedades anônimas e direito comparado'' (1945).