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== Biografia ==
Carlo Vidua, Conte di [[Conzano]], è stato non solo «viaggiatore dalle molte peregrinazioni e libero ricercatore», come lo definì [[Alexander von Humboldt]]<ref>R. Coaloa, ''Carlo Vidua un romantico atipico'', Casale Monferrato, Assessorato per la cultura, 2003, p. 88.</ref>, ma, come ha scritto un suo biografo, si appalesa con forza lo spirito dell'Illuminismo, di cui è coerente erede, anche quando n'è stato critico: Vidua fu un personaggio straordinario, per certi versi legato all'ansia romantica, per altri da un sano disinganno settecentesco.
Vidua nacque a [[Casale Monferrato]] il 28 febbraio 1785 e morì il 25 dicembre 1830 in [[Indonesia]], a bordo della nave che lo stava trasportando nel porto di [[Ambon (città)|Ambon]]. La sua morte fu cagionata da un'ustione dovuta al fango bollente di ununa vulcanosolfatara nell'isola di Celebes, oggi [[Sulawesi]]<ref>R. Coaloa, ''Carlo Vidua e l'Egitto'', Ferrara, Linea BN, 2009, p. 8.</ref>.
 
Fu figlio del conte di [[Conzano]] [[Pio Gerolamo Vidua]], che nel [[1814]] fu primo segretario di Stato per gli affari interni, nel primo ministero della Restaurazione del [[Regno di Sardegna]], e di Marianna Gambera: questa morì quattro anni dopo la sua nascita, così che Carlo fu allevato dalla matrigna Enrichetta d'Agliano e dai nonni Paola e Fabrizio Gambera, quest'ultimo gli trasmise la passione dominante della sua vita, quella dei viaggi. Fece i primi studi con un precettore privato, il canonico [[Ignazio de Giovanni]]. Nel [[1804]] si trasferì a [[Torino]] per studiare legge con l'abate Luigi Bessone. Due anni dopo entrò a far parte della «Società dei Concordi», circolo culturale del quale erano allora membri, fra gli altri, [[Luigi Provana del Sabbione]], [[Cesare Balbo]], [[Ferdinando Balbo]], [[Roberto Taparelli d'Azeglio]], [[Casimiro Massimino]] e [[Luigi Ornato]]. L'Accademia dei Concordi aveva come maestri e padri spirituali il padre di Cesare, [[Prospero Balbo]], [[Gian Francesco Galeani Napione]] e [[Tommaso Valperga di Caluso|Tommaso Valperga Caluso]].
 
Carlo Vidua iniziò la serie dei suoi viaggi nel [[1809]], quando andò a [[Nizza]] e in [[Provenza]], sulle tracce del [[Francesco Petrarca|Petrarca]], e poi a [[Genova]], a [[Firenze]] e a [[Roma]]. Soggiornò a [[Sestri Levante]], dove iniziò a scrivere il breve saggio ''Dello stato delle cognizioni in Italia'', a [[Milano]] e a [[Ginevra]] ed era a [[Parigi]] nel [[1814]], alla caduta di [[Napoleone]]. Nel [[1818]] Vidua intraprese un lungo viaggio nell'Europa del Nord, passando da [[Londra]] per raggiungere la [[Svezia]] e di qui la [[Russia]]: a [[San Pietroburgo]] l'ambasciatore piemontese Cotti di Brusasco lo presentò allo zar [[Alessandro I di Russia|Alessandro]]. Interessato all'[[Egitto]], lo raggiunse in un lungo viaggio che lo vide attraversare il [[Caucaso]] e poi, dal [[Mar Nero]], raggiungere la [[Turchia]]: da [[Smirne]] salpò per [[Alessandria d'Egitto]], dove sbarcò alla fine del [[1819]].
 
Dal [[Il Cairo|Cairo]], dove prese contatto con i consoli francesi e inglesi [[Bernardino Drovetti]] e [[Henry Salt (egittologo)|Henry Salt]], per un anno e mezzo esplorò l'Egitto da nord a sud, dalla foce del [[Nilo]] alla [[Nubia]], trascrivendo diverse iscrizioni e raccogliendo una piccola collezione, tra cui due stele nubiane, che spedì in Italia. Trattò a lungo con il Drovetti l'acquisto, da parte del governo piemontese, della grande raccolta di antichità egiziane posseduta dal console francese. Finalmente nel [[1823]] l'accordo fu raggiunto e quella collezione costituisce ancora oggi il nucleo fondamentale del [[Museo egizio di Torino]].
 
[[File:Carlo Vidua's graffito at Sethi II temple.jpg|thumb|Graffito di Carlo Vidua nel tempio di Seti.]]
 
Dopo un paio d'anni trascorsi in patria, Vidua decise di visitare l'[[America]] e s'imbarcò nel [[1825]] da [[Bordeaux]] per gli [[Stati Uniti]]. Dopo quarantatré giorni di navigazione, giunse a [[New York]] il 9 aprile 1825. Visitò [[Filadelfia]], [[Boston]], [[Washington]], dove conobbe il presidente [[John Quincy Adams]]. L'11 giugno Vidua era a [[Montpelier (Orange, Virginia)|Montpelier]], residenza dell'ex presidente [[James Madison]], dove incontrò oltre all'anziano Madison anche l'ex presidente [[James Monroe]]. Il 14 giugno era a Monticello, dove rivide Quincy Adams e gli ex presidenti Madison e Monroe. Strinse amicizia con [[Thomas Jefferson]]. A settembre, a Boston, incontra l'ex presidente [[John Adams]]. In questo lungo viaggio, il viaggiatore si interessainteressò alle comunità quacchere, raccogliendo informazioni, giornali e libri su di loro. In Europa giunse la grande collezione del viaggiatore, ora conservata all'[[Accademia delle Scienze di Torino|Accademia delle Scienze]]<ref>{{Cita web|titolo=''Il Fondo di Carlo Vidua alla Biblioteca dell'Accademia delle Scienze di Torino'', in R. Coaloa, ''Vidua'' |url=http://www.accademiadellescienze.it/media/389?_view=raw|accesso=16 marzo 2011}}</ref>. Passò poi in [[Canada]] e, ritornando a sud, navigò attraverso il [[Mississippi]] per salpare dalla [[Louisiana]] alla volta del [[Messico]], dove si trattenne un anno. Carlo Vidua non rientrò nel Regno di Sardegna. Arrivato dall'America in Europa, il viaggiatore soggiornò ad aprile a Bordeaux; il 10 luglio si imbarcò alla volta dell'India. La decisione fu presa non per la guarigione del padre ma per un violento litigio, epistolare, con Pio Vidua, in seguito al quale il viaggiatore piemontese si considerò un figlio scacciato di casa e scrisse alla sorella Luisa di voler finire i suoi viaggi una volta per sempre. Il 17 novembre 1827 giunse a Calcutta, dove fu ricevuto dal governatore inglese lord[[William Pitt Amherst|Lord Amherst]]<ref>[[Roberto Coaloa|R. Coaloa]], ''Carlo Vidua un romantico atipico'', Casale Monferrato, Assessorato alla Cultura, 2003, p. 225.</ref>.
 
Poi, partito per [[Singapore]], risalì le coste della [[Cina]] per ritornare verso le [[Filippine]]. L'anno dopo visitò l'[[Indonesia]] e la [[Nuova Guinea]], finché l'imprudenza commessa osservando da vicino una solfatara di un [[vulcano]] dell'isola di [[Celebes]] gli fu fatale: le ferite delle ustioni subite andarono in [[gangrena]] e Carlo Vidua morì nell'imbarcazione che lo trasportava ad Ambon. I suoi resti riposano nella chiesa di San Maurizio a [[Conzano]].
 
== Il patrimonio ==
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A Roma, al Museo Pigorini, sono conservati molti oggetti dell'ultimo viaggio di Carlo Vidua in Oriente, mentre alla [[Biblioteca apostolica vaticana|Biblioteca Apostolica Vaticana]] si trovano le lettere originali, prive di tagli e censure, indirizzate dal viaggiatore a Cesare Balbo.
 
A Casale Monferrato, grazie alla donazione della contessa Clara Leardi, cugina del viaggiatore, si conservano al [[Museo civico (Casale Monferrato)|Museo Civico]] gli oggetti raccolti nelle sue ricerche in tutto il mondo; nell'Archivio Storico i taccuini dell'ultimo viaggio in Oriente, le lettere commendatizie e 35 lettere originali di Carlo Vidua, e altre inedite, ma in forma di copia. Nella Biblioteca Civica si conservano altre collezioni di Carlo: oltre alla ricca biblioteca del viaggiatore, si trovano la raccolta di gravures francesi e la raccolta di brochures radunate tra la caduta di Napoleone e la Restaurazione.
{{crediti|testi dell'Ufficio Stampa del Comune di Casale Monferrato|2011080810004615}}