Governo Andreotti III: differenze tra le versioni

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==== Aprile ====
*5-9 aprile: a Napoli viene rapito il figlio di [[Francesco De Martino]], segretario della federazione socialista partenopea. Si pensa subito ad un'azione politica. Il sequestro è rivendicato dapprima dai [[Nuclei armati proletari|NAP]] colonna Walter Alasia (che chiedono la liberazione di prigionieri politici) quindi da [[Ordine nero]] (che propone uno scambio coi prigionieri Tuti, Concutelli e Tomei).
*5 aprile: nell'ambito degli incontri per un rinnovamento del programma di governo Berlinguer dichiara che si deve giungere ad una vera maggioranza, stabile e unita. Il PCI chiede di entrare a pieno titolo in questa nuova alleanza di governo.<ref>''Il Messaggero'', 6 aprile 1977</ref>
*8 aprile: Craxi invia ai partiti dell'astensione una lettera in cui chiede un incontro collegiale e una coraggiosa assunzione di responsabilità. Alla lettera è allegata una bozza con le proposte programmatiche del PSI su occupazione, Mezzogiorno, spesa pubblica, scuola, ordine pubblico e carceri.<ref>''Il Messaggero'', 9 aprile 1977</ref>
*14 aprile: mentre i partiti cercano un accordo sul programma di governo il ministro delle poste finisce nella bufera a causa della paralisi dei conti correnti postali. Il blocco degli straordinari imposto dal parlamento ha reso gli organici del movimento correntista insufficienti, poiché il sistema antiquato in uso ha reso normalità lo straordinario e il lavoro a cottimo. Lo strangolamento del movimento monetario rischia di bloccare il pagamento delle pensioni e bloccano il lavoro di enti e aziende che non ricevono più denaro fresco. Nell'attesa di interventi sui sistemi di lavorazione vengono nuovamente consentiti gli straordinari ma non tutte le sedi lo accettano. A Milano si contesta l'esiguo compenso per il lavoro straordinario.<ref>''Il Messaggero'', 15 aprile 1977</ref>
*15 aprile: consiglio dei ministri: sono approvati i disegni di legge per la riforma universitaria e sulla regolamentazione per la trasmissione dei film nelle emittenti televisive private. Quest'ultimo è oggetto, di forti contestazioni, fino a ipotesi di incostituzionalità, per l'imposizione di non trasmettere film vietati ai minori o che siano usciti nelle sale da meno di quattro anni. I gestori delle TV contestano di essere la causa del calo di incassi dei cinema.<ref>''Il Messaggero'', 16 aprile 1977</ref>
*16 aprile: alla vigilia della ripresa dei colloqui tra i partiti dell'astensione Moro lancia un appello all'unità della DC, che non ha ancora fatto una scelta, per delineare punti di vista comuni da presentare agli alleati.<ref>''Il Messaggero'', 17 aprile 1977</ref>
*19 aprile: su iniziativa di Craxi si svolge a Montecitorio un vertice coi segretari del PCI, del PSDI e del PRI. L'incontro è mirato a sollecitare una decisione della DC sui prossimi incontri bilaterali, peraltro ancora da fissare. La DC si limita a rispondere che il segretario Zaccagnini rientra nella stessa giornata e che le proprie posizioni saranno stabilite nella prossima riunione della direzione nazionale.<ref>''Il Messaggero'', 20 aprile 1977</ref>
*21-22 aprile: all'Università di Roma scoppiano gravi disordini a causa dello sgombero di tre facoltà occupate da militanti di [[Autonomia operaia]] poche ore prima. Invece di disperdersi gli autonomi danno vita a una violenta manifestazione nei viali dell'università e nelle strade del quartiere San Lorenzo. Mentre la polizia cerca di contenerli dal corteo partono numerosi colpi di pistola che feriscono diversi agenti e uccidono l'allievo sottufficiale [[Settimio Passamonti]]. Dopo una riunione straordinaria del consiglio dei ministri [[Francesco Cossiga]], ministro degli interni, dichiara che "deve finire il tempo dei figli dei contadini meridionali uccisi dai figli della borghesia romana". Il ministro annuncia che d'ora in poi la polizia risponderà alle armi con le armi. La questura di Roma dispone il divieto di manifestazione per un mese.<ref>''Il Messaggero'', 22-23 aprile 1977</ref>
*26 aprile: dopo una protesta ufficiale, espressa con una nota anonima su [[l'Osservatore Romano]], e un rincorrersi di polemiche sulle pagine dei giornali, scoppia il caso della trasmissione sul [[Rai Due|secondo canale]] Rai della prima parte di ''[[Mistero buffo]]'', spettacolo teatrale di [[Dario Fo]] considerato blasfemo. Il democristiano [[Mauro Bubbico]], fanfaniano ed oppositore di Zaccagnini, chiede la convocazione urgente della commissione di vigilanza sulla Rai affinché blocchi la programmata trasmissione della seconda parte. Mentre l'attore risponde che del suo spettacolo fa paura la ribellione al potere clericale il caso finisce anche sul tavolo delle trattative per il programma, dal momento che la DC, già alle prese con la legge sull'aborto che continua il suo cammino al senato, si trova isolata contro le proteste di tutti i partiti sul tentativo di censura.<ref>''Il Messaggero'', 27 aprile 1977</ref>
*27 aprile: direzione nazionale DC: seppure con molte riserve viene accettata la proposta di Zaccagnini di fissare incontri ufficiali coi partiti dell'astensione per cercare convergenze sull'agenda dell'esecutivo. I risultati dei colloqui saranno discussi e decisi in una prossima riunione della direzione o in una riunione straordinaria del Consiglio nazionale.<br />Nelle stesse ore viene votata alla camera una risoluzione che chiede al ministro degli interni di riferire con urgenza circa le gravi accuse lanciate dal procuratore della repubblica di Roma alla gestione dell'ordine pubblico. Secondo [[Pietro Pascalino]] gli organi di polizia subirebbero condizionamenti a livello politico, con reazioni diverse a seconda dello schieramento che occupa la piazza.<ref name="Il Messaggero, 28 aprile 1977">''Il Messaggero'', 28 aprile 1977</ref>
[[File:Fulvio Croce.jpg|thumb|200px|Fulvio Croce]]
*27 aprile: a [[Torino]] le [[Brigate Rosse]] uccidono l'avvocato [[Fulvio Croce]], Presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Torino. Il legale, causa la procedura penale dell'epoca, si era trovato costretto ad assumere la difesa d'ufficio dei brigatisti rossi sotto processo. Nello stesso giorno viene rapito a Roma il prof. [[Rosario Nicolò]], preside di giurisprudenza a La Sapienza.<ref name="Il Messaggero, 28 aprile 1977"/>
*3130 aprile: il pretore di Roma dichiara il non luogo a procedere contro ''[[Mistero buffo]]'' perché il fatto non costituisce reato. Nelle stesse ore in cui viene respinta la denuncia partita da un cittadino di Roma, quando ne mancano poche alla trasmissione della seconda parte, sono presentate altre due denunce dal Gruppo romano genitori ed educatori cattolici e dall'Unione nazionale ex allieve salesiane.<ref>''Il Messaggero'', 1° maggio 1977</ref>
 
==== Maggio ====