Dante Nello Carapelli: differenze tra le versioni

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Dal teatro in vernacolo passò ben presto a quello in lingua italiana, recitando per esempio nella commedia ''Il nostro prossimo'' di [[Alfredo Testoni]], rappresentata il 10 settembre 1930 al Teatro dell'Opera Nazionale Dopolavoro di Firenze.<ref>«Carapelli ha dato alla parte di Don Egidio un risultato personale raggiungendo buoni effetti comici: avremo però desiderato che avesse saputo anche commuoverci». Rim, ''Rubrica Dopolavoro'', in “La Commedia Fiorentina”, a. IV, n. 10, ottobre 1930, pp. 469-470.</ref> Esordì alla regia con il dramma di ambientazione cinese ''L'uomo giallo'' di Nino degli Orasi, allestito il 30 novembre 1930 nel salone degli stucchi di [[palazzo Gerini]] a Firenze, sede dell'Associazione ricreativa del pubblico impiego, nel quale interpretò anche la parte del protagonista Lao; dello spettacolo venivano apprezzate tra le altre cose l'originalità del tema trattato e la bravura degli attori, tra i quali spiccava Carapelli che «con quella sua recitazione caratteristica e personale ha reso con efficacia l'anima del protagonista».<ref>R. Melani, ''Novità teatrali'', in “La Commedia Fiorentina”, a. V, n. 1, gennaio 1931, p. 47.</ref>
 
Nel 1932 la compagnia Caserani-Zamora-Stauperno allestì alcune opere caratteristiche del repertorio classico: il 31 marzo fu rappresentato il dramma ''La gerla di papà Martin'' di [[Eugène Cormon]] ed [[Eugène Grangé]], nel quale Carapelli recitò come protagonista;<ref>P. M. [P. Moschi], ''Dopolavoro Ferroviario'', in “La Commedia Fiorentina”, a. VI, n. 5, maggio 1932, p. 221.</ref> il 3 aprile un altro dramma ''Ladri d'onore'' di [[George Sand]], dove ebbe il ruolo di Remigio;<ref>P. M. [P. Moschi], ''Circolo Fiorentino'', in “La Commedia Fiorentina”, a. VI, n. 5, maggio 1932, p. 221.</ref> il 15 maggio veniva invece presentata al pubblico la commedia in prima assoluta ''L'isola di Kubanga'' di Emilio Sestini, feroce satira della diplomazia europea dell'epoca in funzione nazionale e patriottica, nella quale Carapelli era Paquito, il servitore creolo vero deus ex machina dell'intera azione.<ref>«Il giovine Visconte Gastone d’Estanges, delegato alla Società delle Nazioni, ha avuto un infortunio al gioco: ha perso cioè sulla parola in una notte 50.000 franchi. La cosa dovrebbe essere segreta, intima, senonchésennonché tutti ne parlano, a cominciare dal cameriere del Visconte, Paquito, ibrida discendenza di nobiltà francese e spagnola, ad una giovane amica del Visconte, ad un nobile russo, alla moglie di questi. E tutti si fanno in quattro perché egli accetti i 50.000 franchi che nella giornata deve pagare ad un ricco inglese. Di qui è un susseguirsi di situazioni: sostituzioni di persona colpi di scena. Paquito, infine, sostituendosi al padrone, riceve una commissione di negri [sic] della Repubblica di Kubanga, nido di schiavisti e di farabutti della più bell’acqua, venuta dal Visconte per ottenere l’appoggio della grande nazione protettrice in una vertenza che è questione di vita o di morte per la Repubblica. Paquito riconosce giuste le richieste della commissione e assicura che queste verranno largamente appoggiate. Si teme, in seguito a ciò, un disastro diplomatico, se non che il Visconte anziché uno smacco riporta un vero trionfo. Alla fine, però, d’Estanges decide di abbandonare la diplomazia per impalmare la nipote di un ricco signore ora che, anche lui è ricco, avendo saputo dal proprio notaio di dover realizzare una vistosa eredità nel Canadà»; in ''Profili. Emilio Sestini'', in “La Commedia Fiorentina”, a. VI, n. 2, febbraio 1932, p. 100; P. M. [P. Moschi], ''Circolo Fiorentino'', in “La Commedia Fiorentina”, a. VI, n. 6, giugno 1932, p. 264.</ref> Sempre nel 1932 furono rappresentate dalla compagnia diretta da Carapelli le due commedie ''Se..., allora sì'' di [[Giulio Bucciolini]]<ref>G. Bucciolini, ''Se..., allora sì: tre atti tragicomici'', Nemi, Firenze, 1932.</ref> e ''I due volti dell'amore'' di Girandini.<ref>P. M. [P. Moschi], ''Dopolavoro Ferroviario'', in “La Commedia Fiorentina”, a. VI, n. 8, agosto 1932, p. 330.</ref> Nel 1933 fu allestito il dramma di ambientazione coloniale ''Legione straniera'' di Emilio Sestini,<ref>“La Commedia Fiorentina”, a. VII, 1933, p. 34.</ref> nel maggio 1934 ''Il cardinale'' di Louis Napoleon Parker,<ref>P. Moschi, ''Filodrammatiche. Firenze'', in “Il dramma” (Rivista mensile di commedie di grande successo), a. X, n. 151, 1° giugno 1934, p. 43.</ref> il 23 marzo 1935 il dramma ''Presente'' di [[Ferruccio Ulivi]],<ref>“Teatro per tutti” (Raccolta di commedie), 1935, p. 44.</ref> spettacoli dove Carapelli aveva il duplice ruolo di regista e attore nella parte del protagonista. In questi anni ebbe tra i suoi allievi al teatro del dopolavoro ferroviario di Firenze un giovanissimo [[Rossano Brazzi]], del quale per primo intuì le capacità attoriali e che fece esordire in ''La trovatella di Santa Maria'' di [[Paolo Giacometti]], messo in scena il 2 marzo 1936 al teatro degli orfani di guerra di Firenze ed il 3 marzo al teatro del dopolavoro di [[Osteria Nuova (Bagno a Ripoli)|Osteria Nuova]], presso [[Bagno a Ripoli]].<ref>''Firenze'', in “Teatro per tutti”, a. IV, 1936, p. 41; P. Osso, ''Rossano Brazzi: attore completo'', Albore, Milano, 1942.</ref>
 
La Compagnia del dopolavoro ferroviario di Firenze diretta da Carapelli allestiva l'8 aprile 1936 ''La maestrina'' di [[Dario Niccodemi]], per la quale erano apprezzate dalla critica la compostezza e la vivacità di Brazzi e l'efficacia interpretativa di Carapelli;<ref>P. M. [P. Moschi], ''Cronaca delle Filodrammatiche. Firenze'', in “Teatro per tutti”, a. IV, 1936, p. 38.</ref> nel giugno dello stesso anno nella commedia ''La vena d’oro'' di [[Guglielmo Zorzi]] tra gli interpreti oltre a Brazzi recitava [[Clara Calamai]];<ref>P. Moschi, ''Filodrammatiche. Firenze'', in “Il dramma”, a. XII, n. 236, 15 giugno 1936, p. 35.</ref> il 15 dicembre presso il salone del Gruppo rionale Montemaggi era rappresentata la commedia drammatica ''Anime'' di Bruno Carbocci con Brazzi e Carapelli;<ref>P. M. [P. Moschi], ''Cronaca delle Filodrammatiche. Firenze'', in “Teatro per tutti”, a. IX, n. 1, gennaio 1938, p. 32.</ref> nell'aprile 1937 ne ''La nemica'' di Niccodemi venivano lodate le interpretazioni di Brazzi e Calamai.<ref>P. M. [P. Moschi], ''Filodrammatiche. Firenze'', in “Il dramma”, a. XII, n. 255, 1° aprile 1937, p. 35.</ref>
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Nel 1942 esordì anche nel mondo del cinema recitando nel film biografico ''[[Rossini (film 1942)|Rossini]]'', girato dal regista [[Mario Bonnard]] negli stabilimenti [[Pisorno]] di [[Tirrenia]], che aveva come interpreti [[Nino Besozzi]], [[Paola Barbara]], [[Armando Falconi]], [[Paolo Stoppa]].<ref>''Cineguida 1953'', Dante Lazzaro Editore, Roma, 1953, pp. 52, 152; G. Vaccaro, ''Panorama biografico degli italiani d’oggi. A-H'', Curcio, Roma, 1956, p. 298; R. Chiti, E. Lancia, ''Dizionario del cinema italiano. Tutti i film italiani dal 1930 al 1944'', Gremese, Roma, 2008, pp. 310-311.</ref>
 
La sua carriera cinematografica conobbe un forte incremento dopo la fine della guerra, grazie all'intervento di Brazzi, il quale aveva raggiunto un successo internazionale e che, riconoscente verso il suo maestro, lo volle spesso con sé nei film dei quali era protagonista, affidando a Carapelli, ormai più che cinquantenne, solitamente la parte del padre o del cattivo. Tra i film si ricordano: ''[[Aquila nera (film 1946)|Aquila nera]]'' (1946), diretto da [[Riccardo Freda]], tratto dal romanzo Dubrovskij di [[Aleksandr Puškin]], dramma storico ambientato nella Russia dell'Ottocento con Brazzi, [[Irasema Dilian]], [[Gino Cervi]], [[Rina Morelli]], Paolo Stoppa, [[Yvonne Sanson]], [[Gina Lollobrigida]];<ref>''Cineguida 1953'', cit., pp. 52, 152; G. Vaccaro, op. cit., p. 298; C. Lizzani, ‎RR. Chiti, ''Il cinema italiano dalle origini agli anni ottanta'', Editori Riuniti, Roma, 1982, p. 396; R. Chiti, R. Poppi, ''Dizionario del cinema italiano. I film dal 1945 al 1959'', Gremese, Roma, 1991, pp. 42-43; ''Il cinema ricomincia. I film italiani del 1945-46'', a cura di S. Della Casa, Regione Piemonte, Torino, 1992, p. 79; ''La memoria del cinema. Restauri, preservazioni e ristampe della Cineteca Nazionale. 1998-2001'', Scuola Nazionale del Cinema, Roma, 2001, p. 63; R. Curti, ''Riccardo Freda. The Life and Works of a Born Filmaker'', McFarland & Co., Jefferson (USA), 2017, pp. 5, 309; G. Pedler, D. Wyatt, P. Moules, ''The 9.5mm Vintage Film Encyclopaedia'', Troubador Publishing, Leicester (UK), 2020, p. 61.</ref> ''Il diavolo bianco'' (1947) di [[Nunzio Malasomma]], dal racconto Hadschi Murat di Tolstoj, con Brazzi, [[Roldano Lupi]], [[Lea Padovani]], [[Folco Lulli]];<ref>''Cineguida 1953'', cit., pp. 52, 152; G. Vaccaro, op. cit., p. 298; R. Chiti, R. Poppi, op. cit., p. 116.</ref> ''[[La monaca di Monza (film 1947)|La monaca di Monza]]'' (1947) con la regia del pistoiese [[Raffaello Pacini]] e interpreti Brazzi, Paola Barbara, [[Wanda Capodaglio]], [[Carlo Duse]];<ref>''Cineguida 1953'', cit., pp. 52, 152; G. Vaccaro, op. cit., p. 298.</ref> ''[[Il principe delle volpi (film)|Il principe delle volpi]]'' (1949), kolossal hollywoodiano della 20th Century Fox, tratto dall'omonimo romanzo di Samuel Shellabarger sulla vita di [[Cesare Borgia]], girato da [[Henry King]] tra Firenze, Siena, San Gimignano e Monteriggioni, con [[Tyrone Power]], [[Orson Welles]], [[Marina Berti]], [[Katina Paxinou]]; il sequel ''[[La vendetta di Aquila Nera]]'' (1951) sempre di Freda con Brazzi, [[Gianna Maria Canale]], [[Franca Marzi]], dove Carapelli recitava nella parte dell'antagonista Atamano Selim;<ref>''Cineguida 1953'', cit., pp. 52, 152; G. Vaccaro, op. cit., p. 298; ''Millenovecento51. Il cinema italiano del 1951'', a cura di N. Gobetti, Regione Piemonte, Torino, 1998, p. 147; S. Della Casa, ''Riccardo Freda'', Bulzoni, Roma, 1999, p. 102; ''La memoria del cinema'', cit., p. 63; R. Curti, op. cit., pp. 5, 309; R. Kinnard, T. Crnkovich, ''Italian Sword and Sandal Films'', McFarland & Co., Jefferson (USA), 2017, pp. 136, 215.</ref> il film storico ''[[Lorenzaccio (film 1951)|Lorenzaccio]]'' (1951) di Pacini con [[Giorgio Albertazzi]], [[Folco Lulli]], [[Anna Maria Ferrero]], [[Arnoldo Foà]];<ref>''Lux Film 1951-1952'', Roggero & Tortia, Torino, 1952; ''Cineguida 1953'', cit., pp. 52, 152; G. Vaccaro, op. cit., p. 298.</ref> il melodramma ''[[La donna che inventò l'amore]]'' (1952), dall'omonimo romanzo di [[Guido da Verona]], prodotto da [[Oscar Brazzi]] e diretto da [[Ferruccio Cerio]], con Rossano Brazzi, [[Silvana Pampanini]], [[Juan de Landa]], [[Franco Fabrizi]];<ref>''Cineguida 1953'', cit., pp. 52, 152; G. Vaccaro, op. cit., p. 298.</ref> l'altro mélo ''[[L'ingiusta condanna]]'' (1952), girato in Maremma dal regista pisano [[Giuseppe Masini]], con Brazzi, [[Sergio Tofano]], [[Nanda Primavera]], [[Ubaldo Lay]];<ref>''Cineguida 1953'', cit., pp. 52, 152; G. Vaccaro, op. cit., p. 298; R. Chiti, R. Poppi, op. cit., pp. 192-193.</ref> infine ''[[Musoduro]]'' (1953), tratto dal romanzo di [[Luigi Ugolini]], diretto da [[Giuseppe Bennati]], con [[Fausto Tozzi]], [[Marina Vlady]], [[Cosetta Greco]], [[Odoardo Spadaro]], nel quale Carapelli interpretava la parte del Sor Giordano, padre della protagonista.<ref>P. Mereghetti, ''Il Mereghetti. Le schede'', Baldini & Castoldi, Milano, 2001, p. 1366; ''La filmografia di Nino Rota'', a cura di F. Borin, Olschki, Firenze, 1999, p. 115.</ref>
 
Parallelamente all'impegno nel mondo del cinema Carapelli continuava la sua attività di regista ed attore teatrale, allestendo tra i molti spettacoli nel 1946 ''La volata'' di Niccodemi,<ref>Articolo, in “Filodrammatica” (rivista mensile), 1946.</ref> nel 1949 ''Lo sbaglio di essere vivo'' di [[Aldo De Benedetti]], nel quale faceva esordire una giovanissima [[Gianna Giachetti]], presso il Teatro della Selt Valdarno di Firenze, oggi Cinema Spazio Uno.<ref>E. Bassanelli, ''“Il teatro non si può tradire”. Gianna Giachetti interprete goldoniana'', tesi di laurea (Università degli Studi di Firenze, Facoltà di Lettere e Filosofia, A. A. 2006-2007), relatore T. Megale, Firenze, 2008; G. Giachetti, ''Da Via Guelfa alle grandi ribalte'', in F. Borghini, ''C’era una volta un rione a Firenze'', Masso delle Fate, Firenze, 2022, p. 40.</ref>
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A partire dal 1951 prese parte alle annuali edizioni del prestigioso Premio nazionale d'arte drammatica [[Maria Melato]], dedicato all'attrice di [[Reggio Emilia]] dalla sua città natale, con la Compagnia del Teatro Eclettico da lui creata e diretta: alla prima edizione del 1951 presentò ''Famiglia'' di [[Denis Amiel]] e Amiel Petry, per il quale Iole Crescente e William Ceccarelli ottennero il terzo posto come migliori attori giovani; nel 1952 con ''Aminta'' di [[Torquato Tasso]] gli furono attribuiti il primo premio per i gruppi e il secondo per la regia. Nel 1953 allestì la tragedia ''Fedra'' di [[Jean Racine]] con Rinaldo Mirannalti, Crescente e Giachetti, rappresentato la sera dell'8 novembre al [[Teatro municipale Romolo Valli|Teatro Municipale]] di Reggio Emilia, con la quale vinse nuovamente il primo premio per i gruppi, il secondo per la regia e idem per la scenografia; nel 1954 mise in scena ''Hinkemann'' di Ernest Toller, che vide Mirannalti ricevere il primo premio come attore; nel 1955 ottenne il secondo premio per i gruppi, il primo per la regia, il secondo per la scenografia; alla settima edizione presentò il 17 novembre 1956 il dramma ''Bufere'' di [[Sabatino Lopez]].<ref>''II Rassegna Nazionale d’Arte Drammatica “Premio Maria Melato”'', Stab. Tip. F.lli Rossi, Reggio Emilia, 1952; ''III Rassegna Nazionale d’Arte Drammatica “Premio Maria Melato”'', Stab. Tip. F.lli Rossi, Reggio Emilia, 1953; ''IV Rassegna Nazionale d’Arte Drammatica “Premio Maria Melato”'', Stab. Tip. F.lli Rossi, Reggio Emilia, 1954; ''VI Rassegna Nazionale d’Arte Drammatica “Premio Maria Melato”'', Stab. Tip. F.lli Rossi, Reggio Emilia, 1956.</ref>
 
Negli anni Cinquanta Carapelli lavorò anche alla radio con la compagnia di prosa della [[Rai|RAI]] di Firenze nell'originale radiofonico ''Bandiera nera'', dedicato alla vita dei pirati più famosi della storia, recitando nel terzo episodio ''Harudi il Barbarossa'', messo in onda il 22 luglio 1954, nel sesto ''L'Olonese'', trasmesso il 12 agosto 1954, nel nono ''Un monumento per Jean Bart'' del 2 settembre 1954 e nel dodicesimo ''Il pirata Barbanera'' del 23 settembre 1954.<ref>Le registrazioni dell'originale radiofonico sono disponibili sul sito: [http://www.teche.rai.it. Rai Teche]</ref> Dalla radio alla nascente televisione italiana il passo fu breve: la sera del 17 marzo 1956 sul [[Rai 1|Programma Nazionale]] della RAI fu trasmesso l'atto unico ''Il lungo pranzo di Natale'' di [[Thornton Wilder]], con la regia teatrale di Carapelli e con interpreti gran parte dei membri della Compagnia del Teatro Eclettico, ovvero Mirannalti, Crescente, Vanna Bucci, Anna Maria Sanetti, Umberto Fusi.<ref>M. L. Compatangelo, ''La maschera e il video: tutto il teatro di prosa in televisione dal 1999 al 2004'', Rai-ERI, Roma, 1999, p. 109.</ref>
 
Nel marzo 1958, ormai malato, allestiva la commedia musicale ''La brigata dei begli umori'' di Bucciolini,<ref>G. Bucciolini, ''Cronache del teatro fiorentino'', a cura di L. M. Personè, Olschki, Firenze, 1982, pp. 280, 326.</ref> che costituì la sua ultima rappresentazione: morì infatti per tumore ai polmoni il 17 settembre 1958 a 67 anni di età e fu sepolto nel [[cimitero di Trespiano]] sopra Firenze.<ref>''È morto Carapelli'', in “La Nazione Italiana”, 18 settembre 1958.</ref>