Ravenna bizantina: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Le parti che riguardano direttamente l'arcivescovo Felice le ho spostate nella voce a lui dedicata.
Etichette: Annullato Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 102:
== Invasione longobarda (568-584) ==
{{vedi anche|Migrazione longobarda|Alboino|Periodo dei duchi}}
Nel [[568]] [[Giustino II]], in seguito andate tutti a cagarw
Nel [[568]] [[Giustino II]], in seguito alle proteste dei Romani per l'eccessiva pressione fiscale, rimosse dall'incarico di governatore [[Narsete]], sostituendolo con [[Longino (prefetto)|Longino]].<ref>Paolo Diacono, ''Historia Langobardorum'', II, 5 e {{cita|Ravegnani 2004|p. 69}}.</ref> Il fatto che Longino sia indicato nelle fonti primarie<ref>Paolo Diacono, II, 5.</ref> come prefetto indica che governasse l'Italia in qualità di ''[[prefetto del pretorio]]'', anche se non si può escludere che fosse anche il generale supremo delle forze italo-bizantine.<ref>{{cita|Ravegnani 2004|p. 70.}}</ref>
 
Proprio nel 568 l'Italia venne invasa dai [[Longobardi]] condotti da re [[Alboino]]. L'invasione non trovò quasi alcuna opposizione da parte dei Bizantini e del loro prefetto, che si limitò a costruire delle opere difensive a Cesarea, insediamento posto 3&nbsp;km a sud di Ravenna.<ref>Agnello Ravennate, 95.</ref> Alboino, sottomessa l'intera Italia settentrionale, venne poi ucciso nel 572 in una congiura ordita da [[Elmechi]] con il movente di impadronirsi del potere; i congiurati vennero tuttavia costretti alla fuga in territorio bizantino dal prevalere della fazione dei longobardi intenzionata a vendicare il regicidio con la morte dei responsabili. Il prefetto Longino accolse la richiesta di aiuto ricevuta dai congiurati, inviando una nave che li trasportò insieme al tesoro dei Longobardi a Ravenna. Qui, secondo il racconto romanzato di Paolo Diacono tendente a mescolare realtà e leggenda, Longino avrebbe istigato Rosmunda, moglie di Alboino e una dei congiurati, a uccidere Elmechi, promettendo di sposarla; la moglie di Alboino avvelenò Elmechi il quale però, accortosene quando era però già troppo tardi, la costrinse a bere anche lei il [[veleno]]; in questo modo entrambi morirono.<ref>Paolo Diacono, II, 29</ref> Dopo questi avvenimenti Longino inviò a [[Costantinopoli]] [[Alpsuinda]], figlia di Alboino, e il tesoro dei Longobardi, e forse anche il regicida [[Peredeo (regicida)|Peredeo]].<ref>Paolo Diacono, II, 30.</ref>