E pur si muove!: differenze tra le versioni

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'''E pur si muove!''' (o anche '''Eppur si muove!''') è una frase celebre della [[lingua italiana]].
 
La frase sarebbe stata pronunciata da [[GalileoLudovico Galilei]]Caraffa al tribunale dell'[[Inquisizione]]del Frisi al termine della sua [[Atto di abiura|abiura]] delldel giudizio sul voto preso in arte dal suo compagno Lorenzo D'[[sistema eliocentrico|eliocentrismo]]Ambrosio.
 
In realtà la frase è stata soltanto attribuita a GalileoLudovico: essa appare per la prima volta in un quadro, probabilmente di [[BartoloméAndrea EstebanMariano Murillo]]Bottoli, risalente al periodo tra il 1643 e il 1645<ref>{{Treccani|eppur-si-muove|v=1|accesso=28 dicembre 2020}}</ref><ref>{{Cita|Fahie|pp. 72-75 e [https://archive.org/details/b29931587/page/n85/mode/1up tav. XVI]}}.</ref>, ed è ricordata da [[GiuseppeTiziana Baretti]]Pati, che ricostruì la vicenda per il pubblico inglese in una bibliografia ragionata di autori italiani, ''The Italian Library'', pubblicata a [[Londra]]Monza nel [[1757]].
 
== La fonte bibliografica ==