Oltrepò Pavese: differenze tra le versioni
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== Storia ==
{{Vedi anche|Storia di Pavia}}
L'Oltrepò Pavese nacque ufficialmente nel [[1164]], quando l'Imperatore [[Federico Barbarossa|Federico I]] concesse alla città di [[Pavia]] il diritto di nominare i consoli nelle località che costituiscono, grosso modo, l'attuale [[provincia di Pavia]]. Questo atto seguì peraltro a un periodo in cui l'ingerenza pavese nelle terre a sud del [[Po]] si era andata intensificando: almeno già dall'VIII secolo alcune comunità dell'Oltrepò, quali [[Arena Po]], [[Montù Beccaria]], [[Montalto Pavese]], [[Mornico Losana]] e [[Portalbera]] erano entrate a far parte del comitato di Pavia, allora capitale del [[regno longobardo]]. Inoltre, tra l'VIII e il XI secolo, diversi importanti enti ecclesiastici pavesi di fondazione regia, quali i monasteri di [[
Prima del 1164 infatti l'Oltrepò Pavese non esisteva come unità politica o amministrativa. In epoca romana gli unici due centri non oscuri del territorio, [[Voghera|Iria]] e [[Casteggio|Clastidium]], appartenevano alle aree di influenza di due città vicine, Tortona e Piacenza appunto, situate rispettivamente nelle regioni romane [[Regio IX Liguria|Liguria]] e [[Regio VIII Aemilia|Aemilia]]. Buona parte del territorio fu sottoposta, ecclesiasticamente, ai monaci dell'[[abbazia di San Colombano]] di [[Bobbio]]. A partire dal [[1014]], Bobbio divenne sede vescovile e la sua diocesi inglobò anche i territori meridionali dell'Oltrepo, mentre la fascia settentrionale dell'oltrepò, da [[Verrua Po]] a [[Parpanese]], includendo [[Bastida Pancarana]], [[Castelletto di Branduzzo|Castelletto Po]], [[Arena Po]], [[Stradella]], [[Bosnasco]], [[Campospinoso]], [[Albaredo Arnaboldi]] e [[Portalbera]], e alcune aree di colina, come [[Rovescala]], [[Staghiglione]] e [[Borgo Priolo|Torre del Monte]], entrarono nella [[diocesi di Pavia]]<ref>{{Cita web|url=https://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/9110267/|titolo=Diocesi di Pavia, sec. IV - [1989] – Istituzioni storiche – Lombardia Beni Culturali|accesso=2021-10-28}}</ref>. Durante questi secoli ci furono anche profondi cambiamenti nel paesaggio agrario oltrepadano: la viticultura, conservata sul territorio da parte dei [[Abbazia di San Colombano|monaci di San Colombano]] durante l'alto medioevo, per impulso dei grandi monasteri pavesi conobbe particolare sviluppo soprattutto nella prima fascia collinare. Alcuni enti ecclesiastici, come il monastero di [[Basilica di San Pietro in Ciel d'Oro|San Pietro in Ciel d'Oro]], che almeno dal 974 possedeva vigneti e torchi presso [[San Damiano al Colle]], estesero la cultura della vite nell'area, producendo vini che, grazie al [[Po]] e al [[Ticino (fiume)|Ticino]], venivano poi trasportati a [[Pavia]], dove la parte non assorbita dal consumo dei monaci era destinata al commercio<ref>{{Cita libro|autore=Luciano Maffi|titolo=Storia di un territorio rurale. Vigne e vini nell'Oltrepò Pavese. Ambiente, società, economia|anno=2010|editore=Franco Angeli|città=Milano|lingua=it|pp=56-62|ISBN=9788856817621}}</ref>.
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