Viticoltura in Lombardia: differenze tra le versioni
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La coltivazione della [[vitis vinifera|vite]] in area lombarda risalirebbe al neolitico: numerosi sono infatti i ritrovamenti di [[vinacciolo|vinaccioli]] negli scavi presso i [[Siti palafitticoli preistorici attorno alle Alpi|siti palafitticoli alpini]] nei pressi del [[lago di Garda|Garda]] bresciano<ref name=AI101>{{cita|AIS|p. 101}}.</ref>. Sempre al periodo neolitico risalgono simili ritrovamenti in scavi archeologici condotti nel [[provincia di Mantova|mantovano]]<ref name=AI367>{{cita|AIS|p. 367}}.</ref>. Al [[VII secolo a.C.]] risalgono i primi ritrovamenti di [[otre|otri]] da vino nell'area del [[provincia di Varese|varesotto]] sulle sponde del [[lago Maggiore]]: seppur appurata la coltivazione dell'uva nella zona in quel periodo, gli intesi scambi con la civiltà etrusca non consentono di capire se il vino fosse prodotto localmente o semplicemente importato<ref>{{cita|AIS|p. 625}}.</ref>. Le prime notizie storiche circa la produzione di vino arrivano da fonti di epoca romana: nel [[I secolo a.C.]] [[Virgilio]] descrive nella sue [[Bucoliche]] la coltivazione della ''vitis labrusca'' per la produzione di vino<ref name=AI367/>, mentre [[Strabone]] descrive i pregiati vini prodotti nell'[[Oltrepò Pavese]] e i "vini retici" del [[lago di Como]]<ref>{{cita|AIS|p. 415}}.</ref><ref>{{cita|AIS|p. 353}}.</ref>; mentre [[Plinio il Vecchio]] testimonia la coltivazione della vite sulle colline bergamasche a partire dal [[I secolo]]<ref name=AIS37>{{cita|AIS|p. 37}}.</ref>. Nel [[III secolo]] fu invece l'area del milanese a vedere una grande diffusione di vigneti, complice l'elezione di [[Milano]] a capitale dell'[[Impero romano]]<ref name=AIS406>{{cita|AIS|p. 406}}.</ref>, mentre per la prima traccia della produzione di vino in [[Valtellina]], per la precisione attorno a [[Morbegno]], bisogna aspettare al [[IX secolo]], secondo quanto scritto in un documento dell'epoca; bisognerà tuttavia aspettare un secolo perché la produzione vinicola acquisti un ruolo rilevante nell'agricoltura locale<ref name=AIS567>{{cita|AIS|p. 567}}.</ref>.
Rinvenimenti archeologici testimoniano la diffusione della vite in [[Oltrepò Pavese]] già in età romana e tale coltura venne mantenuta durante l'alto medioevo dai monaci dell'[[abbazia di San Colombano]], che tra l'862 e l'865 erano proprietari di vigneti in [[valle Staffora]]. A partire dal secolo XI, la viticultura, per impulso dei grandi monasteri pavesi, conobbe particolare sviluppo soprattutto nella prima fascia collinare. Alcuni enti ecclesiastici, come il
Da qui in avanti le testimonianze circa la produzione vinicola lombarda sono sempre più comuni: un documento redatto dall'imperatore [[Corrado di Franconia|Corrado I]] nel [[918]] testimonia i vigneti nella zona di [[San Colombano al Lambro]]<ref name=AIS406/>, dei documenti di acquisto risalenti al [[XI secolo]] trattano di terre dedite alla coltivazione della vite in [[provincia di Bergamo]], mentre testimonianze storiche parlano del saccheggio, tra le altre cose, dei vigneti di [[Scanzorosciate|Scanzo]] nel [[1398]] da parte di milizie guelfe, tuttavia si assistette a partire dal [[XV secolo]], così come in molte altre zone della pianura lombarda occidentale, come la [[Brianza]]<ref name="brianza">{{cita web|cognome=|nome=|url=https://bartesaghiverderiostoria.blogspot.it/2010/07/luva-dei-fratelli-gnecchi-ruscone.html|titolo=L'uva dei fratelli Gnecchi Ruscone all'esposizione di Merate del 1876|accesso=14 marzo 2017|sito=bartesaghiverderiostoria.blogspot.it}}</ref> e l'[[Alto Milanese]]<ref name="Agnoletto pag. 70">{{Cita|Agnoletto|p. 70}}.</ref> ad iniziare dal [[XIX secolo]], ad un [[Storia della viticoltura nell'Alto Milanese|progressivo abbandono, seppur non totale, dei vigneti]] a favore della più redditizia coltivazione dei [[gelsi]] per la produzione di bachi da seta<ref name=AIS37/>. Al contrario la Valtellina vide aumentare notevolmente la sua produzione che impattò in maniera notevole sull'economia locale tanto da attirare manodopera da gran parte delle montagne lombarde: nel periodo di massima splendore i vini valtellinesi veniva esportati in gran parte dell'[[Europa centrale]] e i territori coltivati a vite raggiungevano secondo alcune stime un'estensione di 10000 ettari, più di sei volte dei circa 1500 attuali<ref name=AIS567/>.
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