Cimitero monumentale della Certosa di Bologna: differenze tra le versioni

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|Confessione religiosa = Mista
|Stato = in uso
|Nazione = ITAItalia
|Città = Bologna
|Periodo costruzione =
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|Area= 300.000 m<sup>2</sup> (30 ha)
|Ingegnere =
|Architetto = [[Ercole Gasparini]], [[AngeloGiuseppe Venturoli]], [[Luigi Marchesini]], [[GiuseppeErcole Tubertini]], [[Coriolano MontiGasparini]]
|Tombe famose =
|Note = Sezione acattolica ed ebraica
}}
Il '''cimitero monumentale della [[Certosa di San Girolamo di Casara|Certosa di Bologna]]''' si trova appena fuori dal cerchio delle [[Mura di Bologna|mura della città]], vicino allo [[stadio Renato Dall'Ara]], ai piedi del [[colle della Guardia]] dove si trova il [[santuario della Madonna di San Luca]].
 
La Certosa di Bologna conserva la più ricca raccolta di [[neoclassicismo|arte neoclassica]] italiana. Su un'area di trenta ettari, le sale, le gallerie e i chiostri del cimitero della Certosa ospitano almeno 6&nbsp;000 manufatti di interesse storico e artistico, opera di oltre 200 artisti.
 
== Struttura del cimitero ==
{{vedi anche|Struttura del Cimitero monumentale della Certosa di Bologna}}
[[File:Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna.svg|300px|left|Mappa del cimitero monumentale della Certosa di Bologna]]
Il fascino che contraddistingue la parte monumentale della Certosa di Bologna deriva dalla [[Struttura del Cimitero monumentale della Certosa di Bologna|complessa articolazione degli spazi]], frutto degli adattamenti e delle stratificazioni ottocentesche e della prima metà del Novecento. Durante la prima fase di ristrutturazione venneno prese in conto le idee dell'[[igienismo]] [[illuminismo|illuminista]], come testimoniano i disegni di [[Angelo Venturoli]].<ref>{{cita web|url=https://storico.beniculturali.it/mibac/opencms/MiBAC/sito-MiBAC/Luogo/MibacUnif/Luoghi-della-Cultura/visualizza_asset.html?id=154937&pagename=50|titolo=Certosa monumentale|editore=MiBACT|accesso=19 maggio 2021}}</ref> Dell'epoca monastica si conservano quasi integri alcuni chiostri, la sala capitolare (Sala della Madonna dell'Asse), il Chiostro del Capitolo (Chiostro delle Madonne o dell'Ossario), il Refettorio (trasformato in Sala della Pietà), il Recinto delle Monache e dei Sacerdoti, il Chiostro I o d'ingresso. Il [[rinascimentale]] Chiostro Grande venne smembrato nel Chiostro III e in parte nel Chiostro del 1500, demolito e ricostruito.<ref name=RocchettaZaniboni2001/>
L'espansione del cimitero, sebbene non organica, tenne conto delle costruzioni preesistenti, «ordinata e orientata lungo un asse di riferimento ovvero l'asse mediano del chiostro rinascimentale: si operano adattamenti degli spazi esistenti e il cimitero nasce dalla crescita di elementi, dalle architetture differenti ma coerenti tra loro, che arrivano ad occupare anche le aree libere degli orti», assumendo progressivamente ampiezza e monumentalità.<ref name=storiaeCertosa/>
 
== Storia ==
La Certosa di Bologna è uno dei cimiteri monumentali più antichi d'Italia. Sorge in un'area già utilizzata come necropoli dagli [[Etruschi]] e in seguito adibita a [[monastero]]. Venne istituito nel 1801 come unico cimitero della città dopo la conquista di Bologna da parte delle [[truppe napoleoniche]] e la [[soppressioni napoleoniche|soppressione]] della [[Certosa di San Girolamo di Casara]].
La parte monumentale del cimitero occupa gli antichi edifici del monastero e include al suo interno la [[chiesa di San Girolamo alla Certosa|chiesa di San Girolamo]], con le sue preziose opere pittoriche del Seicento. A partire dagli anni trenta dell'Ottocento il cimitero si è arricchito di nuovi spazi e chiostri, presentandosi come un vero e proprio museo all'aperto, in cui sono conservati monumenti funebri di pregio.
Il cimitero era tappa del ''Grand Tour'' settecentesco e meta del turismo ottocentesco internazionale.
 
=== La necropoli etrusca ===
[[File:Situla della certosa, 600-550 ac. ca, da tomba 68 necropoli della certosa 01.JPG|thumb|upright|La ''Situla della Certosa'', al [[Museo civico archeologico (Bologna)|Museo civico archeologico]]]]
L'area del cimitero monumentale era occupata già dalla fine del [[VI secolo a.C.]] da una [[Tombe etrusche|necropoli etrusca]], sorta fuori dall'abitato lungo una antica strada poi abbandonata in [[epoca romana]].<ref>{{cita|Cristina Rocchetta e Cristina Zaniboni|p. 15|Cristina Rocchetta e Cristina Zaniboni 2001}}.</ref> La necropoli fu utilizzata fino agli inizi del [[IV secolo a.C.]] e riscoperta nel [[1869]]<!-- nell'attuale Chiostro delle Madonne --> durante i lavori di ampliamento del cimitero da [[Antonio Zannoni]], ingegnere dell'Ufficio Tecnico del Comune di Bologna, che intuì dal ritrovamento di una [[Cista (archeologia)|tomba a cista]]<ref>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/gli-scavi-della-certosa-di-bologna-2103-opera|titolo=Gli scavi della Certosa di Bologna|curatore=Museo civico del Risorgimento|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=23 aprile 2021}}</ref> di trovarsi di fronte alla cosiddetta [[necropoli della Certosa di Bologna|necropoli della Certosa]].<ref name=scaviZannoni>{{cita|Antonio Zannoni 1876}}.</ref> Il sepolcreto di [[Felsina|fase felsinea]] è il più estensivamente esplorato della città, nonché quello che ha restituito il maggior numero di tombe: 417, collocate principalmente tra il Chiostro III e il Chiostro VII, e tra il Chiostro VI e il Campo Carducci.<ref>All'epoca degli scavi gli spazi in Certosa avevano nomi diversi: il Campo degli Spedali corrisponde alla zona del Campo Carducci e del Chiostro VI; il Campo dei Cholerosi è il Chiostro VII; il Chiostro degli Angeli è il Chiostro III. Cfr. la planimetria attuale con la planimentria in Antonio Zannoni, ''Gli scavi della Certosa di Bologna'', Bologna, 1876-1884.</ref><ref>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/la-necropoli-etrusca-della-certosa-482-evento|titolo=La necropoli etrusca della Certosa|autore=Marinella Marchesi|sito=Storia e Memoria di Bologna|data=luglio 2010|accesso=15 febbraio 2021}}</ref> I reperti scoperti durante gli scavi archeologici coordinati dallo stesso Zannoni tra il 1869 e il 1873 sono custoditi nel [[Museo civico archeologico (Bologna)|Museo civico archeologico]] della città; tra essi spicca la ''[[situla]] della Certosa'', un vaso bronzeo con decorazioni a fasce usato come urna cineraria considerato come ''la regina delle situle''.<ref>{{cita libro|url=https://commons.wikimedia.org/wiki/File:La_situla_della_Certosa_-_memoria_(IA_lasituladellacer00duca).pdf|titolo=La situla della Certosa: memoria|autore=Pericle Ducati|anno=1923|città=Bologna|editore=Stabilimenti Poligrafici Riuniti}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/situla-della-certosa-2104-opera|titolo=Situla della Certosa|curatore=Museo civico del Risorgimento|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=23 aprile 2021}}</ref><ref>[[Edoardo Brizio]], ''[https://www.storiaememoriadibologna.it/files/vecchio_archivio/certosa/s/scavicertosabrizio1872low.pdf Scavi della Certosa presso Bologna, estratto del Bullettino dell'Istituto di corrispondenza archeologica anno 1872]'', Roma, Tipi del Salviucci, 1872</ref> I ritrovamenti nella Certosa parteciparono allo slancio della stagione di scavi archeologici in città e nel bolognese, come quelli di [[Giovanni Gozzadini]] a Marzabotto, l'antica [[Kainua]], stagione che si giovò anche del supporto metodologico dell'archeologo [[Edoardo Brizio]], professore di archeologia presso l'[[Università di Bologna]] e direttore del nascente Museo civico che promuoveva il contatto diretto con i monumenti.
 
La tomba dello Zannoni nella Galleria degli Angeli e una lapide per il Congresso internazionale di archeologia e antropologia preistorica del 1871 nel cortile della chiesa, commemorano gli scavi archeologici che ebbero a suo tempo rinomanza internazionale e vennero anche commentati dal medico e antropologo tedesco [[Rudolf Virchow]]: «… niuna città ha fatto cosa più sorprendente di Bologna cogli scavi di Certosa, […] non si vide mai nulla di più bello dal punto di vista preistorico».<ref>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/zannoni-antonio-482389-persona|titolo=Zannoni Antonio|autore=Elisa Musi|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=23 aprile 2021}}</ref>
 
=== Le origini dalla vecchia Certosa ===
[[File:Esterno Certosa di Bologna.jpg|thumb|La [[Certosa di San Girolamo di Casara|Chiesa di San Girolamo alla Certosa]]]]
Alle origini della [[Certosa di San Girolamo di Casara]] ci fu una donazione avvenuta agli inizi del XIV secolo, ai monaci [[certosini]] da parte del giureconsulto Giovanni d'Andrea, dei terreni per la costruzione di un nuovo monastero.<ref name=storiaeCertosa>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa-di-bologna-1582-luogo|titolo=Certosa di Bologna|autore=Licia Giannelli|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=23 aprile 2021}}</ref>
Dalla posa della prima pietra, nell'aprile 1334, si procedette con la costruzione grazie alle numerose offerte e donazioni dei fedeli. Il monastero poteva dirsi quasi concluso già nel 1350, e presentava un «chiostro con alloggi dei monaci, cappelle monacali, il Capitolo con il proprio chiostro, refettorio, foresteria, cucina».<ref name=storiaeCertosa/>
La Chiesa di San Girolamo alla Certosa, consacrata nel 1359,<ref>{{cita|Angelo Raule|p. 12|Angelo Raule 1961}}.</ref> ebbe il suo grande campanile nel 1508, all'epoca in cui la Certosa poteva vantare di essere diventata «uno dei più celebri monasteri» della sua epoca, grazie soprattutto all'interessamento a metà del XV secolo del pontefice [[Nicolò V]], che era stato allievo del Beato [[Niccolò Albergati]] di Bologna e voleva rendere la Certosa degna delle aspirazioni del Beato, dando l'impulso per l'ampliamento il complesso.<ref>{{cita|Angelo Raule|p. 15|Angelo Raule 1961}}.</ref> Questa potenza monastica è testimoniata dalla grande ricchezza artistica dell'interno della chiesa.
 
Il cimitero comunale fu istituito nel [[1801]] riutilizzando le preesistenti strutture della [[Certosa di San Girolamo di Casara]], fondata a metà del Trecento, soppressa nel 1797 da [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], e di cui è ancora in funzione la [[Chiesa di San Girolamo alla Certosa|Chiesa di San Girolamo]]. La forte passione della nobiltà e della borghesia per la costruzione dei sepolcri familiari trasformò la Certosa in un vero e proprio “museo all'aria aperta”, tappa del [[grand tour]] italiano: la visitarono [[François-René de Chateaubriand|Chateaubriand]], [[George Gordon Byron|Byron]], [[Charles Dickens|Dickens]], [[Theodor Mommsen|Mommsen]], [[Stendhal]]. In particolare il Chiostro Terzo (o della Cappella) è un ciclo notevole di ispirazione neoclassica e simbologia illuministica; uniche forse nel mondo sono le tombe dipinte a tempera e quelle realizzate in stucco e scagliola. Il cimitero ha subito un forte ampliamento dagli [[anni 1950|anni cinquanta]] in poi. Nel [[2007]] la [[Sala del Pantheon del cimitero monumentale della Certosa di Bologna|sala del Pantheon]], dagli anni novanta del Novecento già destinata ai riti laici, diventa una [[Sala del Pantheon del cimitero monumentale della Certosa di Bologna|sala del Commiato]] per chiunque intenda usufruire di un periodo di raccoglimento prima del rito; il nuovo allestimento è ad opera dell'artista [[Flavio Favelli]]. La chiesa, non parrocchiale, è da diversi anni gestita dalla comunità dei [[passionisti]] di [[Casalecchio di Reno]].
=== La creazione del cimitero, dall'epoca napoleonica alla Restaurazione ===
[[File:Certosa (68).jpg|thumb|Il Chiostro I o d'Ingresso]]
La costruzione del cimitero si inserì in un contesto di rinnovamento urbanistico della città, avviato proprio in età napoleonica.
Il cimitero comunale fu istituito nel [[1801]], con proclama del 3 marzo della Commissione di sanità del [[Dipartimento del Reno]],<ref>{{cita|Cristina Rocchetta e Cristina Zaniboni|p. 10|Cristina Rocchetta e Cristina Zaniboni 2001}}.</ref> convertendo le preesistenti strutture della Certosa di San Girolamo, soppressa nel 1797 da [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] a seguito della conquista [[giacobini|giacobina]] della città fino ad allora sotto il governo pontificio.
 
=== La chiesa ===
L'idea di cimitero cittadino risaliva agli ultimi decenni del secolo precedente: nel 1784 il [[Senato bolognese]] esaminò i progetti di quattro cimiteri suburbani, uno per ogni quartiere<ref>Il progetto si rivelò inattuabile per la mancanza di fondi sufficienti e la difficoltà di individuare le zone di costruzione idonee. Cfr. {{cita|Cristina Rocchetta e Cristina Zaniboni|p. 36|Cristina Rocchetta e Cristina Zaniboni 2001}}</ref> ma fu nell'anno delle [[soppressioni napoleoniche]]<ref>Le soppressioni napoleoniche furono un provvedimento che prevedeva la soppressione degli ordini religiosi e la confisca dei loro beni.</ref> che [[Mauro Gandolfi]], pittore e professore all'[[Accademia di Belle Arti di Bologna|Accademia di Belle Arti]], formulò invece l'ipotesi di un unico, grande camposanto nei pressi del Meloncello.
{{Per approfondire|Chiesa di San Girolamo alla Certosa}}
Tra le varie aree analizzate per un camposanto, l'unica che soddisfaceva tutte le esigenze era l'ex Certosa di Bologna, tenacemente promossa da Luigi Pistorini, presidente della Commissione del dipartimento di sanità del Reno, come la più economica e di immediata realizzazione.<ref name=salabNuovoCimitero>{{cita web|url=https://www.bibliotecasalaborsa.it/bolognaonline/cronologia-di-bologna/1801/il_nuovo_cimitero_della_certosa_di_san_girolamo|titolo=Il nuovo cimitero della Certosa di San Girolamo, 14 aprile 1801|accesso=28 dicembre 2022}}</ref>
Nella chiesa del monastero sono da segnalare il ''trittico della Passione di Cristo'', opera di [[Bartolomeo Cesi (pittore)|Bartolomeo Cesi]] (1556-1629) e il coro ligneo intarsiato ripristinato da Biagio De' Marchi nel 1538 dopo l'incendio provocato dai [[Lanzichenecchi]] di [[Carlo V]]. In evidenza sono i dipinti dedicati ad episodi della vita di Cristo, delle dimensioni di circa 450x350 cm, i quali furono commissionati nella metà del Seicento ai due Sirani, [[Giovanni Andrea Sirani|Giovan Andrea]] e la figlia [[Elisabetta Sirani|Elisabetta]], a [[Francesco Gessi]], [[Giovanni Maria Galli da Bibbiena]], [[Lorenzo Pasinelli]], [[Domenico Maria Canuti]] e al napoletano [[Nunzio Rossi]]. Altre opere di [[Antonio Vivarini|Antonio]] e [[Bartolomeo Vivarini]], [[Carracci|Ludovico e Agostino Carracci]], oltre che del [[Guercino]], furono trasferite in epoca napoleonica alla [[Pinacoteca Nazionale di Bologna]].
Il 13 aprile 1801 Pistorini sottoscrisse un'importante decisione per Bologna: per ragioni di salute pubblica era bandita l'usanza di seppellire i morti nelle chiese e nelle fosse comuni degli Ospedali della Vita e della Morte, fu proibito sotterrare i morti «qualunque siano in qualunquesiasi luogo» della città e si doveva utilizzare il cimitero fuori dall'abitato. Il giorno seguente, 24 germile dell'anno IX repubblicano secondo l'allora vigente [[Calendario rivoluzionario francese|calendario repubblicano]], il nuovo camposanto accolse le prime salme.<ref name=salabNuovoCimitero/> L'apertura del cimitero monumentale e il proclama di Pistorini precorrevano i tempi: nel 1804 venne infatti promulgato l'[[Editto di Saint Cloud|Editto napoleonico di Saint-Cloud]], che vietava l'inumazioni all'interno dei centri abitati, editto che fu poi esteso due anni dopo a tutte le zone della penisola sotto il controllo napoleonico.<ref name=storiaeBagattoni>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/un-cimitero-che-si-puo-chiamare-museo-854-evento|titolo=Un cimitero "che si può chiamare Museo"|autore=Emanuela Bagattoni|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=29 aprile 2021}}, tratto da {{cita|Beatrice Buscaroli e Roberto Martorelli 2010}}</ref> Secondo il principio giacobino dell'[[Uguaglianza sociale|uguaglianza]], le inumazioni di massa non dovevano differenziarsi se non per sesso ed età.<ref name=storiaeBagattoni/>
 
=== Opere scultoree ===
Nei primi due decenni dell'Ottocento si adattarono le strutture del monastero sotto la supervisione degli architetti [[Ercole Gasparini]] e [[Angelo Venturoli]], sfruttandone l'estetica a vantaggio del decoro delle tombe e cercando di eliminarne il ricordo monastico.<ref name=RocchettaZaniboni2001>{{cita|Cristina Rocchetta e Cristina Zaniboni|p. 36|Cristina Rocchetta e Cristina Zaniboni 2001}}.</ref><ref name=storiaeTrasformazioni>{{cita|Roberto Martorelli 2009}} cit. in {{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/trasformazioni-ed-ampliamenti-della-certosa-865-evento|titolo=Trasformazioni ed ampliamenti della Certosa|autore=|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=23 aprile 2021}}</ref> A questo scopo, vennero demolite tutte le strutture di servizio, dalla spezieria ai magazzini, e dei quartieri monacali eccezion fatta per i muri perimetrali, e svuotati gli alloggi e le cappelle.<ref name=RocchettaZaniboni2001/> Si conservarono la chiesa e i chiostri rinascimentali e quelli minori.<ref name=storiaeCertosa/> A metà del braccio sud del chiostro rinascimentale detto Chiostro Grande, Gasparini progettò la Cappella dei Suffragi, aperta verso il campo centrale, andata distrutta salvo per il portico a cassettoni e il frontone neoclassico.<ref>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/gasparini-ercole-481182-persona|titolo=Gasparini Ercole|autore=Valentina Begliossi|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=26 aprile 2021}}</ref>
All'interno del cimitero si può ammirare un vastissimo repertorio di opere scultoree. Tra gli artisti presenti si segnalano: [[Giacomo De Maria]], [[Lorenzo Bartolini]], [[Giovanni Putti|Giovanni]] e [[Massimiliano Putti]], [[Mario Sarto]], [[Alessandro Franceschi]], [[Pietro Tenerani]], [[Cincinnato Baruzzi]], [[Carlo Chelli]], [[Giovanni Duprè]], [[Vincenzo Vela]], [[Giovanni Battista Lombardi]], [[Luigi Acquisti]], [[Augusto Rivalta]], [[Diego Sarti]], [[Tullo Golfarelli]], [[Leonardo Bistolfi]], [[Giorgio Kienerk]], [[Silverio Montaguti]], [[Giuseppe Romagnoli]], [[Pasquale Rizzoli]], [[Ercole Drei]], [[Giacomo Manzù]], [[Luciano Minguzzi]], [[Farpi Vignoli]], [[Bruno Saetti]] e molti altri. Tra gli artisti che hanno realizzato le tombe dipinte si segnalano [[Pietro Fancelli]], [[Flaminio Minozzi]], [[Antonio Basoli]] e [[Pelagio Palagi]].
 
Tra le più importanti realizzazioni, si possono citare:
[[File:Pianta della Certosa di Bologna - Giovanni Zecchi 1829.jpg|thumb|Pianta della Certosa di Bologna di Giovanni Zecchi del 1829]]
Furono due gli interventi più significativi di quegli anni: il Nuovo ingresso e la Sala della Pietà.<ref name=storiaeTrasformazioni/>
Nel 1809 si attuò il progetto di Ercole Gasparini (del 1802) di un Nuovo ingresso monumentale, da cui far passare le salme e le processioni, con quattro pilastri sormontati dalle statue di due geni funerari e delle due ''Piangenti '' di [[Giovanni Putti]]. «Occorreva creare un ingresso imponente, quasi monumentale, che soddisfacesse la classe senatoria e che la potesse persuadere ad accettare il luogo di sepoltura comune alla plebe», secondo la vigente politica giacobina.<ref name=RocchettaZaniboni2001/><ref>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/ingresso-monumentale-della-certosa-879-opera|titolo=Ingresso Monumentale della Certosa|autore=Emanuela Bagattoni|sito=Storia e Memoria di Bologna|data=luglio 2012|accesso=23 aprile 2021}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.bibliotecasalaborsa.it/bolognaonline/cronologia-di-bologna/1809/i_piagnoni_di_giovanni_putti_alla_certosa|titolo=I "piagnoni" di Giovanni Putti alla Certosa, 1809|accesso=28 dicembre 2022}}</ref>
Nel 1816 l'architetto Angelo Venturoli allestì in gusto neoclassico la Sala della Pietà nella ex sala del refettorio, valorizzandone la forma ovale e realizzando una scala di raccordo tra il piano terreno e il sotterraneo.
Inoltre, per dare comodo accesso al cimitero, a partire dal 1811 venne costruito, a cura del Gasparini, un lungo [[Portici di Bologna#Il portico della Certosa|portico di collegamento tra il Meloncello e la Certosa]], in continuità con [[Santuario della Madonna di San Luca#Il portico|quello di San Luca]], completato nel 1831 da [[Luigi Marchesini]],<ref>Il portico di San Luca era stato progettato da [[Camillo Saccenti|Saccenti]] e [[Giovanni Giacomo Monti|Monti]] e concluso da [[Francesco Monti Bendini|Bendini]] e [[Carlo Francesco Dotti|Dotti]] nel 1721.</ref> con un grande arco (Arco Guidi) a scavalcare la strada per [[Casalecchio di Reno|Casalecchio]].<ref name=salabNuovoCimitero/><ref>{{cita|Angelo Raule|pp. 19-20|Angelo Raule 1961}}.</ref>
Con [[Luigi Marchesini]] alla direzione dei lavori negli ultimi anni di governo napoleonico, si completarono i progetti del Venturoli e si realizzò il loggiato sul [[Canale di Reno]] a sud del complesso e la Sala delle Tombe nel 1816 assieme a Giuseppe Tubertini.
 
*[[Monumento Ossario ai caduti partigiani]]
Con la [[Restaurazione]], nel 1816 l'arcivescovo di Bologna [[Carlo Oppizzoni|Oppizzoni]] confermò l'obbligo di sepoltura fuori città e riconobbe il cimitero della Certosa come luogo sacro,<ref name=salabNuovoCimitero/> ponendolo sotto la dipendenza del vescovo, mentre all'amministrazione comunale fu affidata la gestione tecnica e operativa del cimitero.<ref name=storiaeTrasformazioni/>
*[[Statua di Gioacchino Murat]]
Nel 1821 il consiglio comunale stipulò una convenzione con il Delegato Pontificio in cui si stabiliva che la concessione per la sepoltura sarebbe stata «a pagamento per le aree monumentali e gratuite per le inumazioni per i miserevoli.» Inoltre, il cimitero sarebbe diventato luogo esclusivo di sepoltura dei cattolici apostolici romani,<ref name=storiaeTrasformazioni/> spingendo alla creazione di un Chiostro degli Evangelici o degli Acattolici separato a ovest, che venne inaugurato nel 1822.<ref name=cimitebr/> «Diversamente dal periodo giacobino, col ritorno del governo pontificio nel 1815 si decise di suddividere la Certosa con campi e chiostri che ospitassero diverse tipologie di persone, come ad esempio lo spazio riservato ai militari, ai dipendenti pubblici, o ai residenti della Parrocchia di San Paolo di Ravone».<ref name=cimitebr/>
*[[Monumento di Raffaele Bisteghi]]
In quest'ottica, e per la gloria cittadina, nel 1821 il consiglio deliberò anche l'allestimento, nell'ex cella del Priore, di una sala contenente i busti degli «Uomini Illustri e Benemeriti» della città, o [[Sala del Pantheon del cimitero monumentale della Certosa di Bologna|Sala del Pantheon]], opera del 1828 di [[Giuseppe Tubertini]].<ref name=salabNuovoCimitero/>
 
==== "LaStruttura Certosadel comecimitero museo" ====
[[File:Sala del colombario (certosa di bologna).JPG|thumb|Sala del Colombario]]
L'idea di una Certosa come museo va fatta risalire agli anni della sua istituzione: alle spalle della ricchezza del cimitero monumentale si celano scelte strategiche, culturali e politiche che rimontano al 1815.
[[File:Ossario Partigiani Bologna.JPG|thumb|''[[Monumento Ossario ai caduti partigiani]]'', opera dell'architetto [[Piero Bottoni]].]]
Un ruolo decisivo nel fascino che distingue la Certosa di Bologna dagli altri cimiteri monumentali europei deriva dalla complessa articolazione degli spazi. Dall'originario nucleo conventuale si diramano logge, sale e porticati che ricreano scorci e ambienti che rimandano alla città dei 'vivi'. Anche il porticato ad archi, presente all'entrata est del cimitero, che si congiunge (salvo una brevissima soluzione di continuità) con quello che conduce al [[santuario della Madonna di San Luca]] posta sul colle della Guardia, vuole significare una continuità fra la necropoli e la città dei vivi.
 
I ritrovamenti della necropoli etrusca scoperta durante gli scavi archeologici coordinati dall'ing. [[Antonio Zannoni]] per l'ampliamento del cimitero alla fine dell'Ottocento, sono ora custoditi nel Museo civico archeologico della città.
[[File:Placca Charles Dickens in Certosa.jpg|thumb|upright|Placca in omaggio a [[Charles Dickens]] nel Cortile della Chiesa]]
Fin dai primi anni dalla sua creazione, la forte passione della nobiltà e della borghesia per la costruzione dei sepolcri familiari in chiave di memoria pubblica<ref>Il monumento funebre doveva preservare il ricordo del defunto con una funzione pubblica di [[memoria collettiva]] e l'epigrafe fornire una spiegazione di chi era stato il cittadino durante la sua vita. Cfr. {{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/la-fortuna-critica-della-certosa-866-evento|autore=Roberto Martorelli|titolo=La fortuna critica della Certosa|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=21 aprile 2021}}</ref> diede alla Certosa l'aspetto di un museo all'aria aperta e il cimitero divenne una tappa del [[grand tour]] italiano, con tanto di guide illustrate per riconoscere i monumenti più importanti già a partire dagli anni venti dell'Ottocento:<ref name=RocchettaZaniboni2001/><ref>Le prime guide espressamente dedicate alla visita del cimitero fuono il ''Giornale a comodo di quelli che frequentano il Cimitero di Bologna e la sua Chiesa'' del 1821 e la ''Descrizione della Certosa di Bologna ora Cimitero monumentale'' del 1828. Cfr. {{cita|Maria Beatrice Bettazzi 2005|p. 187}}</ref> la visitarono [[François-René de Chateaubriand|Chateaubriand]], [[George Gordon Byron|Byron]], [[Charles Dickens|Dickens]], [[Theodor Mommsen|Mommsen]], [[Stendhal]] e gli ospiti illustri che in visita a Bologna vi venivano condotti dalle autorità cittadine. Era anche meta di escursioni romantiche: nel 1826 [[Giacomo Leopardi]] vi passeggiava con l'amica cantante lirica [[Marianna Brighenti]].
Tra i turisti internazionali che visitarono la Certosa nell'Ottocento vi fu anche lo storico [[Alexander Turgenev]], che descrisse la Certosa di Bologna come un museo<ref>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/un-cimitero-che-si-puo-chiamare-museo-1106-evento|titolo=Un Cimitero che si può chiamare Museo|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=21 aprile 2021}}</ref> e [[Félicité de La Mennais]], che definì la Certosa un «museo di tombe».<ref>Félicité de La Mennais, ''Esquisse d'une philosophie'', 1840, cit. in Savino Savini, articolo su ''Il mondo illustrato'', Torino, 1847. {{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/la-certosa-un-museo-di-tombe.-i-monumenti-antichi--842-evento|autore=Melissa La Maida|titolo=La Certosa, "un museo di tombe". I monumenti antichi (XIII-XVIII sec.)|sito=Storia e memoria di Bologna|accesso=7 maggio 2021}} tratto da {{cita|Beatrice Buscaroli e Roberto Martorelli 2010}}.</ref> All'epoca delle [[spoliazioni napoleoniche]], quando il cimitero aveva appena aperto le porte, per iniziativa dell'Accademia vennero qui raccolti i monumenti antichi provenienti dalle chiese e dai conventi della città. Gli accademici proposero di far trasportare i monumenti direttamente dalle famiglie, in cambio della sepoltura nel loggiato per cento anni senza ulteriori spese.
Per le numerose tombe senza eredi - alcune molto antiche e di grande valore artistico - i deputati dell'Accademia prospettarono l'adozione, che comprendeva il trasporto e la sistemazione alla Certosa, in cambio dello stesso diritto d'uso.
Nella chiesa soppressa di San Girolamo si concentrarono anche parecchi affreschi raffiguranti la Beata Vergine, che in seguito trovarono sede nel chiostro detto, appunto, delle Madonne. Sorte analoga toccò alle numerose lapidi e monumenti funerari del XVI secolo sparsi nelle ex chiese della città, di cui una parte è stata conservata nelle sale del Chiostro del 1500 fino alla loro parziale ricollocazione nelle chiese di origine.<ref name=storiaeCh1500>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/chiostro-del-1500-sale-del-chiostro-1500-1967-luogo|titolo=Chiostro del 1500 - Sale del Chiostro 1500|Museo civico del Risorgimento|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=21 aprile 2021}}</ref>
 
=== Sepolture illustri ===
Nel 1815, l'incisore [[Francesco Rosaspina]] (1762–1841) segnalò ai membri dell'[[Accademia di Belle Arti di Bologna]] che al cimitero della Certosa, visitato dagli ospiti stranieri analogamente alle quadrerie e alle collezioni d'arte, non si vedevano che «goffissime opere d'inettissimi artisti», proponendo che i nuovi monumenti venissero commissionati ad artisti noti e reputati e che fossero sottoposti all'esame dei maestri dell'Accademia. La proposta fu condivisa dai membri dell'istituto, in particolare dal protosegretario [[Pietro Giordani]] e dal presidente [[Carlo Filippo Aldrovandi Marescotti]], e presto accolta dalla municipalità. La valutazione della commissione accademica doveva avvenire in due fasi: l'analisi del disegno e il collaudo dell'opera finita.<ref name=1815salaborsa>{{cita web|url=https://www.bibliotecasalaborsa.it/bolognaonline/cronologia-di-bologna/1815/le_tombe_della_certosa_agli_artisti|titolo=Le tombe della Certosa agli artisti, 1815|accesso=28 dicembre 2022}}</ref>
In ordine alfabetico alcuni dei personaggi importanti per la storia cittadina e italiana sepolti nel cimitero di Bologna:
I monumenti dipinti avrebbero dovuto imitare quelli scolpiti, rinunciando alla prospettiva e usando i colori dei rilievi, e le due tipologie si sarebbero alternate secondo un ritmo armonioso.<ref name=1815salaborsa/>
{{Div col|cols=}}
Il nuovo regolamento divenne operativo a partire dall'estate 1815. Il rapporto di consulenza dell'Accademia con il municipio proseguì, tra alti e bassi, per tutta la prima metà dell'Ottocento e consentì di operare ai migliori artisti del periodo, quali [[Antonio Basoli]] e [[Pietro Fancelli]] tra i pittori, [[Giacomo De Maria]] e [[Giovanni Putti]] tra gli scultori, [[Luigi Marchesini]], [[Angelo Venturoli]] ed [[Ercole Gasparini]] tra gli architetti.<ref name=1815salaborsa/><ref name=storiaeChIII/>
* [[Luciano Alberici]], attore
Le stesse autorità cittadine in accordo con l'Accademia di Belle Arti si assunsero il compito di garantire la qualità dei progetti, vagliata da una commissione appositamente costituita, e favorirono l'evolversi delle tecniche di esecuzione dei monumenti.
* [[Adolfo Albertazzi]], scrittore
Mentre in età napoleonica si privilegiò la pittura, secondo la tradizione [[Classicismo (arte)|classico]]-[[Naturalismo (arte)|naturalistica]] radicata a Bologna e ''unicum'' europeo.<ref name=storiaeChIII>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/chiostro-iii-terzo-1963-luogo|titolo=Chiostro III - Terzo|autore=Licia Giannelli|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=22 aprile 2021|data=2008, ultimo aggiornamento aprile 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/memoriae-pictae-i-monumenti-dipinti-della-certosa-838-evento|titolo=Memoriae Pictae - i monumenti dipinti della Certosa|autore=Vincenzo Lucchese|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=1º maggio 2021}}, tratto da {{cita|Beatrice Buscaroli e Roberto Martorelli 2010}}</ref> dal 1815 e soprattutto a partire dagli anni trenta<ref name=storiaeBagattoni/> prevalse la scultura: il podestà e l'Accademia avevano infatti imposto agli artisti la garanzia dell'opera per un anno pena il ripristino a loro spese, obbligo che si trasferiva successivamente ai committenti. La scultura, oltre che più affine al gusto [[neoclassicismo|neoclassico]], era, per opere all'aperto, più resistente agli agenti atmosferici.
* [[Cesare Albicini]], giurista e politico
* [[Giuseppe Albini (filologo)|Giuseppe Albini]], filologo
* [[Clemente Alberi]], pittore
* [[Napoleone Angiolini]], pittore
* [[Francesca Alinovi]], critica d'arte
* [[Riccardo Bacchelli]], scrittore
* [[Antonio Baldacci]], botanico
* [[Brigida Banti]], cantante lirica
* [[Enrico Barberi]], scultore
* [[Gualberta Alaide Beccari]], scrittrice
* [[Genuzio Bentini]], politico
* [[Laura Betti]], attrice, cantante, scrittrice
* [[Marco Biagi]], giuslavorista
* [[Carlo Bianconi]], artista
* [[Amedeo Biavati]], calciatore del [[Bologna Football Club 1909|Bologna FC]]
* [[Bonvi]], fumettista
* [[Adelaide Borghi-Mamo]], cantante
* [[Dino Bovoli]], calciatore e allenatore
* [[Edoardo Brizio]], archeologo
* [[Giacomo Bulgarelli]], calciatore
* [[Cristina Campo]], scrittrice
* [[Giovanni Capellini]], geologo e politico
* [[Giosuè Carducci]] (insieme ad alcuni suoi discepoli), poeta
* [[Giovanni Cassano|Joe Cassano]], rapper
* [[Claudio Cassinelli]], attore
* [[Giuseppe Ceneri]], politico
* [[Isabella Colbran]] (moglie di [[Gioachino Rossini]]), soprano
* [[Renato Dall'Ara]], presidente del [[Bologna Football Club 1909|Bologna FC]]
* [[Lucio Dalla]], cantante
* [[Giuseppe Dozza]], sindaco di Bologna
* [[Pericle Ducati]], archeologo e storico
* [[Horst Fantazzini]], criminale e scrittore
* [[Farinelli]], cantante lirico
* [[Severino Ferrari]], poeta
* [[Adolfo Gandino]], musicista
* [[Giovanni Battista Gandino]], filologo
* [[William Girometti]], pittore
* [[Stefano Gobatti]], compositore
* [[Stefano Golinelli]], musicista
* [[Giuseppe Grabinski]], militare, nella [[cella Grabinski]]
* [[Dino Grandi]], politico
* [[Luigi Heilmann]], glottologo
* [[Magnus (fumettista)|Magnus]], fumettista
* [[Alfieri Maserati]], imprenditore
* [[Marco Minghetti]], politico
* [[Giorgio Morandi]], pittore
* [[Antonio Mosca]], pittore
* [[Letizia Murat]], figlia di [[Gioacchino Murat]] e di [[Carolina Bonaparte]]
* [[Enrico Panzacchi]], poeta e critico
* [[Il Passatore]], brigante
* [[Gioacchino Napoleone Pepoli]], politico e Sindaco di Bologna
* [[Guido Reni]], pittore
* [[Giuseppe Respighi]], pianista
* [[Nicola Zanichelli]], editore
* [[Brigida Fava Ghisilieri]], politico
* [[Ottorino Respighi]], compositore
* [[Roberto Roversi]], poeta e scrittore
* [[Angelo Schiavio]], calciatore del [[Bologna Football Club 1909|Bologna FC]]
* [[Bruno Saetti]], artista
* [[Antonio Santucci]], scienziato
* [[Bella Starace Sainati]], attrice
* [[Riccardo Stracciari]], cantante
* [[Alfredo Testoni]], commediografo
* [[Luigi Vannucchi]], attore e regista
* [[Mariele Ventre]], direttrice di coro
* [[Enea Venturi]], imprenditore e politico
* [[Assunta Viscardi]], insegnante
* [[Edoardo Weber]], imprenditore
* [[Anteo Zamboni]], anarchico
 
=== Ampliamenti dagli anni trenta del 1800 ===
[[File:Sala del colombario (certosa di bologna).JPG|thumb|La Sala del Colombario]]
La complessa situazione politica che si era creata con il ritorno di Bologna sotto lo [[Stato pontificio]] fino ai [[moti del 1848]] non bloccò lo sviluppo del camposanto.
A partire dal 1833, con l'esaurimento degli spazi claustrali disponibili, si avviarono nuovi importanti cantieri architettonici per ingrandire il cimitero. Come ricorda Roberto Martorelli,<ref>Roberto Martorelli è storico dell'arte e responsabile del progetto della Certosa per conto del Museo civico del Risorgimento.</ref> diversamente dagli altri cimiteri monumentali che si stavano sviluppando in tutta Europa<ref>Nella penisola italica, l'unico grande cimitero coevo è il [[Cimitero monumentale di Brescia|Vantiniano di Brescia]], mentre bisognerà attendere decenni prima di veder sorgere il [[Cimitero monumentale di Staglieno]] del 1851 o il [[cimitero monumentale di Milano]] del 1867.</ref> e che si ispiravano o allo stile anglosassone dei cimitero giardino o allo stile cattolico dei campi recintati da logge, «Bologna compie un progetto urbanistico-architettonico nel senso più ampio del termine. Non si eseguono solo ampi campi recintati da mura o da portici, ma si dispongono logge, sale, vestiboli, giardinetti, a cui rispetto ai 'riparti' numerati degli altri camposanti si dà il nome di Sala delle Catacombe, Loggia del Colombario, Sala Ellittica, Cella Prima, Sala Gemina, Galleria degli Angeli»;<ref name=storiaeTrasformazioni/> per scelta architettonica, dall'originario nucleo conventuale si procedette per addizione di spazi, logge, sale e porticati che ricreavano scorci e ambienti che rimandavano alla ''città dei vivi''. In quest'ottica architettonica, anche il portico ad archi, presente all'entrata est del cimitero, che si congiunge - salvo una brevissima soluzione di continuità - con quello che conduce al santuario San Luca, voleva significare una continuità fra la necropoli e la città dei vivi.<ref name=storiaeTrasformazioni/> Il cimitero della Certosa inaugurò così una nuova visione degli spazi, che ispirò altri cimiteri locali<ref name=storiaeEvoluz>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/aristocrazia-e-borghesia.-evoluzione-della-scultur-839-evento|titolo=Aristocrazia e borghesia. Evoluzione della scultura in Certosa nell'Ottocento|autore=Roberto Martorelli|accesso=11 maggio 2021}} tratto da {{cita|Beatrice Buscaroli e Roberto Martorelli 2010}}</ref> e il [[Cimitero monumentale della Certosa di Ferrara|cimitero monumentale di Ferrara]].<ref>{{cita pubblicazione|autore=Matteo Cassani Simonetti|titolo=Limiti e recinti nel cimitero urbano di Ferrara|numero= 4|data=giugno 2012|rivista=Ricerche e progetti per il territorio, la città e l'architettura|ISSN=2036-1602|p=210}}</ref>
 
Dal 1833 e dopo la morte del Tubertini avvenuta due anni prima, l'architetto Marchesini divenne «il progettista indiscusso del cimitero»:<ref>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/marchesini-luigi-481223-persona|titolo=Marchesini Luigi|autore=Roberto Martorelli|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=23 aprile 2021}}</ref> svincolato da strutture preesistenti da riadattare, costruì il Loggiato delle Tombe (laddove erano gli orti, il vigneto e le peschiere), la Sala delle Catacombe, la Sala del Colombario e la Sala Ellittica. Per la progettazione si ispirò a modelli laici anziché cattolici, come nella Sala del Colombario che si rifà agli [[terme romane|edifici termali]] dell'antico [[impero romano]].<ref name=storiaeCertosa/><ref name=eroidimarmo>{{YouTube|id=oiOLWiGwmaw|titolo=Eroi di Marmo|ora= |minuto=17|secondo=39|produttore=8cento APS in collaborazione con il Museo civico del Risorgimento|lingua=it|data=18 aprile 2021|accesso=26 aprile 2021}}</ref>
 
=== Ampliamenti dall'Unità d'Italia ===
Con l'[[Unità d'Italia]], a Bologna si configurarono «nuovi modelli culturali e nuovi assetti istituzionali»:<ref name=storiaeMuseicivici>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/dalla-certosa-ai-musei-civici-darte-antica-864-evento|titolo=Dalla Certosa ai Musei Civici d'Arte Antica|autore=Carla Bernardini|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=29 aprile 2021}}</ref> sui monumenti funebri le iscrizioni in latino, care all'aristrocrazia e frequenti nel Chiostro III, lasciarono il posto alle [[epigrafe|epigrafi]] in lingua italiana, preferite anche per le tombe dei [[patriota|patrioti]]; inoltre, con lo sviluppo industriale di Bologna si resero accessibili materiali di pregio quali il marmo, fino ad allora snobbato a favore dei più economici [[stucco]], [[Gesso (materiale)|gesso]] e [[scagliola]].<ref name=storiaerecupero/> Ma soprattutto, il nuovo slancio museale portò nei decenni successivi a un'inversione di tendenza e allo spostamento di alcune opere depositate in Certosa verso altri luoghi, tra cui i [[Musei civici d'arte antica]].<ref name=storiaeMuseicivici/>
 
[[File:Bologna, Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna 13.JPG|thumb|La Galleria degli Angeli]]
Con l'esaurirsi degli spazi, nel 1863 prese slancio una nuova fase costruttiva: sotto la direzione dell'ingegnere [[Coriolano Monti]] si realizzò la Galleria a Tre Navate, anche in questo caso progettata su un modello laico, prendendo spunto dagli edifici romani e dalle [[galleria commerciale|gallerie commerciali]] di stampo francese e londinese;<ref name=YTEroi>{{YouTube|id=oiOLWiGwmaw|titolo=Eroi di Marmo|ora= |minuto=31|secondo=39|produttore=8cento APS in collaborazione con il Museo civico del Risorgimento|lingua=it|data=18 aprile 2021|accesso=26 aprile 2021}}</ref> Antonio Zannoni si dedicò nel 1860 al Chiostro VII e alla Galleria degli Angeli, che prese il posto della Cappella dei Suffragi, mentre Antonio Dall'Olio completò la Corsia del Colombario nel 1882.<ref name=storiaeCertosa/>
 
[[File:Bologna, Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna 01.jpg|thumb|Il monumentale Chiostro VI]]
Nel 1869, per l'interessamento del rabbino maggiore Marco Momigliano arrivato a Bologna nel 1866, venne inaugurato il campo ebraico a fianco del Chiostro degli evangelici.<ref name=cimitebr>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/cimitero-ebraico-chiostro-evangelici-cinerario-1974-luogo|titolo=Cimitero Ebraico - Chiostro Evangelici - Cinerario|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=26 aprile 2021}}</ref>
 
Verso la fine del XIX secolo, con la diffusione della pratica della [[cremazione]], vista come pratica laica e rispondente a criteri igienico-sanitari, si costruì su pressione della Società per la cremazione costituitasi nel 1884, fuori dalle mura e a sud del campo israelitico, un tempio crematorio. L'Ara Crematoria, su progetto di [[Arturo Carpi]], venne inaugurata nel luglio 1889. Il Cinerario che doveva ospitare le urne fu inaugurato solo nel novembre del 1895, tanto che nel 1894 i resti dei cremati venivano ancora raccolti nella Sala della Pietà.<ref name=cimitebr/><ref>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/la-nascita-della-cremazione-in-italia-2295-evento|titolo=La nascita della cremazione in Italia|autore=Mirtide Gavelli|autore2=Fiorenza Tarozzi|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=6 giugno 2021}} tratto da ''La società di cremazione a Bologna (1884-1914)'', ''Bollettino del Museo del Risorgimento'', Bologna, anno XXXII-XXXIII, 1987-1988.</ref>
 
Agli inizi del Novecento il cimitero si espanse in direzione est, verso la città.<ref name=storiaeChIX>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/chiostro-ix-galleria-del-chiostro-ix-nuovo-ingress-1969-luogo|titolo=Chiostro IX - Galleria del Chiostro IX - Nuovo ingresso|autore=Roberto Martorelli|sito=Storia e Memoria di Bologna|data=novembre 2011|accesso=23 aprile 2021}}</ref> A quest'epoca risale il Nuovo Ingresso Monumentale vicino al [[canale di Reno]], in corrispondenza del portico che lega la Certosa all'arco del Meloncello, e lo scenografico Chiostro VI su progetto dell'ingegnere [[Filippo Buriani]], che è il più grande dei campi porticati della Certosa e in cui fu allestito in [[epoca fascista]] il ''[[monumento ossario ai caduti della Grande Guerra]]'', sempre del Buriani e terminato da Arturo Carpi, intorno al ''[[Monumento ai martiri della rivoluzione fascista|Sepolcreto dei caduti della rivoluzione Fascista]]'' progettato da [[Giulio Ulisse Arata]] e inaugurato nel 1932.<ref name=storiaeCertosa/>
 
Nel 1924 l'amministrazione comunale introdusse l'illuminazione elettrica nel cimitero, vietando l'uso di candele, torce votive, lampade a olio o a benzina, responsabili in passato di numerosi incendi.<ref>{{cita web|url=https://www.bibliotecasalaborsa.it/bolognaonline/cronologia-di-bologna/1924/ampliamento_della_certosa|titolo=Ampliamento della Certosa, 1924|accesso=28 dicembre 2022}}</ref>
Nel 1927 venne completata la Galleria annessa al Chiostro IX, progettata da Casati e Cacciari, che con il Nuovo Ingresso e il Chiostro IX conservano i monumenti dagli anni 1930 agli anni 1950. Lo [[stile eclettico]], dapprima fecondo, si rivelò a poco a poco sempre più sterile.<ref name=storiaeCertosa/>
 
Nel 1934, l'Arco Guidi venne demolito per facilitare l'accesso allo [[Stadio Renato Dall'Ara|Stadio del Littoriale]].<ref>{{cita|Giancarlo Bernabei|p. 62|Giancarlo Bernabei 1993}}.</ref><ref>{{cita web|url=https://www.bibliotecasalaborsa.it/bolognaonline/cronologia-di-bologna/1934/abbattimento_dellarco_guidi|titolo=Abbattimento dell'Arco Guidi, 1934|accesso=28 dicembre 2022}}</ref>
 
Durante la [[seconda guerra mondiale]] la città di Bologna subì numerosi danni. La Certosa di Bologna fu bombardata nell'aprile del 1945, ma la chiesa di San Girolamo ne uscì indenne.<ref>{{Cita web|url=http://catalogo.beniculturali.it/detail/PhotographicHeritage/0800641024|titolo=Bologna. Particolare delle tarsie lignee del coro della Chiesa di San Girolamo della Certosa|autore=Costanza Gagliano|sito=Catalogo generale dei Beni Culturali|lingua=it|editore=Ministero della Cultura|data= 2017|accesso=18 marzo 2023}}</ref>
 
=== Ampliamenti dal secondo dopoguerra ===
[[File:Cimitero della Certosa di Bologna 2021-02-26 55.jpg|thumb|[[Monumento Ossario ai caduti partigiani]], opera dell'architetto [[Piero Bottoni]]]]
Il cimitero subì un forte ampliamento dagli anni del [[secondo dopoguerra]] in poi, con un'espansione a ovest verso la zona meno urbanizzata, impedita verso est dalle crescita della periferia della città.
Al centro dell'area, un tempo adibita a orti e peschiera dei certosini, si edificò il Campo degli Ospedali, che sarà occupato al centro dal ''[[Monumento Ossario ai caduti partigiani]]'', opera in [[razionalismo|stile razionalista]] di [[Piero Bottoni]] del 1959.
Ancora più a ovest, il Cimitero moderno, che occupa oltre la metà del cimitero attuale, fu progettato in quanto a planimetria tra il 1940 e il 1948. La crescente pressione demografica e la richiesta sempre maggiore di loculi portò, come in tutti i cimiteri italiani moderni, a un abbassamento della qualità architettonica, dovuta anche a una mutata funzione della tomba, da monumento funebre quale memoria pubblica a semplice ed economica memoria privata. Le cappelle funerarie che vennero realizzate in questo periodo sono chiuse e cinte da cancelli o porte, ribadendo il ruolo di tomba come ricordo privato dei propri cari,<ref>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/cimitero-moderno-1975-luogo|titolo=Cimitero moderno|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=23 aprile 2021}}</ref> con alcune eccezioni di tombe commemorative di importanza cittadina, come il sarcofago del sindaco [[Giuseppe Dozza]] di fronte al sacrario dei caduti partigiani o la ''tomba di Lucio Dalla'', collocata nell'area monumentale del Campo Carducci. I nuovi campi dei cimitero, di ampie dimensioni e con viali perpendicolari, prendono nomi meno allusivi rispetto ai chiostri e alle sale del cimitero monumentale antico: Campo Nuovo, Campo 1945, Campo 1962, Campo 1971, Recinto 10, Recinto 11, eccetera.
 
Negli anni ottanta del Novecento, complice il [[turismo di massa]] e l'ormai radicata cultura del [[tempo libero]], in Italia si assistette a una patrimonializzazione degli spazi cimiteriali e a una nuova forma di turismo cimiteriale rivolta alle aree monumentali dei campisanti, con un rinnovato interesse dei visitatori per i cimiteri come spazi museali.<ref>M. Ragon, ''Lo spazio della morte'', Napoli, Guida editori, 1986, p. 95, cit. in {{Cita pubblicazione|titolo=Gli spazi cimiteriali per i vivi: dalla patrimonializzazione alla esorcizzazione|autore=Sara Raimondi|rivista=Dialoghi Mediterranei|data=1º maggio 2017|url=http://www.istitutoeuroarabo.it/DM/gli-spazi-cimiteriali-per-i-vivi-dalla-patrimonializzazione-alla-esorcizzazione|accesso=23 aprile 2021}}</ref>
 
A partire dal 1999, il cimitero della Certosa di Bologna è trasformato in museo e il Comune di Bologna ha iniziato a promuovere dei cantieri di restauro<ref name=storiaerecupero>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/il-recupero-dei-sepolcri-del-cimitero-monumentale--836-evento|titolo=Il recupero dei sepolcri del Cimitero monumentale della Certosa. 2006 - 2010|sito=Storia e Memoria di Bologna|autore=Elena Rossoni|accesso=10 settembre 2021}} Testo tratto da {{cita|Beatrice Buscaroli e Roberto Martorelli 2010}}</ref><ref>«I lavori si sono svolti sotto la curatela dell'Istituzione Bologna Musei Museo civico del Risorgimento, del Settore Lavori Pubblici del Comune e dell'attuale gestore del cimitero, Bologna Servizi Cimiteriali, con la vigilanza delle competenti Soprintendenze.» Cfr. {{cita web|url=http://urp.comune.bologna.it/comunica/comstampa.nsf/faa30f1db70ca835412569190058e89b/dd4a3e345c5d6207c1257d3200335160|titolo=Conclusi otto nuovi restauri nell'area monumentale della Certosa|data= 12 agosto 2014|sito=comune.bologna.it|accesso=29 aprile 2021}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|url=http://rivista.ibc.regione.emilia-romagna.it/xw-200801/xw-200801-a0039|editore=Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna|titolo=La città delle arti viventi|autore=Valentina Lanza|rivista=IBC|anno=(XVI) 2008|numero=1|accesso=26 maggio 2021}}</ref><ref>{{cita pubblicazione|url=https://www.oltremagazine.com/site/rivivono-sepolcri-monumentali.html|titolo=Alla Certosa di Bologna rivivono i sepolcri monumentali|rivista=Oltre. Periodico di informazione dell'imprenditoria funeraria e cimiteriale|numero=2|data=febbraio 2008|editore=Conference Service |accesso=26 maggio 2021}}</ref> per la valorizzazione della Certosa di Bologna tramite il ''Progetto Certosa''.<ref name=progetto>{{cita web|url=http://www.certosadibologna.it/pdf/progetto.pdf|titolo=Museo della Certosa: testo integrale del Progetto|accesso=10 luglio 2021}}</ref>
Nel 2000 è stata ufficializzata la musealizzazione e creato l'ufficio comunale dedicato alla Certosa "Nuove Istituzioni Museali".<ref>{{cita web|url=https://bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it/pater/search.do?value%28NCTA%29=LC-00002&option%28NCTA%29=strict&type=n&fakesearch=Nuclei+e+raccolte|titolo=Opere d'arte del Novecento - Museo della Certosa - Certosa Monumentale |sito=PatER - portale del patrimonio culturale dell'Emilia-Romagna|editore=Assessorato alla cultura e paesaggio - Servizio patrimonio culturale|accesso=20 aprile 2021}}</ref>
Nel 2009 il ''Progetto Certosa'' è confluito nell'[[Istituzione Bologna Musei]], permettendo di ampliare le iniziative e programmare le visite guidate.<ref>Nel 2018, il Museo del Risorgimento ha organizzato una mostra dal titolo ''Un cimitero che si può chiamare Museo. Opere e artisti della Certosa di Bologna'', incentrata sulle collezioni private delle ditte Imbellone e Davide Venturi & Figlio, che fornirono le maestranze e le competenze tecniche per la realizzazione dei monumenti funebri dei grandi artisti. Cfr. [https://www.bolognawelcome.com/it/eventi/mostre-esposizioni/un-cimitero-che-si-puo-chiamare-museo-opere-e-artisti-della-certosa-di-bologna ''Un cimitero che si può chiamare Museo. Opere e artisti della Certosa di Bologna''], bolognawelcome.com, consultato il 21 aprile 2021</ref><ref>{{cita|Roberto Martorelli (a cura di)|pp. 6-8|Roberto Martorelli 2016}}.</ref> Tra i restauri, si ricorda quello del portico del Chiostro V, danneggiato dal [[Terremoto dell'Emilia del 2012|terremoto del maggio 2012]].
 
Verso la fine del secolo scorso, una serie di furti nel cimitero ha portato al trasferimento di alcuni manufatti in altri luoghi per la loro tutela;<ref name=storiaeMuseicivici/> sorte analoga è toccata ad alcuni affreschi, spostati in altre sedi per la valorizzazione e per preservarli dalle condizioni di degrado dovute agli agenti esterni.
 
Nel 2006 viene inaugurato uno spazio per la dispersione delle ceneri noto come Giardino delle Rimembranze, nel Campo Posteriore al Campo Nuovo a sud<ref>{{cita|Roberto Martorelli (a cura di)|p. 120|Roberto Martorelli 2016}}.</ref>, mentre nel 2012 viene aperto il Polo crematorio nel cimitero di Borgo Panigale, che sostituisce l'Ara Crematoria in Certosa.<ref name=progetto/><ref>{{cita web|url=https://www.socrem.bologna.it/lassociazione/il-polo-crematorio/|titolo=Il Polo Crematorio di Bologna |editore=Società di Cremazione di Bologna|accesso=10 luglio 2021}}</ref>
 
Nel [[2007]] la [[Sala del Pantheon del cimitero monumentale della Certosa di Bologna|sala del Pantheon]], dagli anni novanta del Novecento già destinata ai riti laici, è diventata una "sala del commiato" per chiunque intenda usufruire di un periodo di raccoglimento prima del rito; il nuovo allestimento è opera dell'artista [[Flavio Favelli]]. La chiesa, non parrocchiale, è da diversi anni gestita dalla comunità dei [[passionisti]] di [[Casalecchio di Reno]].
 
Il cimitero della Certosa fa parte dell{{'}}''[[Association of Significant Cemeteries in Europe]]''<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.significantcemeteries.org/2012/02/monumental-cemetery-bologna-italy.html|titolo=Certosa Monumental Cemetery (Bologna, Italy)|editore=ASCE - Association of Significant Cemeteries in Europe|accesso=9 maggio 2021}}</ref> e dell{{'}}''[[European Cemeteries Route]]'', itinerario culturale dei cimiteri dell'[[European Institute of Cultural Routes]].<ref>{{cita web|lingua=en|url=https://cemeteriesroute.eu/cemetery-poi.aspx?t=1241|titolo=Certosa Monumental Cemetery|sito=European Cemeteries Route|accesso=9 maggio 2021}}</ref>
 
Nel 2021 il [[portico della Certosa]] è stato riconosciuto bene culturale italiano nominato come [[patrimonio dell'umanità]] dall'[[UNESCO]] insieme ad altri undici [[portici di Bologna]]. Nella zona iscritta è incluso il cimitero monumentale.<ref>{{cita pubblicazione|url=http://www.regioni.it/newsletter/n-3761/del-22-01-2020/portici-bologna-candidati-a-lista-patrimonio-mondiale-unesco-20701/|editore=Cinsedo - Centro Interregionale Studi e Documentazione - [[Conferenza delle regioni e delle province autonome]]|titolo=Portici Bologna candidati a lista Patrimonio mondiale Unesco|rivista=Regioni.it|numero=3761|data=22 gennaio 2020|accesso=8 maggio 2021}}</ref><ref>{{cita web|url=http://comune.bologna.it/portici/beni/portico-della-certosa|titolo=I portici di Bologna Candidatura Unesco > La candidatura|editore=Comune di Bologna|accesso=9 maggio 2021}}</ref><ref name="Portici">{{cita web|url=http://www.bolognawelcome.com/da-vedere/storia-arte/params/Luoghi_490/ref/il%20fascino%20dei%20suoi%20portici|titolo=I Portici di Bologna|accesso=29 aprile 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120505202926/http://www.bolognawelcome.com/da-vedere/storia-arte/params/Luoghi_490/ref/il%20fascino%20dei%20suoi%20portici|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{en}} [http://whc.unesco.org/en/list/1650 UNESCO World Heritage: The Porticoes of Bologna]</ref>
 
Nel luglio 2022, con la soppressione di Istituzione Bologna Musei e la ri-municipalizzazione dei musei civici di Bologna, la Certosa è passata in gestione al [[Settore Musei Civici Bologna]].
 
== Opere di pregio artistico ==
All'interno del cimitero si può ammirare un vastissimo repertorio di opere, «oltre 6000 manufatti di interesse storico artistico, sale, gallerie e chiostri» ripartiti su trenta ettari di superficie, come riporta il portale di riferimento ''Storia e Memoria di Bologna'' dell'[[Istituzione Bologna Musei]] curato dal [[Museo civico del Risorgimento]].<ref>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/opere/tutte-le-opere|titolo=Elenco completo delle opere|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=10 aprile 2021}}</ref>
In particolare, la Certosa di Bologna conserva la più ricca raccolta di [[neoclassicismo|arte neoclassica]] italiana.<ref name=storiaeBagattoni/> A febbraio 2021, il Servizio patrimonio culturale dell'Assessorato alla cultura e paesaggio dell'Emilia-Romagna recensiva 499 opere e oggetti d'arte presenti in Certosa<ref>{{cita web|editore=Servizio patrimonio culturale - Assessorato alla cultura e paesaggio della Regione Emilia-Romagna|url=
https://bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it/pater/search.do?value%28NCTA%29=LC-00002&option%28NCTA%29=strict&type=oa&fakesearch=Opere+e+oggetti+d%27arte|titolo= Catalogo del patrimonio culturale dell'Emilia-Romagna > Certosa Monumentale > Opere e oggetti d'arte (499)|sito=bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it/|accesso=19 febbraio 2021}}</ref> ma il censimento dei monumenti è ancora in corso. Alcuni monumenti funebri, tra quelli di pregio, sono indicati come disponibili per la riconcessione.<ref>{{cita web|url=http://informa.comune.bologna.it/iperbole/media/files/tombe_disponibili.pdf|titolo=Tombe disponibili per la riconcessione|editore=Comune di Bologna|accesso=19 aprile 2021}}</ref>
Tra le opere di maggior pregio artistico vi sono:<ref name=depl>{{Cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/files/vecchio_archivio/certosa/w/0mappacertosa2018compressed.pdf|sito=Storia e Memoria di Bologna|titolo=La Certosa: Dépliant - informazioni turistiche: Mappa della Certosa di Bologna e principali monumenti|accesso=15 febbraio 2021}}</ref><ref name=storiaeCapol>{{Cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/opere/capolavori2/|sito =Storia e Memoria di Bologna|titolo=I capolavori|accesso=15 febbraio 2021}}</ref><ref>Dove non diversamente specificato, si intenda l'opera come ''Tomba''.</ref>
 
{{Galleria
|titolo = [[commons:Certosa Monumental Cemetery (Bologna)#Famous graves and art works|Guarda la galleria completa]]<br/>delle opere di pregio
|larghezza =
|align =right
|File:Cappella_Gregorini_Bingham_-_Certosa_(Bologna)_2021_abc5.jpg|''Cella Gregorini Bingham''
|File:Monumento_di_Vincenzo_Martinelli_(Certosa_di_Bologna)_2021_abc1.jpg|''Monumento Martinelli''
|File:Cimitero_della_Certosa_di_Bologna_2021-02-14_37.jpg|''Cella Magnani''
|File:Monumento Contri (Certosa di Bologna) 2021 abc2.jpg|''Monumento Contri''
}}
{{Div col|cols=2}}
;Monumenti funebri, tombe, celle e cripte:
* ''Cella Hercolani'', Angelo Venturoli e Cincinnato Baruzzi, Chiostro V
* ''Fornasari'', Giovanni Putti e Vincenzo Vannini, 1822, Chiostro I
* ''Badini'', Alessandro Franceschi, 1826 ca., Loggiato delle Tombe
* ''Valdem'', Prudenzio Piccioli, 1842, Loggia di Levante
* ''Magenta'', Giovanni Battista Lombardi e Antonio Cipolla, 1863, Chiostro III
* ''Minelli'', Carlo Monari, 1868, Sala delle Catacombe
* ''Contri'', Salvino Salvini, 1873, Sala Gemina
* ''Cella Pallavicini'', 1875 ca., Giovanni Dupré, Chiostro V
* ''Comi'', Giorgio Kienerk, 1898, Sala di San Paolo
* ''Ronzani'', Pasquale Rizzoli, 1904, Sala di San Paolo
* ''Cella Pizzoli'', Pasquale Rizzoli, 1905-10, Galleria del Chiostro VI
* ''Zanetti Cassinelli'', Pasquale Rizzoli, 1920, Chiostro VI
* ''Riguzzi'', Silverio Montaguti, 1922, Campo Carducci
* ''Marangoni'', Mario Sarto, 1924, Galleria del Chiostro IX
* ''Trentini'', Pasquale Rizzoli, 1924, Campo Carducci
* ''Cappella Goldoni'', Amerigo Tot e Giuseppe Vaccaro, 1942, Campo degli Ospedali
* ''Gnudi'', Farpi Vignoli, 1952, Campo Carducci
* ''Weber'', Venanzio Baccilieri e Augusto Panighi, 1957, Sala Weber - Chiostro del 1500
* ''Martinelli'', Pietro Fancelli, 1807, Chiostro III
* ''Strick'', Giovanni Putti ed Ercole Gasparini, 1810, Cimitero evangelico
* ''Vogli'', Giacomo De Maria, 1811-13, Recinto delle Monache e dei Sacerdoti
* ''Mattioli Barbieri'', Angelo Venturoli e Giovanni Putti, 1818, Chiostro III
* ''Rossini Colbran'', Del Rosso, 1823, Chiostro V
* ''Marco Minghetti'', Cincinnato Baruzzi, 1837, Chiostro V
* ''Teodoro Galitzin'', Antonio Cipolla, Antonio Rossetti e Giuseppe Palombini, 1851, Chiostro III
* ''Michele Galitzin'', Antonio Cipolla, Antonio Rossetti e Giuseppe Palombini, 1861, Chiostro III
* ''Malvezzi Angelelli'', Lorenzo Bartolini e forse Massimiliano Putti, 1854, Sala del Colombario
* ''[[Cella Grabinski]]'', Carlo Chelli, 1861, Loggia di Levante
* ''[[monumento a Gioacchino Murat|Murat]]'', Vincenzo Vela, 1864, Sala del Colombario
* ''[[Monumento di Enea Cocchi|Cocchi]]'', Carlo Monari, 1868, Galleria a Tre Navate
* ''Cella Pepoli'', Massimiliano Putti, 1868, Loggia del Colombario
* ''Cella Gregorini Bingham'', Vincenzo Vela, 1875, Chiostro III
* ''Montanari'', Attilio Muggia e Diego Sarti, 1891, Chiostro VII
* ''[[Monumento di Raffaele Bisteghi|Bisteghi]]'', Enrico Barberi, 1891, Galleria degli Angeli
* ''Cella Magnani'', Pasquale Rizzoli, 1906, Galleria del Chiostro VI
* ''Cella Albertoni'', Paolo Graziani e Giuseppe Romagnoli, 1908, Chiostro Annesso al Maggiore
* ''Edicola Finzi'', Enrico De Angeli, 1938, Cimitero ebraico
* ''Frassetto'', Farpi Vignoli, 1950, Campo Carducci lungo il muro di cinta
* ''Morandi'', Leone Pancaldi e Giacomo Manzù, 1964, Campo Carducci lungo il muro di cinta
* ''Saetti'', Bruno Saetti, 1982, Campo Carducci lungo il muro di cinta
* ''Lucio Dalla'', Antonello Santè Paladino, 2012, Campo Carducci
* ''Ottani già Baldi Comi'', Giovanni Putti, Angelo Venturoli, Flaminio Minozzi e Giacomo Savini, 1816, Sala della Pietà
* ''Borghi Mamo'', Enrico Barberi, 1894, Galleria degli Angeli
* ''Cavazza'', Enrico Barberi, 1894, Galleria degli Angeli
* ''Simoli'', Tullo Golfarelli, 1895, campo del Chiostro VII
* ''Raggi Ruggeri'', Armando Minguzzi, 1928, Galleria del Chiostro IX
 
; Opere pittoriche:
Nella Chiesa di San Girolamo della Certosa:
* ''Navata della chiesa'', tele e affreschi
* ''Ultima cena'', attrib. a Lorenzo Sabatini<ref>Attribuita a Orazio Samacchini da Pietro Lamo e dalle guide settecentesche, è stata riattribuita a Sabatini da J. Winkelmann. Cfr. {{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/lultima-cena-865-opera|titolo=L'Ultima cena|autore=Ilaria Francia|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=3 maggio 2021}}</ref>, 1562 ca., Cappella di San Giuseppe
* ''Cappella Maggiore'', Bartolomeo Cesi, fine '500, Cappella Maggiore<ref>''Orazione nell'Orto'', ''Crocefissione'' e ''Deposizione''.</ref>
* ''Battesimo di Cristo'', Elisabetta Sirani, 1648
* ''Cena in casa del Fariseo'', Giovan Andrea Sirani, 1652
 
;Ingressi, sale e monumenti collettivi:
* ''Ingresso monumentale della Certosa'', Giovanni Putti, 1809, Entrata Principale
* ''[[Sala del Pantheon del cimitero monumentale della Certosa di Bologna|Sala d'Attesa]]'', Flavio Favelli, 2008, Sala del Pantheon
* ''[[Monumento ai martiri dell'Indipendenza]]'', Carlo Monari, 1868 ca., Sala delle Tombe
* ''[[Monumento Ossario ai caduti partigiani]]'', Piero Bottoni, 1959, Campo degli Ospedali
{{Div col end}}
 
== Sepolture illustri ==
{{vedi anche categoria|Sepolti nel cimitero monumentale della Certosa di Bologna}}
Numerosi personaggi importanti per la storia cittadina e italiana sono sepolti nel cimitero di Bologna. Se durante la fase monumentale del cimitero si ebbe l'ambizione di raggruppare le sepolture illustri nella [[Sala del Pantheon del cimitero monumentale della Certosa di Bologna|Sala del Pantheon]], detta appunto Sala degli uomini illustri, non esiste un censimento recente delle personalità degne di nota cremate, inumate o tumulate in Certosa, né una lista seppur parziale di riferimento, complici la vastità del cimitero, l'evoluzione della cultura e un diverso approccio alla monumentalizzazione della memoria.
 
La Sala degli uomini illustri e benemeriti contava [[Sala del Pantheon del cimitero monumentale della Certosa di Bologna#Busti degli uomini illustri|71 busti]] che nel corso del tempo cambiarono più volte collocazione. Nel 1932 furono trasferiti nella [[Sala d'Ercole (Bologna)|Sala d'Ercole]] a [[palazzo d'Accursio]], in seguito furono esposti alla [[Giardino della Montagnola|Montagnola]], ai [[Giardini Margherita]], a [[Villa delle Rose]] fino ad arrivare ai depositi del [[Museo d'arte moderna di Bologna|MAMbo]] dove sono conservati. Nonostante le degradazioni e i danneggiamenti subìti durante gli anni di esposizione nei parchi pubblici, un importante lavoro di ricerca storico-bibliografica fu svolto sotto la supervisione del professor Vaccari che permise di re-identificare le personalità scolpite.<ref>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/settanta-celebrita-dimenticate-2254-evento|titolo=Settanta celebrità dimenticate|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=8 giugno 2021}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/files/vecchio_archivio/certosa/w/illustricertosa.pdf|titolo=Uomini Illustri dichiarati dal Consiglio Comunale pei quali è stata decretata la collocazione del rispettivo busto marmoreo nella Sala all'uopo destinata nel Cimitero Comunale di Certosa|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=8 giugno 2021}} tratto da Archivio Storico del Comune di Bologna, ''Scritture Private'', Comune di Bologna, 1876, n. 180.</ref>
 
== Monumenti ossari e memoriali ==
[[File:Cimitero della Certosa di Bologna 2021-02-14 35.jpg|thumb|upright|Uno dei due fanti del ''[[monumento ossario ai caduti della Grande Guerra]]'' scolpito da Ercole Drei]]
* Il ''[[Monumento ai martiri dell'Indipendenza]]'', Carlo Monari, 1868 ca., Sala delle Tombe
* Il ''[[Monumento ai martiri della rivoluzione fascista]]'', Giulio Ulisse Arata, 1932, Chiostro VI
* Il ''[[Monumento ossario ai caduti della Grande Guerra]]'', Filippo Buriani e Arturo Carpi, 1933, Chiostro VI
* Il ''[[Monumento ai caduti in Russia della seconda guerra mondiale|monumento ai caduti di Russia (1941-1945)]]'', Cesarino Vincenzi, 1955, Chiostro VIII
* Il ''[[Monumento Ossario ai caduti partigiani]]'', Piero Bottoni, 1959, Campo degli Ospedali
* Il ''Monumento ai caduti dell'aeronautica'', Marco Marchesini, 1983, Campo degli Ospedali
* Il ''Sepolcreto - monumento dell'Umanitaria'', Enzo Pasqualini, 1960, Campo degli Ospedali
* Il '' Monumento ai marinai bolognesi caduti'', o ''monumento ai caduti del mare'', Campo degli Ospedali
* Il ''Monumento agli [[Internati Militari Italiani]] caduti nei lager'', Leone Pancaldi, 1986, viale di ingresso della Certosa.
 
== Artisti presenti ==
{{vedi anche|Artisti attivi nella Certosa di Bologna}}
Nella Certosa di Bologna hanno operato i maggiori artisti di inizio Ottocento e i principali scultori bolognesi attivi tra Otto e Novecento. Tra gli oltre 200 attivi,<ref>{{Cita web|url=http://www.comune.bologna.it/risorgimento/luoghi/49495/id/49221|titolo= Complesso monumentale della Certosa|editore=[[Museo Civico del Risorgimento]]|accesso=28 febbraio 2021}}</ref> si segnalano:
[[Luigi Acquisti]], [[Lorenzo Bartolini]], [[Cincinnato Baruzzi]], [[Leonardo Bistolfi]], [[Carlo Chelli]], [[Giacomo De Maria]], [[Ercole Drei]], [[Giovanni Duprè]], [[Alessandro Franceschi (scultore)|Alessandro Franceschi]], [[Tullo Golfarelli]], [[Giorgio Kienerk]], [[Giovanni Battista Lombardi]], [[Giacomo Manzù]], [[Luciano Minguzzi]], [[Silverio Montaguti]], [[Arturo Orsoni]], [[Giovanni Putti|Giovanni]] e [[Massimiliano Putti]], [[Augusto Rivalta]], [[Pasquale Rizzoli]], [[Giuseppe Romagnoli]], [[Bruno Saetti]], [[Diego Sarti]], [[Mario Sarto]], [[Pietro Tenerani]], [[Vincenzo Vela]], [[Farpi Vignoli]], Cesarino Vincenzi . Tra i pittori, oltre ai celebri [[Antonio Basoli]], [[Pietro Fancelli]] e [[Pelagio Palagi]], si segnala [[Flaminio Minozzi]].<ref name=indiceRaule>{{Cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/files/vecchio_archivio/certosa/l/rauleindicenomi.pdf|titolo=Indice dei nomi|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=15 febbraio 2021}}</ref><ref name=storiaeartisti>{{Cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/persone/artisti/|titolo=Gli artisti attivi in Certosa|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=1º maggio 2021}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.panopticondibologna.it/Luoghi/certosa/indice%20artisti.html|titolo=La Certosa Monumentale: Indice per artisti|editore=Alberto Martini|accesso=15 febbraio 2021}}</ref>
 
== Simbologia funeraria ==
[[File:Tomba Montanari (Certosa di Bologna) 2021 abc4.jpg|thumb|L'angelo del ''monumento Montanari'' tiene in mano un [[caduceo]].]]
Numerosi monumenti della Certosa di Bologna presentano una [[simbologia]] funeraria, [[esoterismo|esoterica]] o [[Massoneria#La simbologia|massonica]], in particolare quelli della borghesia ottocentesca concentrati nei chiostri più antichi in cui prevale l'esternazione di una cultura laica e classica: «simboli, forme, iconografie e formule epigrafiche appartenenti alla cultura greco-romana, etrusca e all'antico Egitto che si giustappongono o si mescolano a quelli derivanti dalla tradizione giudaicocristiana»,<ref name=storiaeSimbolFun>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/la-simbologia-funeraria-ottocentesca-2098-evento|titolo=La simbologia funeraria ottocentesca|autore=Gian Marco Vidor|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=5 maggio 2021}}</ref> questi ultimi minoritari a inizio Ottocento.
 
La [[simbologia funeraria]] ottocentesca, in un'epoca che "rileggeva" la cultura classica e quella "orientale" in chiave rinascimentale e neoclassica, era dovuta alla funzione stessa della tomba, vista come memoria pubblica, «un condensato di significati, un contenitore grazie al quale il defunto continua ad avere una vita sociale attraverso il ricordo», un supporto per raccontare la vita e il ruolo del defunto e valorizzare la sua identità personale.<ref name=storiaeSimbolFun/><ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Gli spazi cimiteriali per i vivi: dalla patrimonializzazione alla esorcizzazione|autore=Sara Raimondi|rivista=Dialoghi Mediterranei|data=1º maggio 2017|url=http://www.istitutoeuroarabo.it/DM/gli-spazi-cimiteriali-per-i-vivi-dalla-patrimonializzazione-alla-esorcizzazione|accesso=5 maggio 2021}}</ref>
Tra i simboli funerari ottocenteschi che si ritrovano nel cimitero figurano: l'agnello, l'[[Alfa (lettera)|alfa]] e l'[[omega]], l'alloro, l'ancora, l'aquila, le armi, la barca, il [[caduceo]], il cane, la cicogna, il cigno, il cipresso, la civetta, la clessidra, la colomba, la colonna, la conchiglia, la [[cornucopia]], la corona di spine, il [[crisma]], il delfino, l'edera, la farfalla, i [[Festone (arte)|festoni]] o corone di foglie e frutti, il gallo, il giglio, il [[globo]], il grano, il [[Grifone (mitologia)|grifone]], il leone, la lucerna o il braciere, la lucertola, il melograno, l'[[Uroboro|ouroboros]], la palma, il papavero, il pellicano, il pesce, la pigna, la porta, la quercia, la rana, la rosa, il serpente, la sfinge, l'ulivo e la vite.<ref>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/simboli|titolo=Dizionario dei simboli funerari|autore=Gian Marco Vidor|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=5 maggio 2021|dataarchivio=6 maggio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210506073821/https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/simboli/|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/la-grande-magia-la-certosa-e-i-suoi-misteri-simbol-494-evento|titolo=La Grande Magia. La Certosa e i suoi misteri, simboli e segreti|curatore=Museo civico del Risorgimento|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=5 maggio 2021}}</ref>
 
Tra i simboli massonici, si ritrovano la [[Squadra (strumento)|squadra]], il [[Compasso (strumento)|compasso]], l'[[Archipenzolo|archipendolo]], il maglietto<ref>{{cita web|url=https://www.mitiemisteri.it/significato-simbologia-simboli-massonici/maglietto-e-scalpello|titolo=Significato e simbologia del Maglietto e Scalpello|accesso=15 maggio 2021}}</ref> e le due [[Colonna tortile|colonne salomoniche]].<ref>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/la-simbologia-massonica-in-certosa-869-evento|titolo=La simbologia massonica in Certosa|autore=Vincenzo Lucchese|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=5 maggio 2021}} tratto da {{cita|Roberto Martorelli 2009}}</ref>
 
== Il cimitero monumentale della Certosa nella cultura popolare ==
[[File:George Gordon Byron, 6th Baron Byron by Richard Westall.jpg|thumb|upright|[[Lord Byron]] ritratto da [[Richard Westall]] ]]
Numerosi sono gli artisti che fecero il [[Grand Tour]], approdando a Bologna nell'Ottocento. [[Lord Byron]] descrisse le sue passeggiate nella Certosa,<ref>{{cita web|autore=|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/lord-byron-a-bologna-2105-evento|titolo=Lord Byron a Bologna|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=19 febbraio 2021}}</ref> così come [[Charles Dickens]]<ref>{{cita libro|autore=Roberto Martorelli|autore2=Valeria Roncuzzi|titolo=Dickens a Bologna. E una visita memorabile alla Certosa|anno= 2012|editore=Minerva Edizioni|città=|id=ISBN 978-88-7381-439-9}}</ref> o ancora [[Jules Janin]] e [[Theodor Mommsen]].<ref>{{cita web|autore=|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa|titolo=Certosa|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=10 aprile 2021}}</ref>
 
Nel 1845 Bernardo Gasparini pubblicò una raccolta di cantici intitolata ''Due notti alla Certosa di Bologna'', in cui i vari ospiti della Certosa appaiono come spiriti al protagonista. Il [[pamphlet]] fu scritto in gran parte nel 1815.<ref>{{cita web|autore=Genny Bronzetti|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/due-notti-alla-certosa-di-bologna-1016-opera|titolo=Due notti alla Certosa di Bologna|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=26 maggio 2021}} tratto da {{cita|Roberto Martorelli 2009}}</ref>
 
[[Giosuè Carducci]] dedicò alla Certosa una delle sue ''Odi barbare'' del 1877: ''Fuori alla Certosa di Bologna''.<ref>Giosuè Carducci, ''[[:s:Odi barbare/Delle Odi Barbare Libro I/Fuori alla Certosa di Bologna|Fuori alla Certosa di Bologna]]'', ''Delle Odi Barbare Libro I'', ''Odi barbare'', 1877.</ref>
 
Nel 1896 [[Sigmund Freud]] si interessò ad alcune tombe in Certosa, lasciando scritti in merito: il ''monumento Lanzi Bersani'' nella Galleria degli Angeli, con una scultura di [[Carlo Monari]], e il ''monumento Minghetti'', nel Chiostro Terzo, arco 67, opera di [[Antonio Cipolla]] e [[Augusto Rivalta]].<ref name=storiaeFreud>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/freud-bologna-e-la-certosa-819-evento|titolo=Freud, Bologna e la Certosa|autore=Cecilia Cristiani|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=21 aprile 2021}}</ref>
 
[[Cristina Campo]] descrisse la Certosa nel racconto ''La noce d'oro'', pubblicato postumo nel 1998 nella raccolta ''Sotto falso nome'' edita da Adelphi.<ref>{{cita web|autore=Marina Zaffagnini|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/campo-cristina-515411-persona|titolo=Campo Cristina|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=19 febbraio 2021}}</ref>
 
== Servizi cimiteriali e al pubblico ==
I servizi cimiteriali in senso stretto sono gestiti da ''Bologna Servizi Cimiteriali'', società che svolge i servizi necroscopici, cimiteriali e di cremazione per la città.<ref>[https://www.bolognaservizicimiteriali.it/servizi.html Sito ufficiale di Bologna Servizi Cimiteriali]</ref>
 
Un ''Info Point'' storico-artistico è a disposizione dei visitatori del cimitero. Le ubicazioni delle sepolture possono essere trovate tramite i totem digitali informativi posti agli ingressi, chiedendo all'Ufficio cimiteriale o in Portineria.
 
Nel 2019 il Comune di Bologna ha effettuato una mappatura dell'[[Barriera architettonica|accessibilità]] dei musei che ha permesso la progettazione di percorsi inclusivi in tre musei pilota tra i quali figura il Cimitero della Certosa.<ref>Gli altri due musei pilota per l'accessibilità sono il [[Museo civico medievale]] e il [[Museo del patrimonio industriale di Bologna|Museo del patrimonio industriale]].</ref> Percorsi tattili sono quindi stati pensati per le persone non vedenti e ipovedenti<ref>{{cita web|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/certosa/esplorazione-tattile-alla-certosa-per-non-vedenti--2095-evento|titolo=Esplorazione tattile alla Certosa per non vedenti e ipovedenti|accesso=22 aprile 2021}}</ref> e sono stati resi disponibili dei supporti per le persone non udenti, per esempio video in [[lingua dei segni italiana|LIS]] e l'app per la visita in autonomia.<ref>{{YouTube|autore=|id=Ne3vauyBLaw|titolo=Certosa di Bologna accessibile|ora=|minuto=|secondo=|produttore=Comune di Bologna, in collaborazione con Istituzione Bologna Musei e [[Fondazione Gualandi|Fondazione Gualandi a favore dei sordi]]|lingua=italiano|data=14 ottobre 2019|cid =|accesso=22 aprile 2021}}</ref><ref>[https://ar-tour.com/guides/cimitero-monumentale-della-certosa-bologna-italy.aspx ''Cimitero Monumentale della Certosa (Bologna, Italy)''], app ar-tour.com</ref>
 
Le visite guidate e gli spettacoli in programma sono organizzati dal Comune di Bologna, da associazioni culturali e no profit e da guide turistiche. Queste visite sono spesso pensate lungo percorsi tematici; tra gli spettacoli del passato, come reading, concerti e performance teatrali, si segnalano anche quelli in notturna.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* [[Valeria Paniccia]], ''Passeggiate nei prati dell'eternità'' (il capitolo dedicato alla Certosa di Bologna ha come guide eccellenti [[Pupi Avati]], [[Michel Vovelle]] e [[Vito (comico)|Vito]]), [[Mursia Editore]], 2013
* {{cita libro|autore=Augusto Bastelli|titolo=Cenni storici della Certosa di Bologna|anno=1934|editore=Tipografia Luigi Parma| città=Parma|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/files/vecchio_archivio/certosa/10/bastellicertosabologna.pdf}}
* {{cita libro|autore=Marcellino Sibaud|titolo=Cimitero comunale di Bologna: opera archeologico - storico - descrittiva|anno=1837|editore=pei tipi di Jacopo Marsigli|città=Bologna|sbn=IT\ICCU\UBO\3054441}}
*{{Cita libro|titolo=Piacevole raccolta di opuscoli sopra argomento d'arti belle [...]|autore-capitolo=Niccolò Laurenti, Francesco Gasparoni|url=https://archive.org/details/bub_gb_Rdxm3EG7rrsC/page/n3/mode/2up|editore=Tipografia Menicanti|città=Roma|anno=1847|volume=4|capitolo=La Certosa di Bologna: descrizione fatta nel 1835|urlcapitolo=https://archive.org/details/bub_gb_Rdxm3EG7rrsC/page/n299/mode/2up|pp=297-310|cid=N.N.}}
*{{Cita libro|titolo=Guida di Bologna|autore-capitolo=[[Corrado Ricci]]|altri=[[Cesare Albicini]]|url=https://archive.org/details/guidadibologna00ricc/page/n7/mode/2up?q=certosa|editore = Nicola Zanichelli|città=Bologna|anno=1882|capitolo= Certosa|urlcapitolo=https://archive.org/details/guidadibologna00ricc/page/220/mode/2up|pp=221-233|cid=Ricci}}
* {{cita libro|curatore=Giovanna Pesci|titolo=La Certosa di Bologna: immortalità della memoria|anno=1998|editore=Editrice Compositori|città=Bologna|isbn= 978-88-7794-123-7}}
* {{cita libro|autore=Angelo Raule|titolo=La Certosa di Bologna|anno=1961|editore=Nanni|città=Bologna|SBN=IT\ICCU\RAV\0056199|cid=Angelo Raule 1961}}
* {{cita libro|curatore=Giancarlo Bernabei|titolo=La Certosa di Bologna|collana=Le Meraviglie di Bologna|editore=Santarini|città=Bologna|anno = 1993|cid=Giancarlo Bernabei 1993}}
* {{cita libro|autore=Cristina Rocchetta|autore2=Cristina Zaniboni|curatore=Giovanna Pesci|titolo=La Certosa di Bologna: Guida|anno=2001|editore=Editrice Compositori|città=Bologna|sbn=IT\ICCU\UBO\1457624|cid=Cristina Rocchetta e Cristina Zaniboni 2001}} (fonte utilizzata)
* {{cita libro|autore-capitolo-nome=Maria Beatrice|autore-capitolo-cognome=Bettazzi|capitolo=Il bel cimitero di Bologna: architetti al lavoro alla Certosa|titolo=Gli spazi della memoria. Architettura dei cimiteri monumentali europei|editore=Luca Sossella Editore|città=Roma|anno=2005|pp=187-198|id=|pmid=|url=http://www.lucasossellaeditore.it/numerus/pdf_spazi/3.2_La%20Certosa%20di%20Bologna.pdf|lingua=|accesso=28 febbraio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060509084104/http://www.lucasossellaeditore.it/numerus/pdf_spazi/3.2_La%20Certosa%20di%20Bologna.pdf|urlmorto=sì|cid=Maria Beatrice Bettazzi 2005}}
* {{cita pubblicazione|autore=Antonella Mampieri|titolo=Progetti neoclassici per la Certosa di Bologna|anno=2006|url=http://badigit.comune.bologna.it/books/bollettino/pdf/2006-8.pdf|rivista =L'Archiginnasio|città=Bologna|editore=Comune di Bologna}}
* {{cita pubblicazione|autore=Antonella Mampieri|titolo=Appunti sull'attività di Luigi Marchesini alla Certosa di Bologna|rivista=Aperto. Bollettino del Gabinetto dei disegni e delle stampe della Pinacoteca Nazionale di Bologna|editore=Polo Museale dell'Emilia-Romagna|città= Bologna|numero=1|anno=2008|mese=maggio|pp=147-166|issn=1974-5257|url=https://aperto.pinacotecabologna.beniculturali.it/appunti-sullattivita-di-luigi-marchesini-alla-certosa-di-bologna |accesso= 18 febbraio 2021}}
* {{cita libro|curatore=Roberto Martorelli|titolo=La Certosa di Bologna: Un libro aperto sulla storia (catalogo della mostra a Bologna, Museo civico del Risorgimento, 23 maggio - 5 luglio 2009)|anno=2009|editore=Tipografia Moderna|città=Bologna|SBN=IT\ICCU\UBO\3657420|cid=Roberto Martorelli 2009}}
* {{cita libro|curatore1=Beatrice Buscaroli|curatore2= Roberto Martorelli| titolo=Luci sulle tenebre. Tesori preziosi e nascosti dalla Certosa di Bologna| anno= 2010| editore=Bononia University Press|città=Bologna|isbn=9788873955306|cid=Beatrice Buscaroli e Roberto Martorelli 2010}}
* {{cita pubblicazione|autore=Simone Fagioli|titolo=La retorica del sacrificio. I monumenti commemorativi del Cimitero della Certosa – Bologna|anno=2011|url=https://www.academia.edu/8268879/La_Retorica_del_Sacrificio_monumenti_commemorativi_del_Cimitero_della_Certosa_Bologna|accesso=11 gennaio 2023}}
* {{cita libro|autore=Gian Marco Vidor|titolo=Biografia di un cimitero italiano: la Certosa di Bologna|città=Bologna|anno=2012|editore=Il mulino|isbn=978-88-15-24063-7}}
* {{cita libro|autore=Valeria Paniccia|titolo=Passeggiate nei prati dell'eternità|anno= 2013|editore=Mursia Editore|città=Milano|isbn= 978-88-425-5226-0}}
* {{cita libro|curatore=Roberto Martorelli|titolo=Certosa di Bologna. Guida (nuova edizione riveduta)|anno=2016|editore=Minerva Edizioni|isbn=9788873818991|cid=Roberto Martorelli 2016}}
* {{cita libro|autore-capitolo=Luca Bellotti|capitolo=Arte Liberty nella Certosa di Bologna|titolo=Italian Liberty. Il sogno europeo della grande bellezza|curatore=Andrea Speziali|editore=Cartacanta|anno=2016|posizione=Luca Bellotti|isbn=978-88-96-62974-1}}
* {{cita libro|curatore=Roberto Martorelli|titolo=101 cose da sapere sulla Certosa di Bologna|editore=Minerva Edizioni |città=Bologna|anno=2023|isbn=978-88-33-24532-4}}
 
== Galleria d'immagini ==
<gallery>
File:Bologna, Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna 01.jpg
File:Bologna, Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna 03.JPG
File:Bologna, Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna 05.JPG
File:Bologna, Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna 10.JPG
File:Bologna, Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna 14.JPG
File:Bologna, Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna 13.JPG
File:Bologna, Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna 15.JPG
File:Bologna, Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna 20.JPG
File:Bologna, Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna 23.JPG
File:Bologna, Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna 26.JPG
File:Bologna, Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna 29.JPG
File:Bologna, Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna 32.JPG
File:Monumento dei Martiri Fascisti.jpg
File:Certosa 1.jpg
File:Certosa 2.jpg
File:Francesco Gessi "Cacciata dei mercanti dal Tempio", Bologna, Certosa, ca. 1645.jpg
File:Bologna, Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna 30.JPG
File:Murat Bologna.JPG
File:Monumento funebre famiglia Fava Ghisilieri.jpg
 
File:Tumba.Farinelli.Carlo Broschi.01.JPG
; Guide illustrate ottocentesche
File:Vista del cimitero.jpg
* Petronio Rizzi (o Ricci), ''[https://www.storiaememoriadibologna.it/monumenta-inlustriora-coemeterii-bononiensis-811-opera Monumenta Inlustriora Coemeterii Bononiensis]'', 2 volumi, 157 riproduzioni di tombe, 1813.
</gallery>
* {{cita libro|autore=Raffaele Terry|titolo=Collezione de' disegni a semplice contorno delli monumenti sepolcrali nel cimitero di Bologna, delineati ed incisi da Raffaele Terry|anno=1813|editore=|url=https://bibliotheque-numerique.inha.fr/viewer/36069/?offset=#page=1&viewer=picture&o=bookmark&n=0&q=|città=Bologna (?)|sbn=IT\ICCU\MODE\047720}}
* {{cita libro|autore=Natale Salvardi|titolo=Collezione scelta dei monumenti sepolcrali del Comune Cimitero di Bologna|anno=1825|editore=Natale Salvardi|città=Bologna|sbn=IT\ICCU\RAVE\019674|url=https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Collezione_scelta_dei_monumenti_sepolcrali_del_comune_cimitero_di_Bologna_(IA_collezionescelta00unse).pdf}}
* {{cita libro|autore=Giovanni Zecchi|titolo=Collezione dei monumenti sepolcrali del cimitero di Bologna pubblicata da Giovanni Zecchi stampatore e negoziante da stampe|anno=1825-1827|url=https://archive.org/details/bub_gb_dfe8O4er3fIC/page/n5/mode/2up?q=%22cimitero+di+bologna%22|editore=Editori italiani dell'Ottocento|SBN=IT\ICCU\UBOE\021738|cid=Giovanni Zecchi 1825-1827}}
 
; Necropoli etrusca della Certosa
* {{cita libro|autore=Antonio Zannoni|titolo=Gli scavi della Certosa di Bologna|città=Bologna|editore=Regia Tipografia|data=1876-1884|cid=Antonio Zannoni 1876}}
* {{cita libro|titolo=Della stirpe che ha popolata l'antica necropoli alla certosa di Bologna e delle genti affini|autore=Luigi Calori|url=https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Della_stirpe_che_ha_popolata_l%27antica_necropoli_alla_certosa_di_Bologna_e_delle_genti_affini_(IA_gri_33125015402007).pdf|città=Bologna|editore=Tipi Gamberini e Parmeggiani|anno=1873}}
* {{cita libro|url=https://commons.wikimedia.org/wiki/File:La_situla_della_Certosa_-_memoria_(IA_lasituladellacer00duca).pdf|titolo=La situla della Certosa: memoria|autore=Pericle Ducati|anno=1923|città=Bologna|editore=Stabilimenti Poligrafici Riuniti}}
;Letteratura
* {{cita libro|url=https://www.storiaememoriadibologna.it/files/vecchio_archivio/certosa/d/gaspariniduenotticertosa.pdf |autore=Bernardo Gasparini|titolo=Due notti alla Certosa di Bologna|anno=1845|editore=Tip. Gov. - Alla Volpe|città=Bologna}}
 
 
== Voci correlate ==
* [[Bologna]]
* [[Certosa di San Girolamo di Casara]]
* [[Cimiteri del mondo]]
* [[Struttura del Cimitero monumentale della Certosa di Bologna]]
* [[Artisti attivi nella Certosa di Bologna]]
* [[Storia di Bologna]]
* [[Arte funeraria]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* [https://web.archive.org/web/20060509084104/http://www.lucasossellaeditore.it/numerus/pdf_spazi/3.2_La%20Certosa%20di%20Bologna.pdf Architetti al lavoro alla Certosa di Bologna] (pdf)
* {{collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=httpshttp://www.storiaememoriadibolognacertosadibologna.it/la-biblioteca-digitale-della-certosa-826-opera|titolo=La biblioteca digitale della Certosa|sito=Storia e Memoria di Bologna|accesso=27 febbraio 2023}}
* {{cita web | 1 = http://cartusialover.altervista.org/Bologna.htm | 2 = Sito sull'universo certosino | accesso = 21 aprile 2010 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090402015224/http://www.cartusialover.altervista.org/Bologna.htm | dataarchivio = 2 aprile 2009 | urlmorto = sì }}
* {{cita web|editore=Servizio patrimonio culturale - Assessorato alla cultura e paesaggio della Regione Emilia-Romagna|url=
 
https://bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it/pater/search.do?value%28NCTA%29=LC-00002&option%28NCTA%29=strict&type=oa&fakesearch=Opere+e+oggetti+d%27arte|titolo= Catalogo del patrimonio culturale dell'Emilia-Romagna > Certosa Monumentale > Opere e oggetti d'arte (499)|sito=bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it|accesso=19 febbraio 2021}}
* ''[https://www.bolognaservizicimiteriali.it/servizi.html Sito ufficiale di Bologna Servizi Cimiteriali]''
* ''[http://www.panopticondibologna.it/Luoghi/certosa/Certosa.html Panopticon di Bologna: La Certosa monumentale]'' sito di Alberto Martini, in collaborazione con ''Associazione Amici della Certosa di Bologna'', Roberta Zucchini, Otello Sangiorgi (Comune di Bologna - Responsabile Area Storia e Memoria – Istituzione Bologna Musei - Dipartimento Cultura e Scuola) e Roberto Martorelli (Comune di Bologna - Referente del Progetto Museale Certosa di Bologna)
* {{cita web|lingua=en|url=http://www.significantcemeteries.org/2012/02/monumental-cemetery-bologna-italy.html|titolo=Certosa Monumental Cemetery (Bologna, Italy)|editore=ASCE - Association of Significant Cemeteries in Europe|accesso=9 maggio 2021}}
* {{cita web|lingua=en|url=https://cemeteriesroute.eu/cemetery-poi.aspx?t=1241|titolo=Certosa Monumental Cemetery |sito=European Cemeteries Route|accesso=9 maggio 2021}}
* [https://ar-tour.com/guides/cimitero-monumentale-della-certosa-bologna-italy.aspx ''Cimitero Monumentale della Certosa (Bologna, Italy)''], app ar-tour.com
* {{cita web|url=https://collezioni.genusbononiae.it/products/lista_prodotti/cerca:Bologna,%20Certosa|titolo=La Certosa di Bologna nelle collezioni di Genus Bononiae|sito=Genus Bononiae - Musei nella città di Bologna|accesso=18 maggio 2021}}
{{Certose in Italia}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|architettura|arte|Bologna|cattolicesimo|storia}}
 
[[Categoria:Cimitero monumentale della Certosa di Bologna]]
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