Sloveni in Italia: differenze tra le versioni

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I primi territori abitati dagli slavi ad entrare a far parte del territorio dello Stato italiano furono quelli della [[Slavia friulana]] (''Benecija''), ovvero la [[Val Resia]] (''Rezija''), le [[Valli del Torre]] (''Terska dolina'') e le [[Valli del Natisone]] (''Nediške doline''), nel 1866 a conclusione della [[terza guerra d'indipendenza italiana]]. La partecipazione al [[plebiscito del Veneto del 1866|plebiscito del 21-22 ottobre 1866]] della minoranza friulana di lingua slovena,<ref>{{cita news|titolo=Così gli sloveni nel 1866 entrarono nel Regno d'Italia|pubblicazione=Il Piccolo|data=21 ottobre 2016|url=http://ilpiccolo.gelocal.it/tempo-libero/2016/10/21/news/cosi-gli-sloveni-nel-1866-entrarono-nel-regno-d-italia-1.14288907|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161025175907/http://ilpiccolo.gelocal.it/tempo-libero/2016/10/21/news/cosi-gli-sloveni-nel-1866-entrarono-nel-regno-d-italia-1.14288907|dataarchivio=25 ottobre 2016}}</ref> fu particolarmente significativa.<ref>{{cita news|titolo=Le Valli fra Italia, Austria e il rimpianto di Venezia|pubblicazione=Messaggero Veneto|data=19 ottobre 2016|url=http://messaggeroveneto.gelocal.it/tempo-libero/2016/10/19/news/le-valli-fra-italia-austria-e-il-rimpianto-di-venezia-1.14279811|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161025173644/http://messaggeroveneto.gelocal.it/tempo-libero/2016/10/19/news/le-valli-fra-italia-austria-e-il-rimpianto-di-venezia-1.14279811|dataarchivio=25 ottobre 2016}}</ref> L'Impero austriaco, infatti, dopo il [[trattato di Campoformio]] aveva annullato l'autonomia giuridica,<ref>In particolare, l'Austria abolì la comunione della terra, che venne divisa ed affittata a privati.</ref> linguistica e fiscale un tempo riconosciuta dalla Serenissima [[Repubblica di Venezia]] alla comunità slovena, la quale anche per questo motivo aderì alle idee [[Risorgimento|risorgimentali]],<ref>Si veda a tal fine la poesia ''Predraga Italija, preljubi moj dom'' (Carissima Italia, amatissima mia casa) di don Pietro Podrecca e l'esperienza garibaldina di [[Carlo Podrecca]].</ref> che andarono ampliandosi sempre di più dopo la breve parentesi del 1848. Il voto antiaustriaco degli sloveni fu unanime: su 3.688 votanti vi fu una sola scheda contraria al [[Regno d'Italia]].<ref>{{cita news|autore=Michela Iussa|titolo=Le Valli del Natisone dal risorgimento all'avvento del fascismo|pubblicazione=Lintver|url=http://www.lintver.it/index.php?act=view&r=storia-vicendestoriche-michelastoria&f=main|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161025182903/http://www.lintver.it/index.php?act=view&r=storia-vicendestoriche-michelastoria&f=main|dataarchivio=25 ottobre 2016}}</ref> Il passaggio al Regno d'Italia comportò molti cambiamenti economici, sociali e culturali per tale territorio,<ref>{{cita news|titolo=Posledice plebiscita na posvetu / Il post plebiscito in un convegno|pubblicazione=Dom|lingua=sl, it|data=20 ottobre 2016|url=http://www.dom.it/posledice-plebiscita-na-posvetu_il-post-plebiscito-in-un-convegno/|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161025183507/http://www.dom.it/posledice-plebiscita-na-posvetu_il-post-plebiscito-in-un-convegno/|dataarchivio=25 ottobre 2016}}</ref> ma iniziò anche una politica di italianizzazione delle [[Valli del Natisone]] e del [[Torre (fiume)|Torre]],<ref>{{cita news|titolo=Benečija in Rezija 150 let v Italiji / Benecia e Resia da 150 anni in Italia|pubblicazione=Dom|data=14 ottobre 2016|lingua=sl, it|url=http://www.dom.it/benecija-in-rezija-150-let-v-italiji_benecia-e-resia-da-150-anni-in-italia/|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161025183247/http://www.dom.it/benecija-in-rezija-150-let-v-italiji_benecia-e-resia-da-150-anni-in-italia/|dataarchivio=25 ottobre 2016}}</ref> che nei decenni successivi al plebiscito alimentò un progressivo sentimento di delusione delle speranze di riconoscimento dell'identità slovena.
[[File: Carta etnica 1917.jpg|thumb|240px|'''Origine delle attuali minoranze linguistiche'''<ref>https://commons.wikimedia.org/w/index.php?search=1918+La+Regione+Veneta+e+le+Alpi+nostre%2C+dalle+fonti+dell%27Adige+al+Quarnaro%2C+carta+etnico-linguistica.jpg&title=Special:MediaSearch&go=Go&type=image</ref><br/ ><small>Nella determinazione del confine avvenuta dopo la seconda guerra mondiale vennero in parte soddisfatte anche le aspirazioni delle popolazioni slave (sloveni e croati) insediate nelle aree contese. Alla fine della disputa, in territorio italiano rimasero ancora circa {{formatnum:100000}} sloveni, mentre le aree assegnate alla Jugoslavia risultavano abitate da circa {{formatnum:315000}} jugoslavi (sloveni e croati) e circa {{formatnum:220000}} italiani, [[Venezia Giulia#La questione giuliana|gran parte dei quali preferirono emigrare in Italia]].</small>]]
<div style="float:right;">[[File: Litorale 1.png|thumb|415px|'''Modifiche del confine orientale d'Italia'''}
{{legenda|#10FF20|Aree annesse definitivamente all'Italia nel 1920}}
{|
{{legenda|#00fa9a|Aree annesse al Regno d'Italia nel 1920, passate al [[Territorio Libero di Trieste]] nel 1947 con i [[Trattati di Parigi (1947)|trattati di Parigi]] e assegnate all'Italia nel 1975 con il [[trattato di Osimo]]}}
|- style=vertical-align:top
{{legenda|#eee8aa|Aree annesse al Regno d'Italia nel 1920, passate al Territorio Libero di Trieste nel 1947 con i [[Trattati di Parigi (1947)|trattati di Parigi]] e assegnate alla Jugoslavia nel 1975 con il trattato di Osimo}}
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{{legenda|#ffff0000fa9a|<small>Aree delannesse [[Litoraleal austriaco]]Regno d'Italia nel 1920, dellapassate al [[Carinzia]]Territorio eLibero delladi [[CarniolaTrieste]] assegnate all'Italia nel 19201947 con ili [[TrattatoTrattati di RapalloParigi (19201947)|trattatotrattati di RapalloParigi]] e (conassegnate ritocchi del suo confineall'Italia nel 19241975 dopocon il [[Trattato di Roma (1924)|trattato di RomaOsimo]]):</small>}}
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Dopo la prima guerra mondiale, in base ai trattati [[trattato di Rapallo (1920)|di Rapallo (1920)]] e [[Trattato di Roma (1924)|di Roma (1924)]], il Regno d’Italia ottenne ulteriori territori abitati da circa {{formatnum: 500000}} sloveni e croati: la [[Val Canale]], i bacini idrografici dei fiumi [[Isonzo]], [[Vipacco]], [[Piuca]] e [[Timavo|Timavo superiore o Reka]], l’intera penisola Istriana, e le città di Trieste, [[Provincia di Fiume|Fiume]] e [[Provincia di Zara|Zara]].<ref name="auto1">France M. Dolinar ed altri, “Slovenski zgodovinski atlas”, pagina 195, Nova revija, Ljubljana, 2011, ISBN 978-961-6580-89-2</ref>
 
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* in base al Regio Decreto N. 494 del 7 aprile 1927<ref>https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:regio.decreto:1927-04-07;494</ref> furono italianizzati i cognomi a sloveni:<br />così Adamich divenne Adami, [...] Dimnik (= camino) → Dominici, [...] Klun (=becco) → Coloni; [...] Polh (=ghiro) → Poli, ...<ref>Paolo Parovel, L'identità cancellata, Eugenio Parovel Editore, Trieste 1985</ref>.
 
La politica di italianizzazione forzata durante il ventennio fascista provocò una sensibile riduzione della popolazione slovena. Sul territorio dell’odierna regione [[Friuli Venezia Giulia]], si stima che in base ai dati del censimento austroungarico del 1910 e del censimento del 1921, risiedevano circa {{formatnum: 125000}} appartenenti alla [[Lingua slovena in Italia|comunità etno-linguistica slovena]]. Secondo lealcune recenti stime nel 2010 il loro numero sarebbe sceso a circa {{formatnum: 50000}}<ref name="ePrimorski">https://epaper.primorski.eu/epaper/viewer.aspx?publication=Primorski&date=16_04_2023&tpuid=62#page/19</ref>.
 
Dopo la seconda guerra mondiale l'Italia repubblicana, senza negoziare reciprocità, riconobbe agli sloveni residenti sul suo territorio i diritti riconosciuti alle minoranze linguistiche dalla nuova Costituzione:{{Doppia immagine|right|Slovenian_minority_office_Trieste.jpg|205|Distretto Aurisina.JPG|155|<small>Ufficio del comune di [[Trieste]] riservato ai residenti di madrelingua slovena.</small>|<small> Indicazione della sede del distretto sanitario ad [[Aurisina]]</small>}} {{Citazione|''La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.''|Art. 6 della Costituzione della Repubblica Italiana}}
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}}
[[File:William Shakespeare, Hamlet, Slovensko gledališče v Trstu.jpg|thumb|right|350px|Scena tratta dall’Amleto rappresentato nel 1962 dalla compagnia teatrale del Teatro Stabile Sloveno di Trieste]]In base ai dati del censimento del 1910, nell'area compresa dall'attuale provincia di Trieste risiedevano circa 57.000 Sloveni, che in quel tempo contava circa 230.000 abitanti.<ref name=autogenerato1 /><ref name=autogenerato2 /> Secondo stime più recenti il numero degli slavofoni in provincia di Trieste ammonta a circa 30.000.<ref name="ref_A" /><ref>https://epaper.primorski.eu/epaper/viewer.aspx?publication name=Primorski&date=16_04_2023&tpuid=62#page/19<"ePrimorski" /ref>
In [[provincia di Trieste]], dove risiede la comunità di lingua slovena più numerosa<ref>Raoul Pupo, ''Il Lungo esodo'', pag.304, Rizzoli, Milano, 2005, pag. 304 ISBN 88-17-00562-2</ref> della regione, lo sloveno è parlato, dagli appartenenti della minoranza, su quasi tutto il territorio della provincia, tranne che nella città di [[Muggia]]. La comunità di lingua slovena è minoritaria nella città di [[Trieste]], mentre è maggioritaria nei comuni di Duino-Aurisina, Zgonico, Monrupino, San Dorligo della Valle e in alcuni sobborghi periferici del comune di Trieste.