Vito Taccone: differenze tra le versioni

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[[File:Vito Taccone autografo.jpg|thumb|Foto autografata di Vito Taccone]]
 
Esordì fra i professionisti nel 1961 e raccolse nella sua carriera importanti risultati agonistici. Al primo anno da ''pro'' vinse il [[Giro di Lombardia]], che percorreva quell'anno il [[muro di Sormano]], mentre nel 1962 giunse quarto nella classifica generale del [[Giro d'Italia 1962|Giro d'Italia]], miglior risultato della sua carriera. Nel 1963 fu nuovamente protagonista della "[[Giro d'Italia 1963|corsa rosa]]", vincendo complessivamente, appena ventitreenne, ben cinque tappe, di cui quattro consecutive. Nel [[Giro d'Italia 1961|1961]] e nel [[Giro d'Italia 1963|1963]], sempre al Giro d'Italia, fece sua la maglia verde del [[Classifica scalatori (Giro d'Italia)|Gran Premio della Montagna]].
 
Per il suo [[Carattere (psicologia)|carattere]] impulsivo fu spesso al centro di polemiche con altri ciclisti. Durante il [[Tour de France 1964]] fu accusato di aver causato diverse cadute negli arrivi in volata per i suoi scatti scomposti; la tensione con gli altri atleti culminò in una scazzottata con il collega spagnolo [[Fernando Manzaneque]], con annesso commento: «Chi mi accusa? Devi essere tu, Fernando Manzaneque, con quei connotati da delatore che ti ritrovi».<ref name=ultimasalita/> Dopo quell'episodio Taccone rifiutò di prendere parte alle successive edizioni della ''Grande Boucle''.<ref name=addiotaccone/>