Magda Olivero: differenze tra le versioni

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[[File:Ino Savini con Magda Olivero - 'Tosca' T. Comunale Bologna 1972-03-09.jpg|upright=1.4|thumb]]
Da quel momento la Olivero apparve nei teatri d'opera di tutta Italia e, soprattutto a partire dal decennio 1960-1970, anche del resto del mondo (Europa, Egitto, Stati Uniti, America Latina),<ref name="Treccani" /> ma mai in istituzioni di primissimo piano come la ''[[Royal Opera House]]'' di Londra o l<nowiki>'</nowiki>''[[Opéra national de Paris|Opéra]]'' di Parigi, soltanto una volta (e per una sola serata) alla ''[[Wiener Staatsoper|Staatsoper]]'' di Vienna, e rarissimamente alla [[La Scala|Scala]] (appena tre produzioni nei suoi secondi trent'anni di carriera, per non più di una ventina di spettacoli in tutto).<ref>Cfr. [http://www.rohcollections.org.uk/SearchResults.aspx?searchtype=workprodperf&person=Magda%20Olivero Royal Opera House Collections Online] {{en}}, [https://www.lesarchivesduspectacle.net/?Parametre=Magda+Olivero&pbRechercher= Les Archives du Spectacle] {{fr}}, [https://archiv.wiener-staatsoper.at/search/person/2115 Wiener Staatsoper Archives] {{de}}, e [http://www.teatroallascala.org/archivio/risultato.aspx?lang=it-IT&uid=b26b801d-3ae2-4a12-907f-5e1bbeea4617&objecttype=base&pagesize=9&page=1 Archivio La Scala].</ref> La Olivero privilegiò decisamente il repertorio pucciniano e [[opera verista|verista]], riprendendo personaggi già interpretati, come Mimì nella ''[[La bohème|Bohème]]'', Liù nella ''[[Turandot]]'', [[Manon Lescaut]], [[Madama Butterfly]], [[Suor Angelica]], [[Francesca da Rimini (Zandonai)|Francesca da Rimini]], ed affrontandone di nuovi come Minnie ne ''[[La fanciulla del West]]'', Giorgetta ne ''[[Il tabarro]]'', e i ruoli eponimi nella ''[[Tosca (opera)|Tosca]]'', nell<nowiki>'</nowiki>''[[Iris (opera)|Iris]]'' di Mascagni, nella ''[[Fedora (opera)|Fedora]]'' di Giordano, ne ''[[La Wally]]'' di [[Alfredo Catalani|Catalani]]. Riprese immediatamente la sua leggendaria [[La traviata|Violetta]], già affrontata nella prima parte della carriera, che per un decennio ancora canterà un po' ovunque in Europa, e mantenne sempre in repertorio anche il ''[[Mefistofele (opera)|Mefistofele]]'' di [[Arrigo Boito|Boito]]. Continuò inoltre a dare largo spazio alla musica novecentesca e contemporanea, sia pure non d'avanguardia (autori come [[Gottfried von Einem]], [[Leoš Janáček]], [[Gian Francesco Malipiero]], [[Gian Carlo Menotti]], [[Francis Poulenc]], [[Ottorino Respighi]], [[Nino Rota]], [[Henri Sauguet]]), partecipando anche a diverse prime assolute: la ''Santa Rita da Cascia'' di Angelo Costaguta, nel ruolo eponimo, al [[Teatro Carlo Felice|Carlo Felice]] di Genova nel 1954, ''La Guerra'' di [[Renzo Rossellini]] (Marta) al [[Teatro di San Carlo|San Carlo]] nel 1956,<ref name="Treccani" /> ''La Celestina'' di [[Flavio Testi]] (Melibea) alla [[Teatro della Pergola|Pergola]] nel 1963, e ''Lode alla Trinità'', pezzo per soprano/voce recitante e archi di Gerardo Rusconi alla RAI di Torino nel 1972.<ref>Le registrazioni dal vivo sia de ''[https://www.youtube.com/watch?v=y28jXvlc2TA&t=21s La Celestina]'' sia della ''[https://www.youtube.com/watch?v=FAXckHZOA1M Lode]'' sono disponibili ''online'' su YouTube.</ref>
 
Nel [[1967]], intanto, aveva debuttato negli Stati Uniti d'America, all'[[Dallas Opera|Opera di Dallas]]:<ref>Ronald L. Davis, ''La Scala West: The Dallas Opera Under Kelly and Rescigno'', University Park (Texas), Southern Methodist University Press, 2000, p. 99, {{ISBN|0870744542}};<br />Geoffrey S. Riggs, [https://books.google.com/books?id=GhXggJliLF8C&pg=PA28&dq=%22Olivero,+Magda%22&lr=&as_brr=3&cd=14#v=onepage&q=%22Olivero%2C%20Magda%22&f=false ''The Assoluta Voice in Opera''], Jefferson (North Carolina), McFarland, 2003, pp. 28–29; {{ISBN|0-7864-1401-4}}</ref> non essendo stato possibile, per sopravvenute ragioni tecniche, mettere in scena l'opera originariamente prevista, ''La fanciulla del West'', la direzione del teatro, su suggerimento del direttore musicale e suo grande estimatore, il maestro [[Nicola Rescigno]], le propose, come alternativa, di affrontare la ''[[Medea (Cherubini)|Medea]]'' di [[Luigi Cherubini]]. Si trattava non solo di un'opera completamente estranea al suo repertorio consueto,<ref>Riguardo all'opera settecentesca, la Olivero, nella sue seconda carriera, poteva vantare come unico precedente la partecipazione alla ripresa, a Lisbona, nel 1955, della ''Penelope nella partenza da Sparta'', di [[João de Sousa Carvalho]].</ref> ma essa vantava a Dallas il formidabile precedente della produzione del 1958, nella quale [[Maria Callas]] aveva furoreggiato in uno dei suoi grandi ruoli d'elezione, al fianco di [[Jon Vickers]] e [[Teresa Berganza]], per la bacchetta dello stesso Rescigno. Dopo alcune titubanze, la Olivero accettò di misurarsi con il nuovo personaggio (e con l'illustre precedente, per di più nello stesso allestimento) e la riuscita di critica e di pubblico fu addirittura eccezionale. L'esperto musicale del «[[The Dallas Morning News|Dallas Morning News]]», John Ardoin (1935–2001), un ''callasiano'' di ferro,<ref>Amico personale della Callas, Ardoin ha pubblicato diversi libri sulla grande cantante greca.</ref> rimase addirittura sbalordito: «Callas o non Callas, Magda Olivero ha dato una personalissima impronta a questo ruolo»; e poi: «il suo modo di entrare a fondo nel personaggio può essere diverso, il risultato finale ha molto della stessa incandescente presa»; ed infine: «dopo l'abdicazione di Maria Callas, Magda Olivero è la più grande attrice-cantante dei nostri giorni».<ref>Morini (ivi le citazioni di Ardoin).</ref> Il successo riscosso contribuì a legare la Olivero al teatro texano, dove ricomparve l'anno successivo come ''Fedora'', nel 1970 come Giorgetta e in un concerto di gala nella cui seconda parte figurava ''[[La voce umana (opera)|La voix humaine]]'' di Poulenc (che la Olivero per la prima volta eseguiva in francese),<ref>Nel 1968 era stata la prima interprete della versione italiana dell'opera di Poulenc al Verdi di Trieste.</ref> e nel 1974, come ''Tosca'' (avendo tra gli spettatori un'ammirata [[Marilyn Horne]]). La parte di Medea fu ripresa nel 1968 al ''Music Hall Theater'' di Kansas City, nel 1971 al [[Concertgebouw]] di Amsterdam, in forma di concerto,<ref name="Treccani" /> ed infine, nello stesso anno, al [[Teatro Sociale (Mantova)|Teatro Sociale]] di Mantova.<ref>Quattrocchi, Vincenzo, ''Magda Olivero: Una voce per tre generazioni'', Turin, Italgrafica, 1984, p. 113.</ref>
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Le caratteristiche artistiche della Olivero sono state invece così riassunte nell'articolo commemorativo apparso anonimo sul quotidiano «[[Il Giorno]]» in occasione della sua morte.
{{Citazione|Dotata di una tecnica del '''fiato esemplare, che le consentiva di eseguire filature delicatissime''', e di una musicalità solidissima, Magda Olivero ha saputo conservare, se non migliorare le proprie qualità vocali per un lasso di tempo quasi doppio rispetto alla durata normale di una carriera nel campo della lirica. La sua voce è immediatamente riconoscibile, per la pronuncia personale e chiarissima e soprattutto per l'estrema duttilità nel modificare timbro e dinamica a seconda delle esigenze espressive. Altrettanto magistrale è il fraseggio, nella cui condotta, logica e armoniosa, si riconosce il talento della musicista, prima ancora che della cantante. Allo stile di canto insolitamente sensuale, che ne fece una grande interprete di Puccini e Cilea, si abbinava una altrettanto intensa presenza scenica. Le sue interpretazioni potevano suscitare un isterismo collettivo. Altri ne criticarono gli eccessi veristi: la sua arte rimane controversa, ma non lascia indifferenti. [[Rodolfo Celletti]] considerava la Olivero la più grande cantante-attrice del XX secolo insieme a [[Claudia Muzio]] e [[Maria Callas]]|{{cita pubblicazione |nome= |cognome= |titolo=Morta il soprano Magda Olivero, successi dal Musichiere al Metropolitan |rivista=Il Giorno |editore= |città=Milano |volume= |numero= |data=8 settembre 2014 |mese= |pp= |id= |pmid= |url=https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/magda-olivero-soprano-1.192668 |lingua= |accesso=28 marzo 2020 |abstract= }}
 
{{Citazione|Dotata di una tecnica del fiato esemplare, che le consentiva di eseguire filature delicatissime, e di una musicalità solidissima, Magda Olivero ha saputo conservare, se non migliorare le proprie qualità vocali per un lasso di tempo quasi doppio rispetto alla durata normale di una carriera nel campo della lirica. La sua voce è immediatamente riconoscibile, per la pronuncia personale e chiarissima e soprattutto per l'estrema duttilità nel modificare timbro e dinamica a seconda delle esigenze espressive. Altrettanto magistrale è il fraseggio, nella cui condotta, logica e armoniosa, si riconosce il talento della musicista, prima ancora che della cantante. Allo stile di canto insolitamente sensuale, che ne fece una grande interprete di Puccini e Cilea, si abbinava una altrettanto intensa presenza scenica. Le sue interpretazioni potevano suscitare un isterismo collettivo. Altri ne criticarono gli eccessi veristi: la sua arte rimane controversa, ma non lascia indifferenti. [[Rodolfo Celletti]] considerava la Olivero la più grande cantante-attrice del XX secolo insieme a [[Claudia Muzio]] e [[Maria Callas]]|{{cita pubblicazione |nome= |cognome= |titolo=Morta il soprano Magda Olivero, successi dal Musichiere al Metropolitan |rivista=Il Giorno |editore= |città=Milano |volume= |numero= |data=8 settembre 2014 |mese= |pp= |id= |pmid= |url=https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/magda-olivero-soprano-1.192668 |lingua= |accesso=28 marzo 2020 |abstract= }}
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