Mito di Mozart: differenze tra le versioni

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a) qualche fix di chiarezza: che il feretro sia stato seguito da pochi in realtà è parte della leggenda; la descrizione di Hummel è inaffidabile proprio perché idealizzata; non contrapporrei i quattro lutti di Constanze per i figli alla difficoltà della vita; b) approfitto per due sistemazioni: l'aneddoto sull'ouverture non compare per la prima volta; sulle malattie è bene chiarire che infezioni e poliartrite sono assunte a presupposto sia dell'ipotesi renale sia di quella cardiaca;
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[[File:Leopold Mozart Pere de Marianne Mozart virtuose âgée de onze ans et de J. G. Wolfgang Mozart Compositeur et Maitre de Musique âgé de sept ans cropped.jpg|I bambini prodigio Wolfgang e Nannerl Mozart in un'incisione di Delafosse da ritratto di [[Carmontelle]] (1764)|thumb]]
 
Il '''mito di Mozart''' è un complesso di [[Stereotipo|luoghi comuni]], [[Aneddoto|aneddoti]] e convinzioni che, nella biografia del [[Wolfgang Amadeus Mozart|compositore austriaco]], formano una narrazione [[Tradizione|tradizionale]]<ref name=Stafford264>{{cita|Stafford|p. 264}}.</ref> capace di restituire di lui un'immagine leggendaria o rispondente soltanto in parte alla realtà storica. Il nome di [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]] è antonomasia del [[Genio (filosofia)|genio]] musicale e del [[bambino prodigio]], e la sua figura idealizzata – ma per altri versi demonizzata – appare avvolta da un'aura di predestinazione.
 
La narrazione incarna una concezione [[Romanticismo|romantica]] del genio.<ref name=Service0124>{{cita|Service|1 min 24 s}}.</ref> Inizia a formarsi già nei primi anni di vita del musicista, si consolida nell'immediato della sua morte e prosegue ininterrotta nelle biografie, nella [[letteratura]], nel [[cinema]], nella stessa [[musica]], arricchendosi e variando l'immagine di Mozart secondo le epoche storiche. Contribuisce così a perpetuarne nella cultura moderna una popolarità che alcuni stimano maggiore di quella degli altri grandi compositori<ref>{{cita|Melograni|p. 250}}.</ref> e che non presuppone neppure la conoscenza della sua musica.<ref>{{cita|Everist|p. 273}}.</ref>
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[[File:Adolf Bernhard Marx.jpg|thumb|Adolf Bernhard Marx|upright=0.8]]
 
La ricezione ininterrotta<ref>{{cita|Everist|p. 3}}.</ref> e il valore universale della sua musica, oggetto di interpretazioni assai disparate,<ref>{{cita|Brown|p. 66}}.</ref><ref>{{cita|Treccani}}.</ref> collocano senz'altro [[Wolfgang Amadeus Mozart]] tra i massimi [[Composizione (musica)|compositori]] di ogni tempo, e la sua enorme versatilità lo distingue anche da altri grandi.<ref>{{cita|Eisen e Sadie||Grove}}.</ref> La sua reputazione di genio assoluto e il suo ritratto mitologico corrispondono però a un ideale [[Romanticismo|romantico]], che il mito stesso ha corroborato e al quale si è conformato strada facendo.<ref name=Stafford264/> La vita e l'opera di Mozart sono state inquadrate in una cornice ideologica hegeliana,<ref name=Solomon104>{{cita|Solomon|p. 104}}.</ref><ref name=Stafford165>{{cita|Stafford|VI, p. 165}}.</ref> in particolare da [[Adolf Bernhard Marx|Marx]] (1840) e [[Franz Brendel|Brendel]] (1848).<ref>{{cita|Henneberg}}.</ref><ref name=Stafford213-4>{{cita|Stafford|VIII, pp. 213-214}}.</ref>
 
[[Hegel]] riconosce nel [[Genio (filosofia)|genio]] e nel [[Attitudine|talento]] la presenza di una componente naturale, l'[[Entusiasmo (filosofia)|ispirazione]] (''Begeisterung''), ma le nega la capacità di produrre arte da sola, disgiunta dalla riflessione, dall'esercizio tecnico e da uno studio del mondo esteriore e interiore che permette all'artista di acquisire materia e contenuto per la creazione.<ref>{{cita|Hegel|pp. 39-41}}.</ref> Il filosofo non ha però una buona opinione della [[musica]] pura,<ref name=Kivy93>{{cita|Kivy|pp. 92-93}}.</ref> ritenendo che essa richieda poca o nessuna coscienza di tale contenuto e che attenga solo al moto interiore del sentimento non assistito dal pensiero.<ref name=Hegel41>{{cita|Hegel|p. 41}}.</ref> Inoltre, egli afferma che il semplice talento<ref group=n>Hegel distingue genio e talento considerando il primo capacità artistica universale, il secondo predisposizione specifica. Il talento senza il genio è pura abilità esterna ({{cita|Hegel|pp. 373-374}}).</ref> musicale non pretende alcuna esperienza del mondo e può manifestarsi nella totale ingenuità e ignoranza.<ref group=n>Analoga concezione si trova in Goethe.</ref><ref name=Kivy93/>
 
È con ogni probabilità proprio pensando a Mozart<ref name=Solomon104/><ref name=Kivy93/> che Hegel sostiene:
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== Narrazione ==
In coerenza con la visione romantica, Mozart è tratteggiato come un eterno bambino, zuzzurullone, scurrile, ma dalla genialità istintiva che si manifesta in abilità straordinarie, quasi da ''[[Sindrome del savant|idiot savant]]'': dotato di memoria fenomenale, compone a mente per poi vergare la musica di getto, senza commettere errori.<ref group=n>La scurrilità è però un tratto tardivo, desunto dalle lettere scatologiche che la biografia di Nissen aveva ignorato; il vizio del gioco è un'ipotesi della seconda metà del Novecento.</ref> Il lato negativo di questo quadro è la sua immagine di genio disadattato, incompreso, dedito al gioco d'azzardo, all'alcool e alle relazioni extraconiugali,. oppressoOppresso dai debiti, in declino di successo e salute, eè ridotto ormai in povertà quando la morte lo sorprende. A riprova di ciò, si deve ricordare che; il suo feretro ècorpo, accompagnato solo da un piccolo corteo ealla ilsepoltura, corpo ècade sepoltoinfine in una [[fossa comune]].<ref name=Karhausen59/><ref name=Bennett224/><ref>{{cita|Wates|p. 2}}.</ref><ref>{{cita|Stafford|IV, pp. 85-86}}.</ref> La sua morte misteriosa giustifica sospetti di omicidio, di complotto, e si colora di elementi soprannaturali: proprio come se, predestinato a una missione divina, il suo genio si fosse bruciato in fretta nel condurla a termine.<ref>{{cita|Stafford|VIII, pp. 207-208}}.</ref>
 
Ha scritto in proposito William Stafford:
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L'idea della trasfigurazione creativa dell'ultimo Mozart, con il rapido consumarsi dell'ispirazione che si intensifica verso la fine dell'esistenza, appare già nelle prime biografie,<ref>{{cita|Nissen|p. 627}}.</ref> ma il tema è squisitamente romantico e ricorre in [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]],<ref>{{cita|Goethe|p. 682}}.</ref> nelle [[Conversazioni con Goethe|conversazioni]] da lui tenute con [[Johann-Peter Eckermann|Eckermann]].<ref name=Stafford208>{{cita|Stafford|VIII, p. 208}}.</ref> La predestinazione è di rado identificata davvero in un fatto soprannaturale, e corrisponde piuttosto alla visione hegeliana: la vita di Mozart si inquadra in un ordine superiore di cose, come se il suo avvento fosse una tappa inevitabile nella [[storia della musica]].<ref>{{cita|Stafford|VIII, p. 219}}.</ref>
 
Alcune critiche scorgono nei lavori dell'ultimo anno di vita ([[Concerto per pianoforte e orchestra n. 27 (Mozart)|Concerto per pianoforte K 595]], ''[[Il flauto magico]]'', [[Concerto per clarinetto e orchestra (Mozart)|Concerto per clarinetto K 622]], Requiem)<ref name=Stafford208/> senso di rassegnazione,<ref>{{cita|Einstein|pp. 314-315}}.</ref> toni autunnali e gelo di morte:<ref>{{cita|Sadie|p. 143}}.</ref> ciò è coerente con le circostanze biografiche riferite da Constanze, e in particolare con l'episodio del [[Prater]], in cui Wolfgang avrebbe confidato a sua moglie il timore di essere avvelenato e di star componendo il Requiem per se stesso.<ref name=Niemetschek34>{{cita|Niemetschek|p. 34}}.</ref> L'epifania del dialogo tra il compositore e la morte è ravvisata soprattutto nel Requiem (1791), ma anche nel ''[[Don Giovanni (opera)|Don Giovanni]]'' (1787).<ref>{{cita|Stafford|VIII, p. 216}}.</ref>
 
=== Talento innato ===
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==== Immaturità ====
In linea con il poscritto anonimo a Nannerl, i primi biografi di Mozart – con la sola eccezione di Nissen<ref name=Nissen529>{{cita|Nissen|p. 529}}.</ref> – videro in lui un eterno bambino e, fin dal necrologio di Schlichtegroll,<ref>{{cita|Schlichtegroll|p. 29}}.</ref> gli attribuirono un comportamento ipercinetico e irrequieto, salva la capacità di trasfigurarsi del tutto non appena sedeva al pianoforte.<ref>{{cita|Schlichtegroll|p. 31}}.</ref><ref>{{cita|Niemetschek|p. 44}}. Identica descrizione in {{cita|Nissen|pp. 622-623}}.</ref> Tale ritratto trova un'apparente smentita; l'allievo [[Johann Nepomuk Hummel]] riferisce infatti che il maestro aveva un contegno gentile, gradevole, e una serietà malinconica. La descrizione sembra stereotipata in senso opposto e idealizzata, oltree acome nontale presentarenon certopresenta i crismi della credibilità piena; risalta però la netta contraddizione tra chi aveva conosciuto il compositore (Hummel) e chi invece no (Schlichtegroll).<ref>{{cita|Stafford|IV, pp. 86-89}}.</ref>
 
L'immagine di Mozart eterno bambino sembra fondata su un doppio travisamento. Da un lato Schlichtegroll accettò senza riserve il ritratto dell'anonimo, dall'altro vi aggiunse dettagli ancor meno lusinghieri, ovvero che fosse indisciplinato, irragionevole, immoderato e indifferente alle preoccupazioni.<ref>{{cita|Schlichtegroll|p. 30}}.</ref> Simili giudizi potrebbero nascere dai ricordi di Schachtner sul Mozart bambino o dalla tradizione orale di [[Salisburgo]], che ricordava il compositore sotto tutela del padre.<ref>{{cita|Stafford|IV, pp. 90, 95}}.</ref> Nel 1804, l'inaffidabile [[Jean-Baptiste-Antoine Suard|Suard]]<ref>{{cita|Suard|p. 338}}.</ref> concluse che Mozart era più o meno incapace in tutto ciò che non fosse la sua musica, suscettibilissimo e superficiale negli affetti.<ref>{{cita|Stafford|IV, p. 91}}.</ref> Nissen contestò il luogo comune offrendo controesempi biografici.<ref name=Nissen529/><ref>{{cita|Karhausen|p. 60|Karhausen11}}.</ref>
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Con ogni probabilità il compositore amava bere, soprattutto [[Punch (bevanda)|ponce]], ma a detta della cognata Sophie solo fino a essere allegro.<ref>{{cita|Nissen|pp. 672-673}}.</ref> Egli stesso decantò il [[Mosella (regione vinicola)|vino della Mosella]] in una lettera a Constanze (1790), e tuttavia nessuna testimonianza credibile esiste che fosse sempre ubriaco.<ref name=Stafford98-9/>
 
L'abbrutimento completo, l'abbandono ai piaceri fino allo stremo che l'avrebbe rovinato economicamente, costretto al superlavoro nell'ultimo anno di vita e condotto a morte, è parte essenziale e suggestiva del quadro. BenchéIl noto l'aneddoto abbiadell'ouverture del ''[[Don Giovanni (opera)|Don Giovanni]]'' narra, in molte varianti,<ref>{{cita|Everist|pp. 176-177}}.</ref><ref>{{cita|Stafford|IV, pp. 95-97, 106-107}}.</ref> si narra in proposito che abbia scritto l'ouvertureil delbrano ''[[Don Giovanni (opera)|Don Giovanni]]''solo alla vigilia della prima, dopo aver pasteggiato e bevuto da un prete gaudente,<ref>{{cita|Stafford|IV, p. 97}}.</ref> e che si sia messo al lavoro solo all'una di notte, con gli amici che dormivano in casa e Constanze a servirgli il ponce.<ref>{{cita|AMZ 19 (1798-1799)|p. 290|Rochlitz}}.</ref><ref>{{cita|Niemetschek|p. 55}}.</ref>
 
==== Relazioni ====
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Quanto alle competenze musicali, Constanze era pianista e cantante (un buon [[soprano]], ma forse non una voce eccelsa). Mozart compose per lei in entrambe le vesti, anche se sono sopravvissuti due soli esempi: frammenti di un movimento di sonata per due pianoforti (K 375c) e alcuni solfeggi (K 385b) per la difficile parte di soprano solista che le affidò nella [[Messa in do minore K 427]], da lui diretta a Salisburgo nel 1783.<ref>{{cita|Braunbehrens|pp. 115-116}}.</ref><ref name=Wates33-4>{{cita|Wates|pp. 33-34}}.</ref><ref>{{cita|Stafford|V, pp. 138-139}}.</ref>
 
Constanze non ebbe vita facile: andata in sposa a un uomo dalla vita movimentata e dall'attività febbrile – casa Mozart ospitava allievi di Wolfgang, prove quasi quotidiane,<ref>{{cita|Braunbehrens|p. 120}}.</ref> un andirivieni di amici e copisti, e perfino i parrucchieri ogni giorno – dovette reggere la pressione e far quadrare i conti.<ref name=Wates33-4/> Ebbe poi sei figli, malgrado quattro dei quali morirono in fasce,<ref>{{cita|Braunbehrens|pp. 111-112}}.</ref> e si curò a Baden per ordine dei medici; l'ultima volta (1791) che ciò avvenne (1791) prima della morte del marito, fu per una grave infezione che per poco non le mandò una gamba in [[gangrena]].<ref name=Wates33-4/>
 
La sua attività di raccolta e pubblicazione postuma di manoscritti fu decisiva nel tramandare attendibilmente la produzione di Mozart rimasta inedita, compresi i frammenti e gli autografi.<ref>{{cita|Braunbehrens|p. 114}}.</ref> I coniugi [[Vincent Novello|Vincent]] e [[Clara Novello]], che la conobbero ormai anziana, ne riferirono un'ottima impressione.<ref>{{cita|Stafford|V, p. 139}}.</ref>
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Sembra probabile invece che abbia sofferto di una forma di [[rachitismo]] da [[carenza di vitamina D]], molto comune a Vienna fino alla fine del XIX secolo; non è noto però quanto fosse grave, e forse fu mitigata dall'esposizione al sole nel soggiorno in [[Italia]].<ref>{{cita|Karhausen|p. 115|Karhausen99}}.</ref>
 
Non è escluso che malattie patite nell'infanzia o nell'adolescenza abbiano prodotto il danno alla base della futura malattia mortale: così,interpretando adgli esempio,episodi deglidel episodi1763 die 1766 come [[Febbre reumatica|poliartrite acuta]], (1763si eè 1766)sostenuto potrebberoche averuna o più infezioni da [[streptococco]] patite nell'infanzia abbiano pregiudicato le valvole cardiache e determinato una patologia silente a carico del cuore;<ref>{{cita|Stafford|III, p. 65}}.</ref> potrebbein essersialternativa, pureesse trattatopotrebbero diaver dato luogo a una malattia cronica sofferta dal compositore (forse la [[Porpora di Schönlein-Henoch|sindrome di Schönlein-Henoch]])<ref>{{cita|Davies|pp. 776-785|Davies83}}.</ref><ref name=Jenkins290>{{cita|Jenkins|p. 290|Jenkins06}}.</ref> esitata poi in [[insufficienza renale]].<ref>{{cita|Stafford|III, pp. 68-74}}.</ref> I sostenitori di queste teorie presumono la ricorrenza nell'infanzia di piùSimili infezioni danon [[streptococco]], nonsono diagnosticabili clinicamente.<ref>{{cita|Karhausen|pp. 114-115}}.</ref>
 
Neppure è escluso che il tracollo fatale della salute sia stato innescato dallo stress del 1790, seguito a ruota dal superlavoro del 1791.<ref name=Stafford81/> Il 1790 è infatti un anno infecondo sul piano creativo<ref>{{cita|Stafford|VIII, p. 222}}.</ref> e nel quale è attestata la contrazione dei maggiori debiti, non solo dall'amico Puchberg<ref>{{cita|Moore|p. 20}}.</ref> ma anche dal mercante Heinrich Lackenbacher:<ref group=n>Mozart prese in prestito da Lackenbacher ben {{M|1000}} fiorini, anche se furono in parte compensati da diritti di pubblicazione.</ref><ref name=Moore18/> pare quindi sisia trattòstato di un anno pieno di preoccupazioni.<ref name=Stafford81/>
 
L'immagine di un Mozart in declino fisico nel 1791 potrebbe tuttavia essere frutto dell'accettazione acritica di aneddoti riportati dalle prime biografie e basati sulla sola testimonianza interessata di Constanze.<ref name=Jenkins290/> Si sostiene infatti che negli ultimi tempi fosse [[Disturbo depressivo|depresso]], [[Paranoia|paranoico]], dormisse e mangiasse poco, bevesse invece molto<ref>{{cita|O'Shea|p. 26}}.</ref> e soffrisse di [[Allucinazione|allucinazioni]].<ref>{{cita|Felisati e Sperati|p. 11|Felisati}}.</ref>