Sadomasochismo: differenze tra le versioni

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Masochismo invece deriva da [[Leopold von Sacher-Masoch]], raffinato scrittore austriaco della metà dell'800 il quale ha praticato la sottomissione maschile ed espresso in molti suoi romanzi (il più conosciuto e celebre dei quali è ''[[Venere in pelliccia]]'') le proprie fantasie al riguardo.<ref>Hyde, J. S., & DeLamater, J. D. (1999). Understanding human sexuality. McGraw-Hill, Inc. 432-435</ref> Queste due caratteristiche, il piacere nel dominare e il piacere derivante dall'esser sottomessi, sono stati adottati dalla terminologia scientifica professionale la quale ha inserito tali fenomeni comportamentali nella sua classificazione delle malattie psicologiche e degli orientamenti sessuali dannosi.
[[File:Sade_(van_Loo).png|thumb|left|Ritratto del [[Marchese de Sade]] di Charles-Amédée-Philippe van Loo, 1761]]
Il primo ad inserire i termini sadismo e masochismo nella terminologia medica istituzionale è stato lo psichiatra tedesco [[Richard von Krafft-Ebing]] nella sua perla ''Neue Forschungen auf dem Gebiet der Psychopathia Sexualis'' (Nuova ricerca nel campo della psicopatologia del sesso) datata 1890<ref>Details describing the development of the theoretical construct "Perversion" by Krafft-Ebing and his relation of these terms. (See [[Andrea Beckmann]], ''Journal of Criminal Justice and Popular Culture'', 8(2) (2001) 66-95 online under {{cita testo|titolo=Deconstructing Myths|url=http://www.albany.edu/scj/jcjpc/vol8is2/beckmann.html|titolo=Deconstructing Myths}})</ref>. Nel 1905 a sua volta anche [[Sigmund Freud]] descrisse il sadismo-masochismo nei suoi ''Drei Abhandlungen zur Sexualtheorie'' ([[Tre saggi sulla teoria sessuale]]) facendolo derivare da uno sviluppo psicologico aberrante avvenuto nella prima infanzia; egli ha anche gettato le basi per la prospettiva medica (ampiamente accettata in materia) dei decenni successivi. Questo ha portato al primo utilizzo del termine composto sado-masochismo da parte di [[Isidor Isaak Sadger]], un [[medico legale]] seguace della [[psicoanalisi]] viennese, nel suo lavoro intitolato ''Über den sado-masochistischen Komplex'' (Per quanto riguarda il complesso sadomasochista) del 1913.<ref>Isidor Isaak Sadger: ''Über den sado-masochistischen Komplex.'' in: Jahrbuch für psychoanalytische und psychopathologische Forschungen, Bd. 5, 1913, S. 157–232 (German)</ref>
 
Nel tardo [[XX secolo]] gli attivisti del BDSM hanno protestato contro questi modelli concettuali, fondati esclusivamente su osservazioni di pazienti psichiatrici e costruiti sul presupposto di una [[psicopatologia]]:<ref>Krueger & Kaplan 2001, p. 393: "The DSM nomenclature referring to sexual psychopathology has been criticized as being vague and not having undergone DSM field trials."</ref> i sostenitori del sadomaso affermano pertanto l'illogicità nel voler attribuire fenomeni comportamentali umani complessi come sadismo e masochismo alle creazioni letterarie di due individui storici. Hanno cercato quindi di distinguersi dalle nozioni ancora largamente diffuse della teoria psichiatrica ottocentesca con l'adozione del termine BDSM al posto di sadomasochismo.
[[File:SlaveLeopold gaggedvon andSacher-Masoch chainedwith in a dungeon (3212)Fannie.jpg|thumbminiatura|upright=0.8|DonnaUomo masochista sottomessasottomesso ad [[Master (BDSM)|un uomo]] o altrauna donna.]]
In contrasto con chi vuole spiegare il sadomasochismo attraverso approcci psicologici, psicoanalitici, medici o legali, i quali cercano tutti di catalogare in una forma fissa e stabile comportamenti e desideri nel tentativo di ricondurli ad una radice comune che ne smascheri la "causa scatenante" Byrne suggerisce invece che tali pratiche possano anche esser vedute come esempi di "''sessualità estetica''", in cui l'impulso fisiologico o psicologico fondante diventa irrilevante. Piuttosto, continua l'autore, sadismo e masochismo possono esser praticati attraverso una deliberazione, una libera scelta, guidati da alcuni obiettivi estetici legati allo stile, al piacere e all'identità; queste pratiche, in determinate circostanze e contesti, possono esser paragonati alla creazione artistica.<ref>Byrne, Romana (2013) {{cita testo|url=http://books.google.fr/books/about/Aesthetic_Sexuality.html?id=uccTAgAAQBAJ&redir_esc=y|titolo=Aesthetic Sexuality: A Literary History of Sadomasochism}}, New York: Bloomsbury, pp.1-4.</ref>
 
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I criteri addotti dal DSM per definire sadismo e masochismo sono stati criticati in quanto vaghi e non testati nelle condizioni della vita reale;<ref name="Krueger3932">{{cita|Krueger Kaplan, 2001|p=393}}: "The DSM nomenclature referring to sexual psychopathology has been criticized as being vague and not having undergone DSM field trials."</ref> una delle preoccupazioni è l'ambiguo criterio per la distinzione tra attività sessuali cosiddette comuni e l'identificazione delle parafilie.<ref name="Blurred">
* {{cita|Krueger Kaplan, 2001|p=391}}: "Many of the paraphilias blend with consensual sexual practices that are not a source of distress or impairment of functioning but rather constitute forms of sexual expression that are chosen and practiced by significant numbers of individuals."
* {{cita|Krueger Kaplan, 2001|p=393}}: "As any visit to the Internet will demonstrate, many of these behaviors are not seen as pathological or a source of distress at all; indeed there are numerous Internet sites and chat groups for all of the sexual behaviors noted above..."</ref> Altri credono che l'esistenza stessa di molte "parafilie" riposi sulle percezioni convenzionali della "sessualità normale".<ref name="otherbundle">* {{cita|Krueger Kaplan, 2001|p=393}}: "Others have argued ... in the same way that homosexuality was once pathologized in earlier diagnostic nomenclature until is was dropped from the DSM, and that the present classification of sexual disorders merely amounts to a codification of social mores. [[Charles Allen Moser|Moser]] has argued that what is perceived as “normal” sexual activity is socially relative and that society becomes an agent of control over aberrant sexual expression..."
* {{cita|Krueger Kaplan, 2001|p=393}}: "Others have argued ... in the same way that homosexuality was once pathologized in earlier diagnostic nomenclature until is was dropped from the DSM, and that the present classification of sexual disorders merely amounts to a codification of social mores. [[Charles Allen Moser|Moser]] has argued that what is perceived as “normal” sexual activity is socially relative and that society becomes an agent of control over aberrant sexual expression..."
* {{cita|Gordon, 2008|p=81}}: "Such acceptance of homosexuality is, however, not universal... ...Nonetheless the partial release of homosexuality from description as pathological has been accompanied by a loosening of social condemnation towards some other manifestations of sexual deviance such as transvestism and consensual sadomasochism."</ref>