Risiera di San Sabba: differenze tra le versioni

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== Funzione ==
Mentre diverse fonti, in particolare italiane, indicano nella Risiera l'unico campo di sterminio istituito in Italia,<ref name="ANPI">{{Cita web|url=https://www.anpi.it/libri/risiera-di-san-sabba|titolo=Risiera di San Sabba {{!}} ANPI|sito=www.anpi.it|lingua=it|accesso=2023-07-13}}</ref><ref name="ANED">{{Cita web|url=https://deportati.it/lager/risiera/risierasansabba/|titolo=Risiera di San Sabba|sito=ANED|lingua=it|accesso=2023-07-13}}</ref><ref name=":1">{{Cita libro|nome=Chris|cognome=Webb|titolo=The Belzec Death Camp|url=https://books.google.it/books?id=2mpHEAAAQBAJ&pg=PA162&dq=san+sabba+death+camp&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&sa=X&ved=2ahUKEwjPx66i5YyAAxXZVvEDHc8nCTUQ6AF6BAgHEAI#v=onepage&q=san%20sabba%20death%20camp&f=false|accesso=2023-07-13|data=2016-03-01|editore=Paperback|lingua=en|p=162|ISBN=978-3-8382-0826-8}}</ref> l'[[United States Holocaust Memorial Museum|Enciclopedia dell'Olocausto]] e [[Yad Vashem]] non la includono nel novero dei [[Campo di sterminio|campi di sterminio nazisti]] (''Vernichtungslager''), considerando tali solo le grandi strutture, tutte nella [[Occupazione della Polonia|Polonia occupata]], che attuavano in modo sistematico, efficiente e immediato gli omicidi di massa nell'ambito della cosiddetta [[Soluzione finale della questione ebraica|''Endlösung'']].<ref>[https://encyclopedia.ushmm.org/content/it/article/killing-centers-an-overview ''I campi di sterminio: sintesi''] su Enciclopedia dell'Olocausto.</ref><ref>''[https://www.yadvashem.org/holocaust/about/final-solution/death-camps.html The Death Camps]'', su Yad Vashem.</ref>
 
Il lager della Risiera di San Sabba fu creato, e dotato di un forno crematorio, in una zona altamente strategica come il Litorale adriatico, la cui stabilità era minacciata dalla presenza della Resistenza slovena, croata e italiana; la Risiera servì quindi all'eliminazione fisica di prigionieri politici, partigiani e civili.<ref>{{Cita|Matta|0 min 54 s}}.</ref>
 
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Il complesso di edifici che costituivano lo stabilimento per la [[wikt:pilatura|pilatura]] del [[riso (alimento)|riso]] era stato costruito nel 1898 nel rione di San Sabba (più correttamente "San Saba"), alla periferia della città e fu trasformato inizialmente in un campo di prigionia provvisorio per i militari italiani catturati dopo l'8 settembre: venne denominato ''[[Stalag]] 339''.<ref name="lastoria">{{Cita web |url=http://www.risierasansabba.it/la-storia/ |sito=Risiera di San Sabba - Monumento Nazionale - Comune di Trieste |accesso=2 gennaio 1918}}</ref>
 
Successivamente, al termine dell'ottobre 1943, il complesso divenne un ''Polizeihaftlager'' (campo di detenzione di polizia), utilizzato come centro di raccolta di detenuti in attesa di essere deportati in [[Germania]] ed in [[Polonia]] e come deposito dei beni razziati e sequestrati ai deportati ed ai condannati a morte. Nel campo venivano anche detenuti ed eliminati [[sloveni]], [[croati]], [[resistenza italiana|partigiani]], detenuti politici, [[Testimoni di Geova]]<ref>{{Cita web|url=https://www.rainews.it/tgr/fvg/video/2019/05/fvg-testimoni-geova-sterminio-nazista-risiera-san-sabba-trieste-targa-memoria-dd63aa0c-24c0-4b03-822e-0a7a8f25f890.html|titolo=Una targa in Risiera per ricordare la persecuzione dei Testimoni di Geova|accesso=6 agosto 2021}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.ansa.it/friuliveneziagiulia/notizie/2019/05/10/nazismo-ricordare-testimoni-geova-targa-in-risiera-trieste_4f7090be-4e36-4c0d-9a76-21b72c7e8f11.html|titolo=Nazismo: ricordare testimoni Geova, targa in Risiera Trieste|accesso=6 agosto 2021}}</ref> ed ebrei.<ref name="ANPI">{{Cita web|url=https://www.anpi.it/libri/risiera-di-san-sabba|titolo=Risiera di San Sabba {{!}} ANPI|sito=www.anpi.it|lingua=it|accesso=2023-07-13}}</ref>
 
Supervisore della risiera fu l'ufficiale delle [[Schutzstaffel|SS]] [[Odilo Globočnik]], triestino di nascita, in precedenza stretto collaboratore di [[Reinhard Heydrich]] e responsabile dei campi di sterminio attivati nel [[Governatorato Generale]], nel quadro dell'[[operazione Reinhard]], in cui erano stati uccisi oltre 1,2 milioni di ebrei<ref>{{Cita libro |autore=M. Mazower |titolo=L'impero di Hitler |pagine=399-400}}</ref>. Nella sua attività era aiutato da membri dell'Einsatzkommando Reinhard, guidati da August Dietrich Allers, mentre [[Josef Oberhauser (criminale di guerra)|Joseph Oberhauser]] era il comandante della risiera. Entrambi avevano iniziato operando nel [[Aktion T4|Tiergarten 4]], che in Germania e Austria organizzava l'eutanasia dei minorati mentali e fisici (100.000 secondo il tribunale di Norimberga) e proseguito nei campi di [[Treblinka]], [[Sobibor]] e [[Belzec]]<ref>{{Cita web|url=https://www.scienzainrete.it/articolo/luoghi-che-rammentano-tramandano-e-ammoniscono/simonetta-pagliani/2022-01-26|titolo=I luoghi che rammentano, tramandano e ammoniscono|accesso=2022-01-27|lingua=it}}</ref>.
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I [[nazismo|nazisti]], dopo aver utilizzato per le esecuzioni i più svariati metodi, come la morte per gassazione utilizzando automezzi appositamente attrezzati, si servirono all'inizio del [[1944]] dell'essiccatoio della risiera, prima di trasformarlo definitivamente in un [[forno crematorio#storia|forno crematorio]]<ref name="Ts"/><ref name="Gt"/>. L'impianto venne utilizzato per lo smaltimento dei cadaveri a partire dal 6 aprile [[1944]], quando vennero cremati una settantina di cadaveri di ostaggi fucilati il giorno precedente a [[Villa Opicina]]. Vi furono diversi casi, come quelli delle partigiane [[Cecilia Deganutti]] e [[Virginia Tonelli]], in cui i prigionieri furono bruciati vivi.
 
La risiera, oltre ad essere usata come campo di smistamento di oltre 8000 deportati provenienti dalle province orientali destinati agli altri campi di concentramento nazisti ― soprattutto ebrei destinati al [[campo di concentramento di Auschwitz]]<ref name=ANPI/>, fu quindi adoperata in parte anche come luogo di detenzione, tortura ed eliminazione di prigionieri sospettati di attività sovversiva nei confronti del regime nazista e di ebrei considerati “non trasportabili”<ref name=ANPI/>(da 3000 a 5000 vittime)<ref name="ANED">{{Cita web|url=https://deportati.it/lager/risiera/risierasansabba/|titolo=Risiera di San Sabba|sito=ANED|lingua=it|accesso=2023-07-13}}</ref>.<ref>{{Cita|Francesca Longo e Matteo Moder, 2004|pag.62}}.</ref><ref>{{Cita|autori vari, 1990|pag.194}}.</ref><ref>{{Cita|Gabrio De Szombathely, 1994|pag. 184}}.</ref> Alcuni italiani delatori parteciparono attivamente nel segnalare gli ebrei triestini alle autorità naziste: il più conosciuto tra loro è sicuramente Mauro Grini, il quale, servendosi di una rete di collaboratori, consegnò ai nazisti, secondo lo storico Simon Levis Sullam, circa 300 ebrei<ref>{{cita libro|autore=Simon Levis Sullam|titolo=I carnefici italiani. Scene dal genocidio degli ebrei, 1943-1945|editore=Feltrinelli|città=Milano|anno=2015|ISBN=978-88-07-88748-2|p=100-104}}.</ref>.
 
Il forno crematorio e la connessa ciminiera furono abbattuti con esplosivi dai nazisti in fuga nella notte tra il 29 e il 30 aprile [[1945]], nel tentativo di eliminare le prove dei loro crimini, ma sono stati descritti successivamente dai prigionieri testimoni del campo. Tra le rovine furono ritrovate ossa e ceneri umane<ref>Polizia della Venezia Giulia, Divisione criminale investigativa, prot. 13392, Trieste 6/12/1945, Alla Procura di Stato di Trieste.</ref>. Sul medesimo luogo, a ricordo, sorge oggi una struttura commemorativa costituita da una piastra metallica sul posto dove sorgeva il forno crematorio e da una stele che ricorda la presenza della ciminiera.