Giacomo Matteotti: differenze tra le versioni

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Alle [[Elezioni politiche in Italia del 1924|elezioni del 6 aprile 1924]] Matteotti fu rieletto, il PSU raccolse il 5,9% risultando il secondo partito di opposizione dietro il 9% del [[Partito Popolare Italiano (1919)|Partito Popolare Italiano]]. La consultazione si svolse in un grave clima di intimidazione e da ripetute violenze da parte delle [[squadre d'azione]] del [[Partito Nazionale Fascista]], il risultato fu quindi ampiamente favorevole alla lista governativa, con l'elezione di tutti i suoi 356 candidati.
 
Al momento di convalidare le decisioni della [[Giunta delle elezioni]], diversi parlamentari di minoranza segnalarono proteste per le modalità di voto in alcune circoscrizioni ([[Abruzzi]], [[Campania]], [[Calabria]], [[Puglie]] e [[Sicilia]]). Giacomo Matteotti, insieme agli onorevoli [[Enrico Presutti]] e [[Arturo Labriola]] presentarono allora la richiesta per il rinvio degli atti alla Giunta. Il 30 maggio 1924 Matteotti prese la parola alla [[Camera dei deputati del Regno d'Italia|Camera dei deputati]] per contestare i risultati delle [[Elezioni politiche in Italia del 1924|elezioni]] denunciando le violenze, le illegalità e gli abusi commessi dai fascisti per riuscire a vincere le elezioni: {{Citazione|[...] Contestiamo in questo luogo e in tronco la validità delle elezioni della maggioranza. [...] L'elezione secondo noi è essenzialmente non valida, e aggiungiamo che non è valida in tutte le circoscrizioni. [...] Per vostra stessa conferma (''dei parlamentari fascisti'') dunque nessun elettore italiano si è trovato libero di decidere con la sua volontà... [...] Vi è una milizia armata, composta di cittadini di un solo Partito, la quale ha il compito dichiarato di sostenere un determinato Governo con la forza, anche se ad esso il consenso mancasse|Giacomo Matteotti<ref>Il testo integrale è [[s:Italia - 30 maggio 1924, Discorso alla Camera dei Deputati di denuncia di brogli elettorali|disponibile su Wikisource]].</ref>}} Terminato il discorso disse rivolgendosi a [[Giovanni Cosattini]]<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Giacomo Matteotti ucciso dai fascisti il 10-06-1924, il ricordo dei nipoti di Giovanni Cosattini|accesso=24 giugno 2023|url=https://www.youtube.com/watch?v=U_vBU4thqy0}}</ref><ref name="Quartarella a Riano">{{Cita pubblicazione|titolo=Quartarella a Riano: Giovanni Volterra ricorda Cosattini amico di Matteotti - ANPI Flaminia Tiberina|accesso=24 giugno 2023|url=https://www.youtube.com/watch?v=YOmE_dhsEw8}}</ref> seduto accanto a lui, indirettamente ai suoi compagni di partito:{{Citazione|Io, il mio discorso l'ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me.<ref>Citata in [[Emilio Lussu]], ''Marcia su Roma e dintorni'', Einaudi, 1976.</ref><ref>{{cita web|url=http://www.iniziativalaica.it/?p=3056|titolo=Accadde oggi: il delitto Matteotti |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150603134331/http://www.iniziativalaica.it/?p=3056|data=3 giugno 2015}}</ref><ref>Secondo altre fonti, la frase esatta fu «Ed ora preparatevi a farmi l'elogio funebre» rivolta verso l'On. Costantini. {{cita web|url=http://www.plcamagni.it/blogdipier/index.php/riflessioni/cultura/316-luccidete-pure-me-ma-lidea-che-e-in-me-non-lucciderete-mair|titolo=«Uccidete pure me, ma l'idea che è in me non l'ucciderete mai.» |sito=Il Blog di Pier|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110723113551/http://www.plcamagni.it/blogdipier/index.php/riflessioni/cultura/316-luccidete-pure-me-ma-lidea-che-e-in-me-non-lucciderete-mair|data=23 luglio 2011}}</ref><ref>{{cita libro|autore=C. Treves|titolo=Filippo Turati|editore=Avanti!|anno=1945|p=39}}</ref>|}}La proposta di Matteotti di far invalidare l'elezione almeno di un gruppo di deputati - secondo le sue accuse, illegittimamente eletti a causa delle violenze e dei brogli - venne respinta dalla Camera con 285 voti contrari, 57 favorevoli e 42 astenuti<ref>Renzo De Felice, ''Mussolini il fascista'', Einaudi, Torino, 1995, p. 617 n.</ref>. Il 1º giugno ''[[Il Popolo d'Italia]]'' pubblicò in prima pagina un articolo, nel quale era indicato esplicitamente Matteotti come principale oppositore. L'articolo non era firmato, ma fu scritto da Mussolini;<ref>{{cita libro|autore=G. Rossini|titolo=Il delitto Matteotti tra il Viminale e l'Aventino|anno=1966|editore=Il Mulino|città=Bologna|p=465}} È riprodotta la lettera di Carlo Bazzi che, dalla Francia, inviò la prova che Mussolini «ha scritto di suo pugno l'articolo in cui appare il periodo in questione». Per la copia fotografica del manoscritto si veda {{cita web|url=https://patrimonio.archivio.senato.it/inventario/scheda/ufficio-alta-corte-giustizia-e-degli-studi-legislativi/IT-SEN-002-001757/signor-sobrero|titolo=Il signor Sobrero|sito=Senato della Repubblica. Patrimonio dell'Archivio Storico}}</ref> una copia del manoscritto venne conservata dal suo segretario Fasciolo,<ref>{{cita pubblicazione|autore=G. Salvemini|wkautore=Gaetano Salvemini|data=1927-06-09|titolo=Il mandante e il favoreggiatore|rivista=La Libertà|pp=1-2|url=https://www.bibliotecaginobianco.it/flip/LIB/LIB01-0700/}} Contiene riproduzione del documento.</ref> che nel 1926 fu sanzionato proprio per i «documenti di carattere riservato sottratti al Capo del Governo».<ref>{{GURI|Regio Decreto 30 settembre 1926, n. 1745|R|1926-10-19|eli/id/1926/10/19/026U1745/sg|2024-02-10}}</ref>{{citazione|Mussolini ha trovato fin troppo longanime la condotta del governo, perché l'on. Matteotti ha tenuto un discorso mostruosamente provocatorio che avrebbe meritato qualcosa di più tangibile che l'epiteto di "masnada" lanciato dall'on. Giunta.<ref name="PopIta">{{cita news|titolo=Sobrero|rivista=Il Popolo d'Italia|data=1924-06-01|p=1|url=http://teca.bsmc.it/pub/images/materiale_a_stampa/periodico/Popolo%20d%60Italia(Il)/CUB0706991_1924_00006/CUB0706991_1924_00006_087.jpg}}</ref>}}Pochi giorni dopo, il 4 giugno 1924, durante una discussione alla [[Camera dei deputati del Regno d'Italia|Camera]], Matteotti ebbe un battibecco con Mussolini, ricordandogli l'approvazione data nel 1919 da ''Il Popolo d'Italia'' al decreto di amnistia per i disertori.<ref>{{cita web|url=https://storia.camera.it/regno/lavori/leg27/sed006.pdf|titolo=Tornata di mercoledì 4 giugno 1924|sito=Camera dei Deputati|dataaccesso=11 febbraio 2024}}</ref> Prima del suo assassinio si espresse alla Camera: “il nemico è attualmente uno solo, il fascismo. Complice involontario del fascismo è il comunismo. La violenza e la dittatura predicata dall’uno, diviene il pretesto e la giustificazione della violenza e della dittatura in atto dell’altro”<ref>{{Cita libro|titolo=Mussolini il fascista}}</ref>
 
=== L'assassinio ===