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|immagine10=Stolperstein für Ezio Setti (Milano).jpg
|scritta10=<small>QUI ABITAVA</small><br />EZIO SETTI<br /><small>NATO 1887<br />ARRESTATO 11.3.1944<br />DEPORTATO<br />MAUTHAUSEN<br />ASSASSINATO 11.9.1944</small>
|cennibiografici10='''{{sortname|Ezio|Setti|nolink=1}}''' ([[Marco (Rovereto)|Marco]], 18 ottobre 1897 - [[campo di concentramento di Mauthausen|Mauthausen]], 11 settembre 1944), figlio di Sebastiano e Maria Aste, entrambi di sentimenti [[Irredentismo italiano|irredentisti]]. Allo scoppio della [[Prima guerra mondiale|1ª guerra mondiale]], il paese natio viene a trovarsi sulla linea del fronte e deve essere evacuato. La famiglia Setti rifiuta di venire sfollata in [[Boemia]] e sceglie l'esilio in Italia, a Bergamo. Ritornato a Marco nel 1919 ne diventa sindaco<ref>http://www.anpi.it/donne-e-uomini/1729/ezio-setti, consultato 1 aprile 2019</ref> gestendo la ricostruzione del paese. Sposa Veronica Vaccari ed hanno quattro figli. Socialista, con l'avvento del fascismo si trasferisce a Milano con la famiglia. Assunto alla [[Caproni]] di [[Taliedo]] come controllore meccanico, è più volte diffidato dalla [[OVRA|polizia fascista]]. Subito dopo l'[[Proclama_Badoglio_dell'8_settembre_1943|8 settembre 1943]] è attivo nella Resistenza; partecipa allo sciopero generale del 1º marzo 1944. Come altri operai della Caproni, l'11 marzo 1944 è arrestato dai militi della [[Repubblica Sociale Italiana]]; dopo un breve passaggio a San Vittore<ref name="svitt"/>, è inviato alla Caserma Umberto I°<ref name=
|data11=unito
|luogo11=Viale Cirene. 5
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|immagine2=Stolperstein für Giorgio Goldschmiedt (Milano).jpg
|scritta2=<small>QUI ABITAVA</small><br />GIORGIO GOLDSCHMIEDT<br /><small>NATO 1890<br />ARRESTATO 10.12.1943<br />DEPORTATO<br />AUSCHWITZ<br />ASSASSINATO</small>
|cennibiografici2='''{{sortname|Giorgio|Goldschmiedt|nolink=1}}''' ([[Trieste]], 10 marzo 1890 - [[campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]], ???), figlio di Beniamino e Vittoria Schach, sposa '''Jole Camerini'''. Entrambi triestini di cittadinanza italiana, prima dello scoppio della [[Grande Guerra]] si trasferiscono a [[Milano]]. Dal matrimonio nel 1919 nasce un figlio. Dopo l'emanazione delle [[Leggi razziali fasciste|leggi razziali]] del ’38, il figlio Sergio viene mandato a proseguire gli studi in [[Inghilterra]] e da qui nel 1940 emigrerà in [[Brasile]] presso gli zii materni. Nonostante le sollecitazioni dei parenti, i coniugi Goldschmiedt preferiscono rimanere in Italia. Dopo l’[[Proclama_Badoglio_dell'8_settembre_1943|8 settembre 1943]] si nascondono vicino a Varese, in casa dell'avvocato Albrighi, successivamente tentano di passare in Svizzera affidandosi ai contrabbandieri da cui, però, vengono traditi. Sono arrestati a [[Luino]] il 10 dicembre 1943 e carcerati a San Vittore. Da qui con il “Trasporto 24” dal [[binario 21]] della Stazione Centrale<ref name=
|data3=unito
|luogo3=unito
|immagine3=Stolperstein für Jole Camerini Goldschmiedt (Milano).jpg
|scritta3=<small>QUI ABITAVA</small><br />JOLE CAMERINI<br />GOLDSCHMIEDT<br /><small>NATA 1894<br />ARRESTATA 10.12.1943<br />DEPORTATA<br />AUSCHWITZ<br />ASSASSINATA</small>
|cennibiografici3='''{{sortname|Jole|Camerini Goldschmiedt|nolink=1}}''' ([[Trieste]], 10 gennaio 1894 - [[campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]], ???), figlia di Isacco ed Elena Ancona. Moglie di '''Giorgio Goldschmiedt'''. Triestina di cittadinanza italiana come il marito, prima dello scoppio della [[Grande Guerra]] si trasferiscono a [[Milano]]. Dopo l’[[Proclama_Badoglio_dell'8_settembre_1943|8 settembre 1943]] si nascondono vicino a Varese, successivamente tentano di passare in Svizzera affidandosi ai contrabbandieri da cui, però, vengono traditi: arrestati a [[Luino]] il 10 dicembre 1943 e carcerati a San Vittore. Da qui con il “Trasporto 24” dal [[binario 21]] della Stazione Centrale<ref name=
|data4=17 gennaio 2020
|uniscidata4=2
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|immagine11=Stolperstein für Rebecca_Yohai_Varon_(Milano).jpg
|scritta11=<small>QUI ABITAVA</small><br />REBECCA<br />YOHAI VARON<br /><small>NATA 1882<br />ARRESTATA 5.12.1943<br />DEPORTATA<br />AUSCHWITZ<br />ASSASSINATA 6.2.1944</small>
|cennibiografici11='''{{sortname|Rebecca|Yohai Varon|nolink=1}}''' ([[Gallipoli (Turchia)|Gallipoli]] (Turchia), 8 aprile 1882 - [[Campo_di_concentramento_di_Auschwitz|Auschwitz]], 6 febbraio 1944), figlia di Haim e di Signurù Varon. Moglie di '''Moisè Varon''', avrà due figli: '''Signurù''', omonima della nonna materna e Vitali. Trasferitasi con marito e figli a Milano in data incerta, è con essi arresta il 5 dicembre 1943, detenuta a San Vittore, il 30 gennaio 1944 deportata con il “Trasporto 24”, partito dal [[Binario 21]] della stazione centrale<ref name=
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|luogo12=unito
|immagine12=Stolperstein für Signuru'_Varon_(Milano).jpg
|scritta12=<small>QUI ABITAVA</small><br />SIGNURU' VARON<br /><small>NATA 1914<br />ARRESTATA 5.12.1943<br />DEPORTATA<br />AUSCHWITZ<br />ASSASSINATA</small>
|cennibiografici12='''{{sortname|Signurù|Varon|nolink=1}}''' ([[Gallipoli (Turchia)|Gallipoli]] (Turchia), 23 gennaio 1914 - ???), figlia di'''Moisè''' e '''Rebecca Yohai''' con la famiglia è arrestata il 5 dicembre 1943, detenuta a San Vittore, il 30 gennaio 1944 deportata con il “Trasporto 24”, partito dal [[Binario 21]] della stazione centrale<ref name=
|data13=unito
|luogo13=Via Carcano, 5
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