Requiem (Mozart): differenze tra le versioni

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La composizione del ''Requiem'' è però ancora oggi legata a circostanze velate di mistero.<ref name=Wolff/> L'opera è collegata alla controversa [[Wolfgang Amadeus Mozart#Malattia e morte|vicenda della morte del suo autore]], avvenuta il giorno successivo alla stesura delle parti vocali del ''Domine Jesu'' e ''Hostias''. Subito dopo la sua morte apparvero le prime leggende e numerosi aneddoti.
 
La versione più notaaccreditata è quella del "messaggero sconosciuto"<ref>{{Cita web|url=https://aelarsen.wordpress.com/2015/06/14/amadeus-strange-but-true/|titolo=Amadeus: Strange but True|autore=aelarsen|sito=An Historian Goes to the Movies|data=2015-06-14|lingua=en|accesso=2024-06-30}}</ref> che, con una lettera senza firma e provvista di sigillo, nell'estate del 1791 commissionava al musicista una messa funebre. Il fatto sarebbe stato testimoniato da [[Constanze Mozart|Constanze]], la moglie di Mozart, a cui il compositore confidò l'occasione e il motivo dell'incarico. Seguendo il suo consiglio il musicista accettò la commissione in cambio di un certo compenso, senza però poter stabilire una data certa per la consegna.<ref>[[Franz Xaver Niemetschek]], ''Mozart'', ed. it. di Giorgio Pugliaro, Torino, EDT, 1990</ref> Si parlò anche di una lettera, scritta in lingua italiana, inviata da Mozart a [[Lorenzo da Ponte]] dove il musicista si diceva ossessionato dalla figura sconosciuta che gli aveva commissionato un "canto funebre", lavoro che egli doveva assolutamente terminare; la lettera si rivelò poi un falso.<ref name="Wolff" /> Il messaggero sconosciuto era, secondo ricostruzioni storiche ben fondate,<ref name="Wolff" /> un impiegato dello studio legale del conte [[Franz von Walsegg]] di Stuppach, musicista dilettante, proprietario di una cappella privata dove era solito eseguire composizioni non sue, ma che faceva arbitrariamente passare per proprie. Volendo commemorare la giovane moglie, contessa Anna Edlen von Flammberg, morta il 14 febbraio, decise di commissionare a Mozart, per la somma di cinquanta ducati, un ''Requiem'' che avrebbe poi spacciato per suo.<ref name="Vlad" />
=== Le leggende ===
Soprattutto nel periodo [[Romanticismo|romantico]] si divulgarono numerose storie e leggende riguardo la genesi dell'ultimo lavoro mozartiano, legate proprio alla prematura morte dell'autore che avvolse di fascino misterioso la vicenda.<ref name=Quattrocchi>[https://www.flaminioonline.it/Guide/Mozart/Mozart-Requiem.html Arrigo Quattrocchi, Mozart, Requiem in Re minore]</ref>
 
La versione più nota è quella del "messaggero sconosciuto" che, con una lettera senza firma e provvista di sigillo, nell'estate del 1791 commissionava al musicista una messa funebre. Il fatto sarebbe stato testimoniato da [[Constanze Mozart|Constanze]], la moglie di Mozart, a cui il compositore confidò l'occasione e il motivo dell'incarico. Seguendo il suo consiglio il musicista accettò la commissione in cambio di un certo compenso, senza però poter stabilire una data certa per la consegna.<ref>[[Franz Xaver Niemetschek]], ''Mozart'', ed. it. di Giorgio Pugliaro, Torino, EDT, 1990</ref> Si parlò anche di una lettera, scritta in lingua italiana, inviata da Mozart a [[Lorenzo da Ponte]] dove il musicista si diceva ossessionato dalla figura sconosciuta che gli aveva commissionato un "canto funebre", lavoro che egli doveva assolutamente terminare; la lettera si rivelò poi un falso.<ref name=Wolff/> Il messaggero sconosciuto era, secondo ricostruzioni storiche ben fondate,<ref name=Wolff/> un impiegato dello studio legale del conte [[Franz von Walsegg]] di Stuppach, musicista dilettante, proprietario di una cappella privata dove era solito eseguire composizioni non sue, ma che faceva arbitrariamente passare per proprie. Volendo commemorare la giovane moglie, contessa Anna Edlen von Flammberg, morta il 14 febbraio, decise di commissionare a Mozart, per la somma di cinquanta ducati, un ''Requiem'' che avrebbe poi spacciato per suo.<ref name=Vlad/>
 
Anche [[Stendhal]], in ''[[Vite di Haydn, Mozart e Metastasio]]'' (1815), parla di un anonimo committente che si presentò alla sua porta nel cuore della notte con una maschera, un mantello scuro, aria lugubre e una borsa contenente danari: questi incaricò Mozart, malato e caduto in miseria, di comporre in quattro settimane una messa di requiem, dietro compenso di cinquanta [[ducato (moneta)|ducati]]. Secondo Stendhal, Mozart tentò di scoprire chi fosse il misterioso committente. Quando le forze cominciarono a mancargli per il duro lavoro e si rese conto di non riuscire ad identificare l'uomo, il compositore si convinse che il committente fosse un emissario dell'aldilà che lo avesse incaricato in realtà di scrivere la messa di requiem per se stesso. Inoltre, allo scadere delle quattro settimane, l'uomo si presentò per ritirare la composizione, che però Mozart non aveva ancora completato. Nonostante i sospetti del musicista, gli offrì altri cinquanta ducati e altre quattro settimane di tempo: inutili, poiché Mozart morirà lasciando l'opera incompiuta. Le ipotesi di Stendhal non si allontanano molto da quanto è poi stato riscontrato con ulteriori indagini che hanno portato a una ricostruzione degli avvenimenti.
 
=== Le leggende ===
Soprattutto nel periodo [[Romanticismo|romantico]] si divulgarono numerose storie e leggende riguardo la genesi dell'ultimo lavoro mozartiano, legate proprio alla prematura morte dell'autore che avvolse di fascino misterioso la vicenda.<ref name="Quattrocchi">[https://www.flaminioonline.it/Guide/Mozart/Mozart-Requiem.html Arrigo Quattrocchi, Mozart, Requiem in Re minore]</ref>
 
Una celebre ma totalmente infondata leggenda vuole che sia stato il musicista italiano [[Antonio Salieri]], invidioso del talento di Mozart, ad aggravare il deperimento del già malato collega avvelenandolo. La vedova, dopo la morte di Mozart, sostenne e avvalorò la diceria. Al di là della leggenda, il fatto che Salieri, compositore già allora celebre e riverito, potesse essere invidioso di un musicista squattrinato e male in arnese quale era Mozart era molto improbabile.<ref name="Mila">Massimo Mila, ''Wolfgang Amadeus Mozart'', Pordenone, Studio Tesi, 1980</ref> Questo racconto fu alla base del dramma in versi ''[[Mozart e Salieri (opera teatrale)|Mozart e Salieri]]'' (1830) di [[Aleksandr Sergeevič Puškin|Aleksander Puškin]], messo poi in musica da [[Nikolaj Rimskij-Korsakov]] nell'[[Mozart e Salieri (opera)|opera omonima]], e ripreso negli [[anni 1970|anni settanta]] da [[Peter Shaffer]] nell'opera teatrale ''[[Amadeus (opera teatrale)|Amadeus]]'' (1978) da cui [[Miloš Forman]] ha tratto il suo film ''[[Amadeus (film)|Amadeus]]'' (1984).