Etna (pirocorvetta): differenze tra le versioni
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[[Scafo]] in [[legno]] con [[carena]] ricoperta di [[rame]], la pirocorvetta, armata con 12 [[cannone|cannoni]], aveva, oltre all’apparato propulsivo a [[vapore]], tre [[albero (vela)|alberi]] a [[vela quadra|vele quadre]]<ref name="marinamilitare"/><ref name="agenziabozzo"/>.
Nella sua vita operativa l<nowiki>'</nowiki>''Etna'' non partecipò ad operazioni di particolare rilievo. Il 23 aprile 1864, nel corso di torbidi e [[rivolta|rivolte]] in [[Tunisia]], la nave lasciò [[La Spezia]] diretta a [[Susa (Tunisia)|Susa]], per proteggere la locale [[italo-tunisini|comunità italiana]]: l’unità arrivò nel [[porto]]
Nel 1866, durante la [[Terza guerra d'indipendenza italiana|terza guerra d’indipendenza]], la corvetta, al comando del [[capitano di fregata]] [[Ferdinando Acton]]<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/ferdinando-acton_(Dizionario_Biografico)/ Ferdinando Acton in Dizionario Biografico – Treccani<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, operò nel [[canale d'Otranto]] con compiti di [[esplorazione]]<ref>http://www.marinai.it/contatti/actona.pdf</ref>, e durante le operazioni contro l’[[isola]] di [[Lissa (isola)|Lissa]] (17-20 luglio 1866) disimpegnò servizio di [[nave ausiliaria]] ripetitrice di segnali per conto della II Squadra ([[nave|navi]] in legno, al comando del [[viceammiraglio]] [[Giovan Battista Albini]]) dell’Armata Navale<ref name="etna"/>. Non presente alla tristemente nota [[battaglia di Lissa (1866)|battaglia di Lissa]], il 20 luglio 1866, fu poi dislocata a [[Brindisi]], da dove per il resto del conflitto operò nel [[Adriatico meridionale|Basso Adriatico]] a contrasto del [[contrabbando]] di guerra<ref name="etna"/>. Venne poi disarmata per alcuni mesi<ref name="etna"/>.
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