Trattato di Devol: differenze tra le versioni

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Con esso si intendeva porre il [[Principato d'Antiochia]] in posizione di [[vassallo|vassallaggio]] rispetto all’[[Impero bizantino]], ma non fu immediatamente applicato.
 
All’inizio della [[Prima crociata]] gli eserciti [[Crociata|Crociati]] si riunirono a [[Costantinopoli]] e promisero di restituire all’Impero bizantino ogni territorio che avessero conquistato. Tuttavia Boemondo, figlio del vecchio nemico di Alessio, [[Roberto il Guiscardo]], reclamò per se stesso il [[Principato d'Antiochia]]. Alessio non riconobbe la legittimità del Principato e Boemondo tornò in Europa a cercare rinforzi, poi si lanciò in una guerra aperta contro Alessio, ma fu presto costretto ad arrendersi e a negoziare con Alessio nell’accampamento imperiale a Diabolis (Devol) nell'odierna Allbania[[Albania]], dove il trattato fu sottoscritto.
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Secondo i termini del trattato, Boemondo accettò di divenire vassallo dell’Imperatore e di difendere l’Impero quando necessario.
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La questione di Antiochia e delle adiacenti città della Cilicia turbarono l’Impero per molti anni.
Il trattato di Devol non fu mai applicato ma fornì le basi legali dei negoziati tra bizantini e Crociati per i successivi trent’anni e per le pretese imperiali su Antiochia durante i regni di [[Giovanni II Comneno|Giovanni II]] e [[Manuele I Comneno|Manuele I]].<ref name="B46"/><ref>{{Cita|Lilie|p. 34}}</ref>
Giovanni II tentò di imporre la sua autorità nel [[1137]], movendomuovendo verso Antiochia con il suo esercito ed assediando la città.<ref name="Norwich77">{{Cita|Norwich|p. 77}}</ref>
I cittadini di Antiochia tentarono di negoziare, ma Giovanni chiese la resa incondizionata della città.<ref name="Norwich78">{{Cita|Norwich|p. 78}}</ref>
Dopo aver ottenuto l’autorizzazione del re di Gerusalemme, [[Folco V d'Angiò|Folco]], il Principe di Antiochia [[Raimondo di Poitiers|Raimondo]] aprì le porte della città a Giovanni.<ref name="Norwich78" />