Dulce Chacón: differenze tra le versioni
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== Biografia e orientamento letterario ==
Nacque in una famiglia benestante e conservatrice di Zafra. La madre apparteneva ad una famiglia "aristocratica, di destra e del bando nacional"<ref>''Bando Nacional'' era il nome con cui si autodefirono gli insorti che dopo la vittoria elettorale del Fronte Popolare promossero il colpo di stato del luglio 1936 che avrebbe portato alla guerra civile spagnola (1936-1939). </ref>. Suo padre, Antonio Chacón, sindaco di Zafra durante la [[dittatura di Franco]], era conosciuto anche come poeta, e trasmise a Dulce, fin da bambina, l'amore per la letteratura.<ref>{{Cita web|url=http://lagavillaverde.org/Paginas/CertamenDulceChacon/mujeractual_DULCE_CHAC%C3%93N.htm|titolo=Entrevista a Dulce Chacón|autore=Vicente Alapont|sito=Mujeractual|lingua=
Il padre morì quando Dulce aveva solamente 11 anni. L'anno seguente la madre, María Gutiérrez, andò a vivere con tutta la famiglia a [[Madrid]]. Dulce e Inma, sua sorella gemella, studiarono in un convitto, e fu lì che Dulce cominciò a scrivere poesie, cercando attraverso di esse di evadere dalla difficile situazione personale. Le letture adolescenziali dei poeti [[Paul Celan|Celan]], [[Rainer Maria Rilke|Rilke]], [[César Vallejo]] e José Angel Valente, influenzarono molto il suo stiile poetico.<ref name=":2">{{Cita web|url=http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/dulce-chacon/|titolo=Dulce Chacon|autore=Francesca Mussari|sito=Enciclopedia delle donne|accesso=14 ottobre 2016}}</ref> Altre influenze più tarde furono Félix Grande, per quanto riguarda la poesia, [[Julio Llamazares]], Luis Landero e [[José Saramago]], per la narrativa. Con questi ultimi, così come con la moglie di Saramago, Pilar del Río, strinse un grande rapporto di amicizia.
Anche se cominciò a scrivere molto presto, pubblicò il suo primo libro, la raccolta di poesie ''Querrán ponerle nombre'', solo nel 1992. Seguirono due opere poetiche, ''Las palabras de la piedra'' (1993) e ''Contra el desprestigio de la altura'' (1995). Con quest'ultima pubblicazione, Dulce Chacón vinse il suo primo premio, il Ciudad de Irún.<ref name=":2" /> Successivamente, si dedicò alla scrittura di romanzi. Nel 1996 pubblicó ''Algún amor que no mate'', che narra la storia di una donna maltrattata dal marito.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Lucía I. Llorente|titolo=Voces narrativas en Algún amor que no mate|rivista=Espéculo. Revista de estudios literarios.|editore=Universidad Complutense de Madrid
Il 1998 fu un anno molto intenso per Dulce: pubblicó ''Matadora'', biografia di Cristina Sánchez, la prima torera spagnola della storia, mise in scena la sua prima opera teatrale, ''Segunda mano,'' e pubblicò il suo terzo romanzo, ''Háblame, musa, de aquel varón''. In quest'opera, l'autrice riprende alcuni dei temi cardine di ''Algún amor que no mate'', come per esempio la violenza domestica, includendo inoltre altre forme di intolleranza come la [[xenofobia]].<ref name=":2" /> Con ''Háblame'', Chacón chiude una trilogia sulla mancanza di comunicazione all'interno dei rapporti di coppia.
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Nel 1999 scrive una nuova raccolta di poesie, ''Matar al ángel'' (1999) e nello stesso anno pubblica ''Cielos de barro'', romanzo ambientato nell'[[Estremadura]] del dopoguerra, che presenta all'edizione del premio Azorín del 2000 con lo pseudonimo "Hache". Il romanzo, dedicato al padre Antonio Chacón, riceverà il primo premio. Il titolo le era stato suggerito dallo scrittore Julio Llamazares.
Il suo romanzo successivo, ''La voz dormida (Le ragazze di Ventas)'', viene pubblicato nel 2002. Dulce aveva cominciato a raccogliere materiale per questo libro prima della pubblicazione di ''Matar al ángel'' y ''Cielos de barro'', ma impiegò quattro anni per terminarlo. In questo romanzo, si concentrò principalmente sugli anni difficili del dopoguerra, narrando le testimonianze di donne vittime del regime franchista durante gli anni quaranta, raccolte in interviste fatte in tutta la Spagna.<ref>{{Cita web|url=http://mujeractual.com/mactual/entrevistas/chacon/index3.html|titolo=Entrevista a Dulce Chacón|sito=Mujeractual|lingua=
[[File:Castañodulcechacon.jpg|miniatura|Castagno nella serra di [[El Torno (Spagna)|El Torno]], dove sono state sepolte le ceneri di Dulce Chacòn]]
La carriera di Dulce Chacón terminò improvvisamente con la sua morte, avvenuta il 3 dicembre del 2003 a causa di un cancro al pancreas, diagnosticatole un mese prima<ref name=":0">{{Cita web|url=http://elpais.com/diario/2003/12/04/cultura/1070492414_850215.html|titolo=Dulce Chacón pierde su batalla contra la muerte}}</ref>. Le sue ceneri furono depositate a Zafra, dove nacque, insieme ai resti del padre Antonio Chacón<ref>{{Cita news|lingua=
== Impegno sociale e politico ==
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Il 17 febbraio 2005, venne concesso a Dulce Chacón il titolo postumo di figlia prediletta della sua città natale. Una piazza e un premio letterario vennero istituiti a suo nome.Nel 2003 la località madrilena di Brunete, dove l'autrice viveva, istituì il "Premio Letterario del Romanzo Breve Dulce Chacón".<ref name=":1" />
Nel 2009, il gruppo rock spagnolo [[Barricada]] pubblicò il libro-CD ''La tierra está sorda'', con 18 canzoni collegate alla repressione franchista. Il leader del gruppo Enrique Villarreal «El Drogas» dichiarò che fu la lettura de ''Le ragazze di Ventas'' a spingerlo a comporle.<ref>{{cita web | url=http://musica.terra.es/articulo/barricada-sordera-historica-6626.htm |
L'istituto di educazione secondaria de [[La Garrovilla]] (Badajoz) nel 2005 venne rinominato ''I.E.S.O. Dulce Chacón'' per ricordare la scrittrice.<ref>{{cita web |url= http://iesodulcechacon.juntaextremadura.net/index.php?option=com_samsitemap&Itemid=153|
== Opere ==
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== Bibliografia==
* {{Cita libro |autore=Garber Alexandra |capitolo=Dulce Chacòn|
* {{cita pubblicazione | nome=Inma Civico|cognome=Lyons |titolo=Writing Gender in Revolutionary Times: Male Identity and Ideology in Dulce Chacón's La voz dormida. |rivista=Hispania |volume=92 |numero=3 |anno=2009 |pp=465-475 |lingua=inglese }}
* {{cita pubblicazione | nome=M.Edurne |cognome=Portela |titolo= El espectro y la memoria en Cielos de barro de Dulce Chacón |rivista=Anales de la Literatura Española Contemporánea |volume=36 |numero=1 |anno=2011 |pp=187-207| lingua=
* {{cita pubblicazione | nome=Carmen |cognome=Serven |titolo=The narrative of Dulce Chacon: Memory of the losers |volume=182 |numero=721 |anno=2006 |pp=583-591 |lingua=
*{{cita pubblicazione | nome=Verónica |cognome=Tienza-Sánchez |titolo=Especificidad sexual revisitada: Creación de cuerpos femeninos con poder en las obras de Dulce Chacón, Lucía Etxebarría y Najat El Hachmi|rivista=Letras Hispanas: Revista de Literatura y Cultura|volume=8 |numero=1 |anno=2012 |pp=129-140 |lingua=
*{{Cita libro |autore=Vidhall Martin |capitolo=Dulce Chacòn|
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