Logica: differenze tra le versioni
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== Origine del termine ==
Il termine λογικός (loghikòs) compare in tutta la [[storia della filosofia antica]] precedente (da [[Eraclito]] a [[Zenone di Elea]], dai [[sofisti]] a [[Platone]]) e
Dopo Aristotele nella scuola stoica i termini ἡ λογική (τέχνη) (''e loghiké tékne''), τὰ λογικά (''tà loghikà'') assumono il significato tecnico di «teoria del giudizio e della conoscenza» intendendo non solo la [[gnoseologia]] ma anche la struttura formale del pensiero. Ed è con questo ultimo valore di organizzazione scientifica delle leggi che assicurano non la verità, ma la correttezza del pensiero, che Aristotele si dedicò alla elaborazione della logica, termine che non è mai stato da lui utilizzato<ref>''Enciclopedia Treccani'' alla voce "Logica"</ref>.
Alla logica aristotelica fu attribuito anche il termine di "[[Organon]]" (strumento) che si ritrova invece per la prima volta in [[Andronico di Rodi]] (I secolo a.C.) e ripreso da [[Alessandro di Afrodisia]] (II-III secolo d.C.)<ref>Franco Volpi, ''Dizionario delle opere filosofiche'', Pearson Italia S.p.a., 2000 p.78</ref> che lo riferì agli scritti aristotelici che hanno come tema l'Analitica che è il termine che usa propriamente Aristotele per indicare la risoluzione ("analisi" dal [[lingua greca|greco]] ἀνάλυσις - analysis- derivato di ἀναλύω - analyo - che vuol dire "scomporre, risolvere nei suoi elementi") del ragionamento nei suoi elementi costitutivi.
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