Dorsale indiana sudoccidentale: differenze tra le versioni

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La differenza tra le velocità di accrescimento delle varie sezioni è testimonianza del fatto che la dorsale non divide due placche rigide ma che la placca a nord, una tempo considerata essere una singola placca, la [[placca africana]], è in realtà divisa in tre parti diverse, da est a ovest: la placca nubiana, la [[placca di Lwandle]] e la [[placca somala]].<ref>{{Cita pubblicazione | cognome1 = DeMets | nome1 = C. | cognome2 = Gordon | nome2 = R. G. | cognome3 = Argus | nome3 = D. F. | titolo = Geologically current plate motions| anno = 2010 | rivista = Geophysical Journal International | volume = 181 | numero = 1 | pp= 1–80 | url = http://topex.ucsd.edu/geodynamics/morvel.pdf | accesso = 24 febbraio 2017 | doi=10.1111/j.1365-246x.2009.04491.x}}</ref>
 
Esiste quindi un margine di placca esteso e con velocità di accrescimento bassissima<ref>{{Cita pubblicazione | cognome1 = Chu | nome1 = D. | cognome2 = Gordon | nome2 = R. G. | titolo = Evidence for motion between Nubia and Somalia along the Southwest Indian Ridge | anno = 1999 | rivista = Nature | volume = 398 | numero = 6722 | pp= 64–67 | url = https://www.researchgate.net/profile/Richard_Gordon6/publication/32009302_Shu_D.__Gordon_R._G._Evidence_for_motion_between_Nubia_and_Somalia_along_the_Southwest_Indian_Ridge._Nature_398_64-66/links/53f4beea0cf2888a74911699.pdf | accesso = 24 febbraio 2017 | doi = 10.1038/18014}}</ref> tra la placca nubiana e la placca somala che arriva a comprendere anche la placca di Lwandle, la definizione dei cui margini è comunque ancora oggetto di studi. Nella regione in cui questo margine di placca si congiunge con la dorsale indiana sudoccidentale si ha la formazione di una tripla giunzione estesa (o "diffusa") tra le placche nubiana, somala (o forse quallaquella di Lwandle) e antartica. Questa tripla giunzione, che si stima sia situata ad una longitudine compresa tra i 26°E e i 32°E o ad ovest della faglia trasforme di Andre Bain, rappresenta anche l'estremità meridionale del [[sistema di rift dell'Africa orientale]].<ref>{{Cita pubblicazione | cognome1 = Horner-Johnson | nome1 = B. C. | cognome2 = Gordon | nome2 = R. G. | cognome3 = Cowles | nome3 = S. M. | cognome4 = Argus | nome4 = D. F. | titolo = The angular velocity of Nubia relative to Somalia and the location of the Nubia—Somalia–Antarctica triple junction | anno = 2005 | rivista = Geophysical Journal International | volume = 162 | numero = 1 | pp= 221–238 | url = http://gji.oxfordjournals.org/content/162/1/221.full.pdf+html | formato = pdf | accesso = 24 febbraio 2017 | doi = 10.1111/j.1365-246X.2005.02608.x}}</ref>
 
=== Rocce giurassiche ''in situ'' ===
Alcune rocce prelevate 60&nbsp;km a sud della dorsale nel 2010 sono state datate, grazie all'analisi degli [[zircone|zirconi]] presenti nei campioni di [[diorite]] e [[gabbro]], a circa 180 milioni di anni fa.<ref name="Cheng-2016-samples">{{Cita pubblicazione | cognome1 = Cheng | nome1 = H. | cognome2 = Zhou | nome2 = H. | cognome3 = Yang | nome3 = Q. | cognome4 = Zhang | nome4 = L. | cognome5 = Ji | nome5 = F. | cognome6 = Dick | nome6 = H. | titolo = Jurassic zircons from the Southwest Indian Ridge | anno = 2016 | rivista = Scientific Reports | volume = 6 | url = http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4869104/pdf/srep26260.pdf | accesso = 24 febbraio 2017 | doi = 10.1038/srep26260 | pmid=27185575 | pmc=4869104 | pp=26260}}</ref> Una simile età le farebbe risalire alla rottura della [[Gondwana]], all'apertura dell'[[Oceano Indiano]] e alla formazione della [[grande provincia ignea di Karoo-Ferrar]] (179-183 milioni di anni fa), in netto contrasto con la datazione del fondale oceanico circostante la dorsale, che, a quelle distanze, risale invece al [[Neogene]].
 
Per spiegare la presenza di tali rocce, è stata avanzata l'ipotesi che esse potessero essere state trasportate nel luogo di ritrovamento da fattori esterni quali [[tsunami]] o [[iceberg]] che, una volta sciolti, avrebbero fatto sì che le loro inclusioni si sedimentassero sul fondale, tale ipotesi è stata però scartata dato il fatto che la dorsale è piuttosto distante dai margini continentali e che rocce simili sono state trovate anche nei pressi della [[dorsale medio atlantica]]. Se le rocce fossero provenute dallo sciogliomentoscioglimento di iceberg, inoltre, avrebbero mostrato segni di arrotondamento. Un'altra ipotesi che vedeva quelle rocce come provenienti direttamente dal [[mantello terrestre]] è stata scartata poiché in quel caso esse avrebbero perso la maggior parte dei loro [[Geochimica isotopica#Geochimica degli isotopi del piombo|isotopi di piombo]].<ref name="Cheng-2016-samples"/>
 
Una possibile spiegazione potrebbe essere data tenendo conto della [[circolazione idrotermale]] nelle dorsali oceaniche la quale può trasportare rocce intrusive all'interno del mantello superficiale. Durante la frattura della [[Gondwana]], il vulcanismo correlato alla formazione della grande provincia ignea di Karoo portò alla formazione di rocce intrusive all'interno della crosta pan-Africana ed è possibile che proprio queste rocce siano poi state trasportate anche fino alla dorsale indiana sudoccidentale. Ciò sarebbe stato possibile anche grazie al fatto che il mantello sottostante la dorsale, vista la bassissima velocità di crescita di quest'ultima, dovrebbe essere particolarmente freddo e questo potrebbe aver preservato le suddette rocce dalla fusione.<ref name="Cheng-2016-samples" />
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Nel tratto di dorsale tra la faglia del Principe Edoardo e la faglia Atlantis II (35°E–57°E), è presente una segmentazione piuttosto irregolare e la direzione della principali faglie trasformi aumenta sempre di più il suo carattere nord-sud; rilevazioni sulle anomalie magnetiche del bacino del Mozambico hanno rivelato che proprio quella è stata la direzione di accrescimento dominante nella dorsale negli ultimi 80 milioni di anni.<ref>{{Cita pubblicazione | cognome1 = Fisher | nome1 = R. L. | cognome2 = Sclater | nome2 = J. G. | titolo = Tectonic evolution of the Southwest Indian Ocean since the Mid?Cretaceous: plate motions and stability of the pole of Antarctica/Africa for at least 80 Myr | anno = 1983 | rivista = Geophysical Journal International | volume = 73 | numero = 2 | pp= 553–576 | url = http://gji.oxfordjournals.org/content/73/2/553.full.pdf+html | formato = pdf | accesso = 24 febbraio 2017 | doi = 10.1111/j.1365-246X.1983.tb03330.x }}</ref>
 
Il tratto di dorsale compreso tra la faglia di Indomed (47°E) e la faglia di Gallieni (52°E) è meno profondo e ha un apporto di magma superiore rispetto ai tratti adiacenti, in questa sezione inoltre la crosta è più spessa e il mantello sottostante più caldo. Ciò si ritiene essere dovuto all'interazione con il punto caldo di Crozet, il cui magmantismomagmatismo ha anche dato origine, 10 milioni di anni fa, all'omonimo plateau di Crozet. Sebbene la distanza tra il punto caldo e la dorsale sia di oltre 1.000&nbsp;km (in genere si ritiene insignificante l'interazione tra punti caldi e dorsali distanti più di 500&nbsp;km) e sebbene tra la dorsale e il punto caldo non sia presente nessuna catena vulcanica, tale ipotesi è stata ritenuta valida basandosi sul fatto che sia il [[punto caldo delle Kerguelen]] che il [[punto caldo di Riunione]] interagiscono con la [[dorsale indiana sudorientale]] e la [[dorsale medio-indiana]] attraverso distanze simili e sull'ipotesi che le placche più vecchie di 25 milioni di anni possano risultare troppo spesse perché i [[mantle plume]] possano penetrarle. Quest'ultimo assunto spiegherebbe l'assenza tra il punto caldo di Crozet e la dorsale indiana occidentale di una catena vulcanica, presente invece nei sopracitati casi dei punti caldi delle Kerguelen e di Riunione.<ref>{{Cita pubblicazione | cognome1 = Sauter | nome1 = D. | cognome2 = Cannat | nome2 = M. | cognome3 = Meyzen | nome3 = C. | cognome4 = Bezos | nome4 = A. | cognome5 = Patriat | nome5 = P. | cognome6 = Humler | nome6 = E.| cognome7 = Debayle | nome7 = E. | titolo = Propagation of a melting anomaly along the ultraslow Southwest Indian Ridge between 46° E and 52°20' E: interaction with the Crozet hotspot? | anno = 2009 | rivista = Geophysical Journal International | volume = 179 | numero = 2 | pp= 687–699| url = http://gji.oxfordjournals.org/content/179/2/687.full.pdf+html | formato = pdf | accesso = 24 febbraio 2017 | doi = 10.1111/j.1365-246X.2009.04308.x }}</ref>
 
Il tratto di dorsale tra la faglia di Gallieni (52°E) e la faglia di Melville (60°E) era originariamente perpendicolare alla direzione di accrescimento con rare e piccole deviazioni, circa 40 milioni di anni fa però una rotazione oraria della suddetta direzione di accrescimento causò la formazione di una forte segmentazione e quindi di tutta una serie di faglie, trasformi e non, equidistanti tra cui la già citata faglia trasforme Atlantis II, che da allora ha continuato a crescere.<ref>{{Cita pubblicazione | cognome1 = Baines | nome1 = A. G. | cognome2 = Cheadle | nome2 = M. J. | cognome3 = Dick | nome3 = H. J. | cognome4 = Scheirer | nome4 = A. H. | cognome5 = John | nome5 = B. E. | cognome6 = Kusznir | nome6 = N. J.