Lucio Anneo Seneca: differenze tra le versioni

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Dopo essere tornato da un viaggio in Egitto, nel [[31]] iniziò l'attività forense e la carriera politica (divenne dapprima [[Questore (storia romana)|questore]] ed entrò a far parte del Senato) godendo di una notevole fama come oratore, al punto di far ingelosire l'imperatore [[Caligola]], che nel [[39]] lo voleva eliminare, soprattutto per la sua concezione politica rispettosa delle libertà civili. Si salvò grazie ai buoni uffici di un'amante del ''princeps'', la quale affermava che comunque sarebbe morto presto a causa della sua salute.
 
Due anni dopo, nel [[41]], il successore di [[Caligola]], [[Claudio]], istigato dalla moglie [[Valeria Messalina]], lo condannò all'esilioalla relegazione in [[Corsica]] con l'accusa di adulterio con la giovane [[Giulia Livilla (figlia di Germanico)|Giulia Livilla]], sorella di [[Caligola]].
 
In Corsica Seneca restò fino al [[49]], quando [[Agrippina minore]], nipote e moglie di Claudio dopo l'esecuzione di Messalina, riuscì ad ottenere il suo ritorno dall'esilio e lo scelse come tutore del figlio [[Nerone]]. Secondo [[Tacito]] sarebbero tre i motivi che spinsero Agrippina a questo: l'educazione di suo figlio, attirarsi le simpatie dell'opinione pubblica (Seneca era considerato uomo di grande cultura) e avere stretti rapporti con lui per riuscire ad impadronirsi del potere.