Jim Morrison: differenze tra le versioni
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|contenuto={{Citazione|Il cinema, erede dell'alchimia, ultimo di una scienza erotica.|Jim Morrison}}
Oltre che cantante, Jim fu un discreto regista. Si dice che la sua passione per il cinema nacque nel [[1955]], quando, dodicenne, andò a vedere [[James Dean]] in ''[[Gioventù bruciata]]'', celebre film di [[Nicholas Ray]] sull'irrequietezza giovanile. Fu infatti il primo film menzionato nei suoi taccuini, dove si fa cenno anche al ''[[Il gigante (film)|Gigante]]'', il film successivo di Dean<ref name="sd06"/>. È possibile anche una certa influenza del cinema [[western]], che imperversava in [[Stati Uniti d'America|America]] in quegli anni. La sua prima poesia, ''Pony Express'', andata perduta, pare fosse ispirata a un [[western]] che Jim aveva visto ad [[Alameda (Stati Uniti d'America)|Alameda]]. Nel [[1961]] cominciò a frequentare il Contemporary, un caffè [[beatnik]] a sud di [[Clearwater (Florida)]] che proponeva film di grandi registi europei ([[Ingmar Bergman|Bergman]], [[Jean-Luc Godard|Godard]], [[Roger Vadim|Vadim]] e [[Robert Frank|frank]]. <br/>
Nel [[1963]], Jim si iscrisse al Corso di Cinema dell'[[UCLA|Università di Los Angeles]], una materia del tutto nuova per quegli anni, che comprendeva il cinema d'autore, la [[Nouvelle Vague]] francese, d'[[Cinema d'avanguardia|avanguardia]], [[Cultura underground|underground]] e [[Cinema sperimentale|sperimentale]]. Tra i docenti vi era anche il leggendario regista austriaco [[Josef von Sternberg|Sternberg]], che Morrison adorava per il suo film ''Anathan'', girato in [[Giappone]] nel [[1954]]; dichiarò in un'intervista: "Mi piace quel film perché è davvero realistico. Per me i film devono essere totalmente artificiali e surreali, oppure totalmente reali e documentaristici. Più sono all'estremo di una delle due tendenze, meglio è". Fra i compagni di corso, figurava anche [[Francis Ford Coppola|F.F. Coppola]]. Tuttavia, la prova per la tesi di Jim non fu brillante, e la pellicola originale fu buttata via, pare, da un giovane assistente universitario, [[Martin
Nel [[1966]], Jim conobbe anche il fotografo [[Andy Warhol]], allo [[The Factory|Studio Factory]] di [[New York City|New York]]. Nel [[1968]], il poeta beat [[Michael McClure]] gli propose di apparire come protagonista nella trasposizione cinematografica della sua piéce teatrale ''The Beard'', mentre John Gregory Dunne gli chiese interpretare ''Panico a Needle Park''; Morrison declinò in entrambi i casi. In quel periodo, l'artista venne anche contattato dai registi francesi [[Jacques Demy|Demy]] e [[Agnès Varda|Varda]], che gli proposero diverse parti nei loro film: Jim accetterà di apparire come comparsa nell'unico film californiano della Varda, ''Lions Love''. Nel marzo del [[1969]] fece registrare la HWY Production, una nuova casa cinematografica di cui facevano parte gli amici Paul Ferrara, Babe Hill e [[Frank Lisciandro]], che produsse il film ''[[HWY Una pastorale americana]]'', con Jim Morrison protagonista, in parte basato sul suo copione ''L'Autostoppista''. Risale a quello stesso periodo ''[[Feast of Friends]]'', un lungometraggio che documenta le esibizioni dei Doors, e che fu presentato in diversi festival (vinse il premio ''Atlanta Film Festival'').
Quell'anno Jim lavorò con [[Michael McClure|McClure]] alla sceneggiatura de ''L'Adepto'', basata su uno dei romanzi di quest'ultimo. Il progetto però venne accantonato per via delle condizioni di salute di Jim. Nell'estate del [[1970]], Jim assistette a [[Cherbourg]], in [[Francia]], alle riprese de ''La favolosa storia di Pelle d'Asino'', di [[Jacques Demy]], dove conobbe anche [[François Truffaut]], [[Catherine Deneuve]] e [[Jean Marais]]. La raccolta di versi e pensieri ''I Signori. Appunti sulla visione'' (pubblicata prima in forma privata, poi, nel 1970, dall'editore [[Simon & Schuster]]) contiene diverse riflessioni di Jim sul cinema, che a suo parere non derivava “da pittura, letteratura, scultura, teatro, ma dagli antichi rituali popolari. È la manifestazione contemporanea di una storia d'ombre evolutasi, il piacere di immagini in movimento, una credenza nella magia (…) Il cinema ci riporta all'anima, religione della materia, che assegna a ogni cosa la sua particolare divinità e vede dèi in tutte le cose e gli esseri”.<ref name="r00">{{cita|Lorenzo Ruggiero||Ruggiero 2000}}</ref>.<br/>
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