Abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata: differenze tra le versioni
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L<nowiki>'</nowiki>'''abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata''' (in [[lingua latina|latino]]: ''abbatia territorialis B. Mariae Cryptaeferratae''), conosciuta anche con il nome di '''Abbazia Greca di [[Nilo da Rossano|San Nilo]]'''<ref>{{cita web|http://www.abbaziagreca.it/origini/origini.asp|Origini dell'abbazia su abbaziagreca.it|17-05-2010}}</ref><ref>Prende il nome di San Nilo poiché dedicata a [[Nilo da Rossano]], monaco basiliano fondatore del monastero. Pur avente origini dal monachesimo italo-greco, per "greca/o" si indica la tradizione religiosa orientale cattolica (rito greco o bizantino), forma diventata abituale per definire "gli orientali" in epoca moderna dai cattolici di rito latino o romano.</ref>, è una delle tre circoscrizioni ecclesiastiche della [[Chiesa bizantina cattolica in Italia]]. Situata nel [[Grottaferrata|comune omonimo]] nei pressi di [[Roma]], è appartenente alla [[regione ecclesiastica Lazio]]. Nel [[2016]] contava 12 battezzati su 12 abitanti. La sede è vacante.
I [[Monachesimo|monaci]] del Monastero esarchico, formanti la [[Ordine basiliano italiano di Grottaferrata|Congregazione d'Italia dei Monaci Basiliani]] (O.S.B.I.), sono provenienti maggiormente dalle comunità [[italo-albanesi]] e praticano liturgia e tradizione secondo il [[rito bizantino]].
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L'[[abbazia]] non venne vista compiuta da [[san Nilo da Rossano]], poiché questi morì a [[Tusculum]] l'anno successivo al suo arrivo nell'attuale zona di [[Grottaferrata]]. I lavori vennero terminati sotto il controllo di [[Bartolomeo il Giovane|san Bartolomeo]], cofondatore dell'abbazia. Le [[reliquie]] di Bartolomeo si dovrebbero ancora trovare nell'abbazia, anche se non sono state ritrovate assieme a quelle di Nilo.
I primi [[Archimandrita|archimandriti]] dell'abbazia dopo
A partire dal [[XVII secolo]], ma in particolare tra la fine del [[XVIII secolo]] e tutto [[XIX secolo]], l'abbazia ha vissuto un momento decisivo di rifioritura spirituale, con molti monaci provenienti dalle colonie [[albanesi d'Italia]], gli ''arbëreshë'' praticanti il rito orientale (dalle comunità di Sicilia e Calabria).<ref>{{cita web|url=http://www.jemi.it/index.php/la-chiesa-italo-albanese-qisha-arbereshe/monastero-esarchico-di-grottaferrata/storia/197-il-monastero-di-grottaferrata-e-gli-albanesi-ditalia|titolo=Il Monastero di Grottaferrata e gli Albanesi d’Italia, Jemi.it - Lajme, N°3 2005|accesso=1º febbraio 2006}}</ref> Questi monaci, nel solco della fede orientale, hanno mantenuto vivo il [[rito bizantino]], sopprimendo il pericolo nell'ormai secolare tracollo rituale.<ref>{{cita web|url=http://books.google.it/books?id=OdK9icaL8S4C&pg=PP6&lpg=PP6&dq=Aspetti+della+cultura+bizantina+ed+albanese+in+Sicilia&source=bl&ots=i-XXekO8sg&sig=kJebPySacyOE-2CdlRVS8DwCg4c&hl=it&sa=X&ei=tcJpUpfiK8330gWusYGYCA&ved=0CC4Q6AEwAA#v=onepage&q=Aspetti%20della%20cultura%20bizantina%20ed%20albanese%20in%20Sicilia&f=false|titolo=Aspetti della cultura bizantina ed albanese in Sicilia|accesso=24 ottobre 2013}}</ref> I monaci italo-albanesi sostituirono la vecchia guardia latina e latinizzante che aveva preso ampio spazio a Grottaferrata, contribuendo alla rinascita della Badia e diventando notevoli paleografi, liturgisti e musicologi, nonché tra i principali albanologi e bizantinisti del periodo.
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Nel [[1968]], cinquecentenario in memoria di [[Giorgio Castriota Scanderbeg]], figura di spicco degli albanesi, dopo un incontro a Roma tra le tre sedi ecclesiali Italo-Albanesi, fu riconosciuta ufficialmente dai monaci basiliani la lingua albanese per la liturgia.
Dopo che il Papa nel [[1994]] ha dato il suo beneplacito al progetto, presentatogli dai tre ordinari delle eparchie di Lungro, mons. [[Ercole Lupinacci]]; Piana degli Albanesi, mons. [[Sotìr Ferrara]]; e del monastero esarchico di Santa Maria di Grottaferrata, archimandrita [[Emiliano Fabbricatore]], nel [[2004]] - in concomitanza con il millennio del Monastero di Grottaferrata - si celebrò il secondo sinodo intereparchiale della Chiesa Italo-Albanese, in modo di fare il punto sulla situazione e di tracciare le linee dell'attività pastorale dopo il [[Concilio Vaticano II]] e la promulgazione, avvenuta nel 1990, del [[Codice dei
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