Paolo Veronese: differenze tra le versioni

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Tra le prove successive celebre è ''[[Nozze di Cana (Veronese)|Nozze di Cana]]'' (1563) che il Veronese dipinse per i benedettini dell'Isola di [[Basilica di San Giorgio Maggiore|San Giorgio Maggiore]] a Venezia e che oggi si trova al [[Louvre]].<ref>{{cita|Marini e Aikema, 2014|p. 107}}.</ref>
 
Ma ancor più celebre è l'ultima della serie, la ''[[Cena a casa di Levi|Convito in casa Levi]]'' (1573), attualmente presso le [[Gallerie dell'Accademia]], a Venezia. La notorietà della tela è dovuta anche all'interessamento dell'[[Inquisizione]] che essa suscitò e che, come è risaputo, costrinse l'autore a cambiare il titolo dell'opera (e quindi l'episodio raffigurato): dall'iniziale ''Ultima Cena'' all'attuale ''Convito in casa Levi''.<ref name="AAVV-139"/><ref>{{cita|Marini e Aikema, 2014|pp. 111, 362}}.</ref> Interessante è la trascrizione, giunta fino a noi, dell'interrogatorio di Paolo davanti all'Inquisizione, che lo aveva convocato perché spiegasse il perché di una rievocazione così fantasiosa e divagante dell'episodio evangelico,<ref>{{cita|Pignatti, 1976|p. 104}}.</ref> con il pittore che ad un certo punto si giustifica con la frase "''noi pittori avemo la licenza che si pigliano i poeti et i matti''".<ref>{{cita|Pallucchini, 1984|p. 81}}.</ref>
 
Anche se la reprimenda inquisitoriale nei confronti del Veronese fu assai blanda, essa è egualmente un eloquente segno dei tempi. Quando il Veronese, per l'ultima volta, si cimenterà con un convivio evangelico lo farà in tutt'altro modo, stando ben attento ad uniformarsi ai dettami della [[Controriforma]] in materia di pittura religiosa.<ref>{{cita|Pallucchini, 1984|p. 104}}.</ref>