Sacrificio di Isacco (Ghiberti): differenze tra le versioni

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==La formella di Ghiberti==
Ghiberti divise la scena in due zone verticali armonizzate da uno sperone roccioso leggermente inclinato trasversalmente, sulla sommità del quale si trova l'ariete. A sinistra si vedono due servitori con l'asino, a destra la potente figura corrucciata di [[Abramo]], avvolta in un mantello svolazzante, brandisce il coltello all'altezza delle spalle e lo punta contro [[Isacco]], inginocchiato su un altare e dotato di un corpo ben tornito plasticamente, di ispirazione classica (probabilmente cita il ''[[Torso Gaddi]]'' che forse era già di proprietà dello stesso Ghiberti). L'angelo di Dio, che arriva per interrompere il sacrificio, si trova in alto a destra ed è composto per metà, come se stesse apparendo da un nimbo. Le figure appaiono inscritte in un quadrato che non sfrutta tutto lo spazio disponibile e la presenza dello sfondo roccioso crea un trapasso graduale tra figure e sfondo, privo dei forti chiaroscuri presenti per esempio nell'[[Sacrificio di Isacco (Brunelleschi)|opera]] di [[Brunelleschi]]: lo spazio sembra così "avvolgente" (non più un semplice supporto dove collocare le figure), facendo da modello agli esperimenti di ''[[stiacciato]]'' di [[Donatello]].
 
Nonostante alcuni dettagli più espressivi, come il volto di Abramo, la narrazione è pacata, basata sull'armonia dell'insieme con il calmo atteggiarsi di Isacco e il distaccato passeggiare dei due spettatori in conversazione tra loro. Le figure hanno pose eloquenti, ma senza trasalimenti.