Rinascimento ferrarese: differenze tra le versioni

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Innanzitutto fu interrato il fosso della Giovecca, facendone una larga strada, il [[Corso della Giovecca]], che facesse da cerniera con la parte antica della città: in corrispondenza degli sbocchi delle vie medievali fece infatti prolungamenti regolari, fondendo organicamente il vecchio e il nuovo. La nuova parte, rifacendosi all'[[urbanistica romana]] nelle descrizioni di [[Vitruvio]], aveva una rete viaria ortogonale che si articolava su due assi principali: via degli Angeli (oggi [[Corso Ercole I d'Este|Corso Ercole I]]), che ricalcava una precedente direttrice di collegamento tra il [[Castello Estense|castello]] e [[delizia di Belfiore|Belfiore]], e via dei Prioni, che andava dalla porta Po alla porta a Mare in direzione Est-Ovest. Questo asse in particolare, completamente nuovo e dal sapore pienamente "pubblico" (a fronte dell'altro asse che restava legato al passaggio dei duchi), venne particolarmente enfatizzato con una grande piazza alberata, l'attuale [[piazza Ariostea]]<ref name="DVC113"/>.
 
[[File:Ferrara, palazzo sacrati.JPG|thumb|[[Palazzo Prosperi -Sacrati]], sul quadrivio[[Quadrivio degli Angeli]]
Per integrare l'addizione con il resto della città e stemperarne la possibile rigidità dello schema, Rossetti lasciò zone verdi che fungessero da "pausa" nel tessuto edilizio e, per gli edifici da lui progettati, continuò ad usare il tradizionale cotto. Vennero inoltre evitate le vedute monumentali in corrispondenza degli sbocchi delle vie, preferendo vedute di scorcio sulle architetture. Le prerogative paradigmatiche del suo progetto si percepiscono appieno nel punto di intersezione degli assi, il cosiddetto "Quadrivio degli Angeli", che non venne enfatizzato con una piazza, ma solo dalle eleganti decorazioni degli angoli dei palazzi, tra cui spicca il [[palazzo dei Diamanti]], di Rossetti<ref name="DVC113"/>. L'edificio deve il nome al rivestimento a bugne appuntite, che creano un suggestivo effetto di chiaroscuro, con lastre decorate da candelabre in corrispondenza dell'angolo sul quadrivio, dove si imposta anche un balcone. Gli altri edifici sul quadrivio non ne eguagliarono l'imponenza, concentrandosi piuttosto sulla ricerca di effetti di variazione, con grandi portali o pilastrate d'angolo<ref name="DVC113"/>.