Antonio Ongaro: differenze tra le versioni

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{{Bio
|Nome = Antonio
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Questo poeta trae le sue origini dalla città di Padova ove è probabilmente nato, nel 1560 (qualcuno lo vuole nato casualmente a Venezia.<ref>Si veda [https://books.google.it/books?id=maRHAAAAYAAJ&pg=PA474&dq=antonio+ongaro&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwid_tqS-cfQAhUrDcAKHfLoCrM4HhDoAQhLMAg#v=onepage&q=antonio%20ongaro&f=false ''Giornale de' letterati d'Italia'', 1728, p. 476].</ref> Nell'Università patavina ha studiato giurisprudenza e, quindi ha soggiornato a Roma, presso la famiglia dei fratelli Ruiz, cui ha dedicato l<nowiki>'</nowiki>''Alceo'', un poemetto ''pescatorio'', ambientato "nei lidi dove fu Anzio e dove oggi è Nettuno" ed edito a Venezia, da F. Ziletti, nel 1582. Il poemetto s'ispitra a l<nowiki>'</nowiki>''[[Aminta]]'' di [[Torquato Tasso]].
 
Attorno al 1581, per circa un anno, Antonio Ongaro ha vissuto a [[Nettuno]], presso i [[Colonna (famiglia)|Colonna]], per tornare poi a Roma, ove l'amico fraterno Tiberio Palello - detto il "cupo" - lo presentò a Mario Farnese, signore del ducato di Latera e Farnese, di cui Ongaro diventò segretario, spesso sostituendolo negli incarichi amministrativi e penali, per la reggenza di quel territorio, specialmente quando Mario Farnese si recava innelle FiandraFiandre, a combattere a fianco del cugino, il duca [[Alessandro Farnese]]. Visse a Valentano, ove si sposò - ma non si conosce il nome della moglie - e ove gli nacquero alcuni dei suoi figli. La prima edizione delle ''Rime'' dell'Ongaro fu pubblicata a Farnese, per i tipi di Nicolò Mariani, nel 1600.
 
Col nome di ''Affidato'' fu accolto nell'Accademia degli Illuminati, creata da [[Isabella Pallavicini]], suocera di Mario Farnese.
Morì a Valentano, nel 1593. Nonostante la breve vita, Antonio Ongaro riuscì a crearsi una grande fama, tantoché sulla sua tomba fu collocata una lapide - certamente dettata dallo stesso poeta - con la scritta: "ESSERE MORTO GIOVANE D'ANNI MA VECCHIO PER FAMA".