Anacleto González Flores: differenze tra le versioni

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|Attività = avvocato
|Nazionalità = messicano
}} È uno dei [[martiri]] dellenelle [[guerra cristera|guerre dei [[Cristeros]], fatto [[Servo di Dio]] il 22 giugno [[2004]] da [[Papapapa Giovanni Paolo II]] e [[beatificazione|beatificato]] da [[Papapapa Benedetto XVI]] il 20 novembre [[2005]].
 
==Biografia==
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Anacleto era molto religioso, ogni giorno assisteva alla [[Messa]] e svolgeva altri atti di carità come visitare i prigionieri ed insegnare il catechismo nelle parrocchie. Nel [[1925]] ricevette da [[Papa Pio XI]] la [[Croce pro Ecclesia et Pontifice]] "in riconoscimento alla sua opera di evangelizzazione a favore dei più bisognosi ed in difesa della religiosità dei fedeli messicani"<ref>[http://www.santiebeati.it/dettaglio/92571 Biografia di Anacleto Flores su Santi e Beati]</ref>. Flores fu anche un attivista [[cattolico]]: era fondatore e capo dell'"Associazione cattolica della gioventù messicana" e del giornale ''La Palabra'', dal quale attaccava l'[[anticlericalismo]] del governo di [[Plutarco Elías Calles]]. Era anche il fondatore ed il presidente dell'"Unione Popolare", istituita per organizzare i cattolici nella resistenza alle persecuzioni contro la Chiesa.
 
Inizialmente Anacleto sostenne la resistenza passiva contro il governo, venendo definito il "Gandhi messicano". Nel 1926, tuttavia, avendo appreso dell'omicidio di quattro membri dell'associazione cattolica della gioventù messicana, entrò a far parte della "Lega nazionale per la difesa della libertà religiosa", sostenendo così la ribellione dei Cristeros. Anacleto non imbracciava le armi, ma faceva discorsi di incoraggiamento e scriveva opuscoli, nei quali sosteneva la causa dei Cristeros contro il governo [[anticlericalismo|anticlericale]]; dava anche sostegno economico, vitto, alloggio e vestiti a chi lo richiedeva.
 
Per cercare di reprimere la ribellione, il governo catturò diversi capi tra cui lo stesso Anacleto, che venne arrestato il 1º aprile {{citazione necessaria|ed accusato di aver commissionato l'assassinio di uno statunitense, Edgar Wilkens, nonostante il governo sapesse che ad ucciderlo era stato un ladro, Guadalupe Zuno. Ma Anacleto venne ugualmente torturato: lo attaccarono per i pollici e con il calcio di un fucile gli vennero spezzate le braccia e gli scuoiarono i piedi. Prima di morire disse al suo carceriere: «La perdono di cuore, presto ci rivedremo dinanzi al Tribunale Divino, lo stesso giudice che mi giudicherà, sarà il suo giudice, allora lei troverà, in me, un intercessore presso Dio». Subito dopo il carceriere ordinò ai suoi uomini di ucciderlo a colpi di baionetta}}.
 
==Note==