Monismo: differenze tra le versioni

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Il termine sembra risalire al filosofo tedesco Christian Wolff che così lo descriveva:
«''si chiamano monisti (monistae) i filosofi che ammettono un solo genere di sostanza''». <ref>Ch.Wolff, ''Psychologia rationalis'', 1734, Sez. Prima, Cap. 1, § 32.</ref>
Il monismo è una concezione dell'[[essere]] che si oppone a quella del [[pluralismo (filosofia)|pluralismo]], o più spesso a quella del [[dualismo]] e che può essere adottata sia dai sistemi idealistici che da quelli materialistimaterialistici in quanto si afferma che la totalità della realtà può essere ricondotta a un unico principio unitario sottostante l'apparente molteplicità e mutabilità dei fenomeni, sostenendo quindi la falsità di qualsiasi distinzione tra materia e spirito, tra mondo e Dio <ref>''Enciclopedia Garzanti di filosofia'', Milano 1987, alla voce corrispondente</ref>
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==Concezione==
Il monismo esprime il concetto [[filosofia|filosofico]] (in particolare [[metafisica|metafisico]]) o [[teologia|teologico]] della sostanziale [[Uno (filosofia)|unità]] dell'essere (Essere un tutt'uno). Con ciò viene postulata l'esistenza di un ''unico'' principio ontologico, [[essenza (filosofia)|essenza]], sostanza o energia divina in questo universo e in altre dimensioni metafisiche. Un caso particolare del monismo è l'[[olismo fisico]] che è tipico delle filosofia orientali come il [[Vedānta]] indiano e il [[Taoismo]] cinese.
 
Le concezioni monistiche dell'essere non negano la [[molteplicità]], ma la considerano manifestazione "non sostanziale" di un unico essere che ne è origine e fine. Quindi, per il monismo nemmeno l'esserci della molteplicità nega di per sé l'unità del tutto. In estrema sintesi, secondo una visione monistica, la molteplicità fenomenica e il [[dualismo]] percepiti dagli esseri umani sono solo il frutto di una parvenza illusoria.