Terremoto della Marsica del 1915: differenze tra le versioni

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Dopo circa sei anni dal [[terremoto di Messina del 1908|terremoto di Messina]] avvenuto il 28 dicembre 1908, pochi mesi prima dell'ingresso nella [[prima guerra mondiale]], l'[[Italia]] tornò ad essere funestata da un altro violentissimo sisma.
 
Esso avvenne, secondo i dati ufficiali dell'[[Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia|INGV]], alle ore 07:52:43<ref name="Orario INGV"/> (mentre un [[telegramma]] informativo inviato dal comune di [[Tagliacozzo]] al [[Ministero dell'interno]] riporta le ore 07:48<ref name="Comune"/>). La scossa principale, di origine [[tettonica]], secondo il sismologo Alfonso Cavasino non fu preceduta da unoalcun sciameevento sismico di bassa magnitudo, tale da non creare un particolare allarme,<ref dellaname="Dati durata di alcune settimaneINGV"/>. La sua intensità fu pari all'XI grado della [[scala Mercalli]]; in seguito la sua [[magnitudo (geologia)|magnitudo]] fu stimata in 7.0 [[Scala di magnitudo del momento sismico|Mw]]<ref name="Dati INGV"/>. L'[[epicentro]] fu localizzato nella conca del [[Fucino]] in [[Abruzzo]], ma l'ondata sismica colpì anche altre zone dell'Italia centrale come il [[Lazio]], e le [[Marche]] e laparte della [[Campania]], con effetti pari o superiori al VII grado della scala Mercalli. Nei mesi successivi si registrarono circa 1.000 repliche<ref name="PC">{{cita web|url=http://www.protezionecivile.gov.it/jcms/it/terremoto_avezzano.wp|titolo=Terremoto Avezzano 1915|editore=[[Dipartimento della Protezione Civile|Protezione Civile]]|accesso=11 gennaio 2018}}</ref>.
 
La scossa fu avvertita dalla [[Pianura Padana]] alla [[Basilicata]], mentre a [[Roma]] i suoi effetti furono classificati tra il VI ed il VII grado della scala Mercalli<ref>{{cita web|url=http://www.pereto.info/images/manifestazioni/terremoto-1915-2009/documentazione/Castenetto.pdf|titolo=Abruzzo: ancora terremoti! Riflessioni sulla prevenzione del rischio sismico in Italia dopo l'evento del 6 aprile 2009|autore=Sergio Castenetto|editore=Pereto.info|accesso=11 gennaio 2018}}</ref><ref>Boncio P, Galadini F, Visini F, Pace B, Lavecchia G. ''Evidenze di tettonica distensiva attiva e sismogenetica in Appennino centrale'' [[Società geologica italiana|SGI]] 83.ma riunione, 2006.</ref>.
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{{citazione|Non mi resi subito conto di ciò che era avvenuto; ritenni dapprima che si trattasse del crollo improvviso dello stesso stabilimento dove ero occupato: catastrofe forse avvenuta per lo scoppio di qualche macchina. Non potevo immaginare quale orribile immane catastrofe si fosse abbattuta sulla ridente Avezzano, così tranquilla e piena di vita. La gamba sinistra mi doleva abbastanza, ma ciò non mi impedì di trascinarmi fino all'aperto. Ma appena fuori, le mie orecchie furono straziate da mille lamenti. Guardai Avezzano e credetti ancora di essere vittima di un orrendo sogno: il castello, gli stabilimenti dagli alti fumaioli, la Chiesa dell'artistico ed agile campanile, tutto era scomparso. Avezzano era scomparsa ed al suo posto non si scorgevano che pochi muri.|}}
 
Prima del sisma, Avezzano era una cittadina di circa tredicimila abitanti; il prosciugamento del [[Fucino|lago [[Fucino]] faceva sentire i primi influssi sull'economia dell'area, non solo nell'agricoltura ma anche nel settore terziario.
 
[[File:Villino Palazzi 5 ottobre 2015.jpg|thumb|left|Villino Palazzi, unica abitazione di Avezzano rimasta in piedi intatta]]
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Il terremoto marsicano ebbe indubbiamente un impatto notevole sulla dinamica demografica di molte località dell'area epicentrale. Secondo i dati ufficiali, sovente in disaccordo con quelli riportati dalle documentazioni prodotte dalle autorità locali, [[Avezzano]] ed il borgo di [[Cese dei Marsi]] persero oltre il 90% della propria popolazione (10.700 morti), [[Massa d'Albe]] l'83% (500 morti), [[Pescina]] il 72% (4.000 morti), [[Ortucchio]] il 71% (1.800 morti), [[San Benedetto dei Marsi]] più del 70% (3.000 morti), [[Cappelle dei Marsi]] il 70% (600 morti), [[Aschi]] il 70% (700 morti), [[Magliano de' Marsi]] il 69% (1.800 morti), [[Paterno (Avezzano)|Paterno]] il 63% (1.000 morti), [[Collarmele]] il 59% (1.200 morti), [[Cerchio (Italia)|Cerchio]] il 50% (1.300 morti), [[Gioia dei Marsi]] il 47% (1.600 morti), [[San Pelino (Avezzano)|San Pelino]] il 45% (600 morti), [[Aielli]] il 41% (1.000 morti), [[Massa d'Albe|Massa Corona]] il 37% (150 morti), [[Canistro]] il 33% (450 morti), [[Santa Anatolia (Borgorose)|Sant'Anatolia]] il 27% (100 morti), [[Lecce nei Marsi]] il 24% (500 morti), [[Venere dei Marsi]] il 23% (130 morti), [[Forme]] il 17% (120 morti), [[Scurcola Marsicana]] il 15% (405 morti). Alcuni centri, tra i quali: [[Pescosolido]], [[Antrosano]], [[Trasacco]], [[Civita d'Antino]], [[Celano]], [[Rendinara]], [[Sora (Italia)|Sora]], [[Luco dei Marsi]] e [[Scanno]] subirono perdite di popolazione comprese tra il 10% ed il 5% del numero complessivo dei loro abitanti. Le statistiche ufficiali più recenti fanno ammontare il numero totale dei decessi causati dal terremoto a 30.519; si tratta di una stima che non tiene conto delle persone morte in seguito alle gravi ferite. Di certo la maggior parte delle vittime si concentrò nell'area della conca del [[Fucino]] e nei centri dell'[[Valle Roveto|area rovetana]]<ref name="ingv"/>.
 
Le località flagellate dal sisma sono numerose ed appartengono prevalentemente alla [[Marsica]] e all'[[Abruzzo]] montano. All'[[L'Aquila|Aquila]], dove il sisma causò 6 vittime ed una trentina di feriti, si registrarono il crollo di parte della facciata della [[basilica di Santa Maria di Collemaggio]], il collasso di alcune volte dell'ospedale oltre a numerosi altri danni localizzati nei palazzi del centro storico<ref>{{cita news|autore=Maurilio Di Giangregorio|url=http://www.ilcentro.it/l-aquila/terremoto-1915-vittime-anche-all-aquila-1.1563210?utm_medium=migrazione|titolo=Terremoto 1915, vittime anche all'Aquila|editore=[[il Centro]]|data=14 gennaio 2015}}</ref>. Danni si registrarono anche in alcuni edifici pubblici, palazzi e in diversi palazzichiese di [[Roma]]<ref>{{cita web|url=http://roma.repubblica.it/cronaca/2016/10/31/news/roma_e_il_terremoto_una_storia_lunga_2_millenni-151023259/|titolo=Roma e il terremoto: una storia lunga due millenni|autore=Luigi Gaetani|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=31 ottobre 2016|accesso=12 gennaio 2018}}</ref>. Furono gravemente danneggiati anche molti centri [[Lazio|laziali]] della [[valle del Liri]] e del [[Cicolano]] e della contemporanea [[provincia di Caserta]]<ref name="Dati INGV"/><ref>{{cita web|url=http://www.terremotodellamarsica.it/wp-content/uploads/2014/12/Orrendo_Terremoto.pdf|titolo=L'orrendo terremoto del 13 gennaio 1915 (Il Fuoco, cap. VII, p. 12)|editore=terremotodellamarsica.it|accesso=11 gennaio 2018}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.terzaclasse.it/storie/avezzano.htm|titolo=Il terremoto della Marsica del 13 gennaio 1915|editore=Terzaclasse.it|accesso=11 gennaio 2018}}</ref>.
 
== Monumenti e borghi danneggiati ==