Guglielmo Oberdan: differenze tra le versioni

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Nel 1877, grazie ad una borsa di studio elargita dal comune di Trieste, poté iscriversi al [[Università tecnica di Vienna|Politecnico di Vienna]]; trovò alloggio a poco prezzo nella casa di una vedova presso Luisengasse su Wieden. Ben presto divenne una figura di guida tra gli studenti italiani, e durante una festa organizzata da alcuni studenti polacchi, dichiarò la [[Polonia]] "quale sorella dell'Italia nella sfortuna". Nel marzo dell'anno seguente, però, avendo l'Austria proclamato la mobilitazione per occupare militarmente la [[Bosnia ed Erzegovina]] come deciso nel [[Congresso di Berlino]], ricevette la chiamata alle armi e dovette interrompere gli studi. Fu assegnato al 22º reggimento di fanteria "Freiherr von Weber".<ref name=Gatterer/>
 
Contrario all'[[Condominio di Bosnia ed Erzegovina|occupazione dei territori Bosniaci]] sanciti dal [[Congresso di Berlino]] decise di disertare. Venne aiutato nella fuga dall'irredentista socialista [[Carlo Ucekar]], e la notte tra il 16 e il 17 luglio 1878 abbandonò Vienna per trasferirsi a [[Roma]] dove frequentò i movimenti degli ex garibaldini e quelli irredentisti; poté anche iscriversi all'[[università]], per completare gli studi in ingegneria. L'ultimo anno fu però costretto ad interromperli poiché, a causa di alcune sue opinioni, il sussidio assegnatogli dallo stato italiano gli venne revocato. Da lì in poi dovette iniziare a darsi da fare per vivere, disegnando per alcuni studi d'ingegneria e traducendo dal tedesco all'italiano per alcuni giornali. Nella sua piccola stanza a [[Trastevere]] aveva appesi due ritratti: quello di Gesù e quello di [[Giuseppe Garibaldi]]. Mentre leggeva opere del filosofo inglese [[John Stuart Mill]], s'impegnava sempre più all'interno dei movimenti attivisti.
 
[[File:Le Petit Journal Balkan Crisis (1908).jpg|thumb|left|Illustrazione del giornale francese ''[[Le Petit Journal]]'' sull'occupazione della [[Bosnia]]: nella figura si vede l'[[Impero austro-ungarico|Austria-Ungheria]], nella persona di [[Francesco Giuseppe]], annettere la Bosnia e l'[[Erzegovina]].]]
 
Nel luglio 1879, Oberdan ricevette a Roma un bacio sulla fronte dall'uomo che più ammirava, Giuseppe Garibaldi.<ref name=Gatterer/> Alla morte di [[Giuseppe Garibaldi]], avvenuta nel 1882, Oberdan marciò dietro al carro funebre con la bandiera di Trieste al collo per dimostrare il suo lutto. Nel luglio 1882 Oberdan incontrò [[Matteo Renato Imbriani]], leader del movimento irredentista e cofondatore dell'associazione "Italia irredenta". Qui Oberdan prese la decisione che Trieste potesse essere separata dal dominio austriaco-ungarico solo grazie al suo stesso martirio. Lo scoraggiamento degli esuli che avevano riposto in Garibaldi le loro speranze spinse Oberdan a organizzare un attentato, assieme ad altri irredentisti (tra cui l'istriano [[Donato Ragosa]], con cui si era sempre mantenuto in contatto), contro l'imperatore [[Francesco Giuseppe I d'Austria|Francesco Giuseppe]] in visita a [[Trieste]] in occasione dei 500 anni di dedizione della città all'[[Austria]], la "fidelissima" titolo assegnatole dalla monarchia asburgica per essersi astenuta dalle [[1848 in Austria|rivoluzioni del 1848]].
 
Oberdan cercò di trasportare da Roma a Trieste due [[Bomba all'Orsini|bombe all'Orsini]]; giunse assieme a Ragosa nella località di [[Ronchi dei Legionari|Ronchi di Monfalcone (oggi "dei Legionari")]]<nowiki/> ma venne arrestato dopo che aveva sparato malamente a un gendarme trentino, in seguito alla segnalazione di un messo comunale che notò il suo ingresso clandestino in territorio austriaco nei pressi di [[Romans d'Isonzo#L.27affare Oberdank .281882.29|Versa]].