Modena: differenze tra le versioni

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Anticamente fu un insediamento [[etruschi|etrusco]], poi [[galli]]co ([[Galli Boi]]). Nel 183 a.C.venne fondata come colonia [[Civiltà romana|romana]] da mille cives provenienti da Roma guidati dai triumviri Marco Emilio Lepido, Tito Ebuzio Parro e Lucio Quinzio Crispino. Divenne capoluogo dell’ex Gallia cisalpina e sede del governatore per due secoli. Successivamente Modena venne abbandonata fra il V e il VII secolo, causa le numerose inondazioni dei fiumi Secchia e Panaro, gli abitanti si rifugiarono nel vicino borgo più a ovest, Cittanova. Tornò a ripopolarsi gradualmente intorno alla sede vescovile, che aveva assunto la guida della città ed il vescovo Leodoino la fece cingere di mura nell'[[891]]. Durante la signoria dei vescovi, venne eretta la nuova [[Duomo di Modena|cattedrale]]. Il potere vescovile ebbe termine con l'autonomia comunale nel [[1135]] ma, nel [[1249]], con la battaglia di Fossalta, Modena ghibellina venne sconfitta da [[Bologna]] guelfa facendo tornare al potere il partito filovescovile degli Aigoni capitanato dal vescovo Alberto Boschetti, nel [[1288]], si consegnò agli [[Este]]nsi di [[Ferrara]]. Il 15 novembre [[1325]] nella [[battaglia di Zappolino]] Modena inflisse una pesante sconfitta ai bolognesi fino a giungere sotto le mura della città delle due torri e ad assediarla. Dopo una settimana i modenesi tolsero l'assedio e tornarono in città portando come trofeo un secchio di legno sottratto da un pozzo fuori porta San Felice, la "Secchia Rapita" che venne utilizzata come spunto per l'omonimo poema eroicomico del poeta modenese [[Alessandro Tassoni]].
 
=== Età moderna, occupazione napoleonica, restaurazione ed etàe contemporanea ===
Modena diventò veramente la "città estense" solo dopo il [[1598]], quando il duca [[Cesare d'Este|Cesare]] trasferì da Ferrara a Modena la [[Cesare d'Este#Modena capitale|capitale]] del suo [[Ducato di Modena e Reggio|ducato]]. Uno Stato destinato a barcamenarsi con alterne fortune nelle lotte tra le potenze italiane ed europee, e che malgrado le ripetute occupazioni da parte degli eserciti stranieri (i francesi nel [[1702]]; gli austriaci nel [[1742]]) resisterà fino all'unificazione dell'Italia, con una sola interruzione nel periodo napoleonico. A questo periodo risalgono le [[Furti napoleonici|spoliazioni napoleoniche]] delle collezioni di opere d'arte, beni archivistici e librari delle Gallerie Estensi. Si stima che 1,300 disegni soltanto vennero esportati al [[Museo del Louvre|Louvre]]<ref>{{Cita web|url=https://www.ilgiornaledellarte.com/articoli/2018/2/128881.html|sito=www.ilgiornaledellarte.com|accesso=3 febbraio 2019}}</ref> oltre a numerosissimi dipinti della scuola emiliana quali la ''Pala dei Santi protettori della città di Modena'' (1651) e il ''San Paolo'' (1644) del [[Guercino]], ''La purificazione della Vergine'' di [[Guido Reni]], ''l'apparizione della Vergine'' (1592) di [[Annibale Carracci]], ''Il Sogno di Giobbe'' (1593) del [[Cigoli]], ma anche il ''Cristo deriso'' del [[Giambologna|Gianbologna]], e di altri pittori ospitate al [[Museo del Louvre|Louvre]] che non fecero piú ritorno. <ref>{{Cita web|url=https://www.studocu.com/en/document/universita-degli-studi-di-modena-e-reggio-emilia/museologia-e-organizzazione-del-museo/lecture-notes/dispense-sulle-spoliazioni-di-napoleone-bonaparte-a-modena-museologia-aa-20112012/774717/view|titolo=Dispense sulle spoliazioni di Napoleone Bonaparte a Modena - Museologia a.a. 2011/2012 - LCC-00029: Museologia e Organizzazione del Museo - StuDocu|sito=StuDocu|accesso=3 febbraio 2019}}</ref>